Escono questi due annunci sul mercatino:
A) Vendo Tabac in ciotola come nuovo, 100g rimanenti, usato sempre con velo d’acqua. Prezzo 10€
B) Vendo Tabac in ciotola come nuovo, 100g rimanenti, mai usato con velo d’acqua. Prezzo 10€
Davvero i sostenitori del famigerato velo d’acqua acquisterebbero indifferentemente A o B…?
Col tempo, l’acqua è in grado di penetrare pietre dalle durezze inenarrabili, figuriamoci la struttura di qualcosa creato appositamente per lavorare in congiunzione ad essa... Una generale diluzione di ciò che contiene il prodotto - sia a livello di componenti funzionali che aromatici - credo sia molto più che plausibile a forza di aggiungere, seppur poco ma giorno dopo giorno, liquido. Su alcune formule sarà più evidente questo effetto, su altre meno, ma è inevitabile.
Senza tralasciare (ma senza nemmeno degenerare in paranoie come acqua distillata e simili) che ciò che esce dai nostri lavandini è, spesso, tutto fuorché pura linfa di fonte alpina.
Personalmente non ho mai ricavato alcun rivoluzionario beneficio da questa pratica su nessuno degli hard soap finora provati (pochi in verità: Tabac, Meissner Tremonia, Fine, I Coloniali, SV), al limite qualche secondo guadagnato in fase di carico e montaggio, niente più. Da fan dei caricamenti selvaggi direttamente da barattolo e delle lunghe insaponate, non vedo però come ciò possa essere così rilevante.
Se il sapone che uso richiede una dose particolarmente copiosa d’acqua per potersi esprimere al meglio, nel dubbio preferisco aggiungerla dove sicuramente è meno probabile che possa far danno (e trovo sia anche più utile), ovvero nel ciuffo del pennello e sul viso. E sempre tiepida al massimo, mai troppo calda a prescindere.
My 2 cents
