Intervento di restauro di un settimanale di frameback svedesi Johan Engström per conto di un utente del forum
Johan Engström (1846-1915) Periodo d'attività: 1874-1915
Johan Engström era figlio di una povera domestica e dovette iniziare a lavorare all'età di tredici anni. La fortuna di Johan fu di iniziare con il famoso produttore di rasoi Carl Viktor Heljestrand. All'età di vent'anni, Johan studiava alla Scuola tecnica domenicale e serale di Eskilstuna mentre prendeva lezioni private in inglese e tedesco. In sefuito andò a lavorare dal costruttore di strumenti Albert Stille a Stoccolma, poi a Pietroburgo come " costruttore di strumenti chirurgici" e alla fabbrica di fucili di Ludvig Emanuel Nobel. Poi lavorò a Sheffield e Bonn prima di tornare a Eskilstuna per iniziare la propria attività, inizialmente su scala relativamente modesta.
I rasoi frameback divennero un articolo in crescita nella produzione, e dal 1882 anche la produzione di coltelli crebbe rapidamente, al punto che Johan ricevette un ordine da Edward Zinn, di New York City, per un totale di tremila dozzine di coltelli.
Johan Engström era davvero un produttore di coltelli favoloso che nel 1896 aveva 60 operai tra i dipendenti.
Secondo il calendario degli indirizzi del 1909, la ditta "Fabriksaktiebolaget Johan Engström" aveva un capitale sociale di 300.000 SEK.
dall'Indirizzario di Eskilstuna del 1902, la fabbrica e gli operai di Engström


Il settimanale (prodotto probabilmente dopo il 1892 per la presenza del punzone "Sweden" sulle impugnature)si presentava in condizioni accettabili per un restauro.
Il rivestimento esterno dell'astuccio in carta uso pelle mostrava scollamenti e lacune e riparazioni maldestre con chiodi arrugginiti, l'interno in vellutino invece era ancora recuperabile anche se sbiadito e bisognoso di una accurata pulizia.
I rasoi erano in varie condizioni d'uso, alcune lame ancora integre, altre ribassate ed una con un profondo profilo a S del tagliente, tutte presentavano segni di rimolatura orizzontale (almeno così non sono state spianate le coste...).
I manici in avorio sopravvissuti erano solo 6 di cui uno con parte mancante al pivot sulla guancetta A e uno sostituito da un manico di plastica.
Le prime operazioni hanno riguardato lo smontaggio dei rasoi


per eseguire le consuete ripuliture delle guancette anche all'interno, la rimozione dell'ossido al pivot, la lucidatura delle lame (5 passaggi con cere di grit crescente, l'ultima all''ossido di cerio), la "protesi" in avorio al manico con pezzo mancante e la modifica di un manico in avorio inglese per avvicinarne la forma a quella degli altri.
Contemporaneamente veniva rimosso il rivestimento esterno dell'astuccio, recuperate e ripulite le parti interne e procedevo a una nuova foderatura con carta da legatoria, previa rimozione di chiodi arrugginiti e consolidamento delle parti in legno scollate.


A questo punto inizia la rimanicatura delle lame. Anche le rondelle di frizione in ottone sono state ripulite a mano da patina e ossido.
La lama con il tafliente a S è stat rettificata su piastre diamantate da 400 e 1000 grit, operando a costa alzata di circa 30° come se stessi affilando un coltello, in modo da creare un pre-bevel che semplifica poi l'affilatura. Ovviamente rimane un consumo anomalo delle coste a centro lama che andrà compensato con del nastro per evitare il ripresentarsi del problema al tagliente. Sarebbe stato possibile una rettifica leggera delle coste ma avrebbe abraso completamente la scritta "Dannemora Gjutstål" (ossia acciaio da colata -il cast steel inglese- dalla miniera svedese di Dannemora.).
a suivre...