Rieccomi,
sempre a parlare di rye whiskey. Il famoso Bullett che miscelato per produrre un fantastico Manhattan con la perfetta cigliegina fabbri.
Che dire???
No,secondo me no:lo l'abbiamo "degustato",assaggiato,bevuto,sniffato, in uno dei nostri periodici incontri a Bologna;piu' di una persona,me compreso,ha avvertito un sentore abbastanza pronunciato di vinaccia;c'e' qualcosa che non quadra,forse hanno usato serbatoi o linee inox non ben pulite dopo averle usate con altri prodotti.
I distillati d'uva ,le grappe ed i distillati di frutta non li ho assaggiati ma ne ho sentito parlare molto bene.
Notevoli dovrebbero essere i distillati da moscato rosa e da moscato fiori d'arancio.
...Non fidarti della croce del Sud,la caccia non finisce mai...(Moby Dick -BMS)
Ciao Nicola,da dove scrivi?
Sul discorso Grappe,inteso come distillato di vinacce italiane,hai tirato fuori tre grandi nomi,piemontesi,che dovrebbero avere delle caratteristiche ben spiccate e comuni alle tre aziende,piu' o meno
Con Capovilla andiamo in Veneto dove potremo anche trovare peculiarita' diverse dalle piemontesi.
Circa i distillati di frutta proverei a spostarmi in Alto Adige,dove hanno tradizioni secolari in questo campo.
Anche se non sono un estimatore di "vinacce" ,come ti dicevo,Capovilla non la conosco,i tre grandi piemontesi si',ti parlo a livello di degustazioni.
Sul moscato fiori d'arancio di Capovilla scommetterei,so che in quella zona,Vicenza -Treviso -Padova,gia' da parecchi anni han ritirato fuori quel vitigno che stava scomparendo,pero' in questo caso te la giochi piu' sulla morbidezza e sui profumi,delicatezza eccezionale,anziche' sul corpo e sulla "robustezza" del distillato.
In distilleria noi non ci siamo e non sapremo mai di preciso cosa ben conbinino,pero' hai citato tre grandi e a questi livelli e' questione esclusivamente di gusti personalissimi,come ben saprai,la differenza e' data dalla qualita' delle vinacce e dal metodo di distillazione,poi l'invecchiamento,l'affinamento..........
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Ultima modifica di struttura.originaria il 07/01/2018, 21:01, modificato 1 volta in totale.
Il fatto che qualcosa piace, proprio perché è un fatto che piaccia, non permette di poter dare valore oggettivo alla cosa. Si deve distinguere la struttura oggettiva della cosa dalla sembianza del piacere.
Assaggiato,
risultato? come lo speck prodotto ad Avellino (con rispetto parlando). Ma se la mozzarella prodotta a Nottingham non si può chiamare mozzarella perchè chiamare whisky qualcosa prodotto in Alto Adige?
whisky affinato in barrique?? bhè il risultato è un prodotto alcolico che con il whisky non ci azzecca un tubo di niente. Certo buonino (odio gli affinamenti in barrique anche nel vino) e poi prezzo elevato. Per la serie lassastà.
Un conto produrre un Gin con sfumature particolari che poi vai a miscelare ma questo ...
Se escludi il discorso barrique,tonneau e legni vari dedicati all'enologia (che apprezzo molto se utilizzati col buon senso) sono in linea col tuo pensiero: anni fa per curiosita' organizzai una degustazione di Suntory,come ben saprai ,roba del Sol Levante e penso sia ancora il whisky piu' venduto al mondo;come dici tu ,della serie lassasta'.
Unica lancia che spezzerei,sarebbe quella a favore della grey goose,interamente francese,che mi piace parecchio.
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Eppure secondo le riviste di settore usa i single malt Giapponesi sono i migliri del mondo , bo! Io non ne ho mai provati , ma sembra siano produttori molto seri e scrupolosi. Certo che essendo ormai tutte le distillerie Islay in mano alle mutinazionali che puntano sui no age , qualche dubbio viene sulle attuali produzioni scozzesi nei confronti delle altre nazioni che producono malti singoli.