Buongiorno,
purtroppo accade spesso che, termini troppo abusati anche da artigiani nostrani ( fatto a mano e Made in Italy ), vengano utilizzati per sponsorizzare prodotti che non possono essere identificati, o possono essere identificati solo in parte, con gli aggettivi di cui sopra. Questo con la complicità delle nuove leggi ( che non avete idea di cosa permettono in materia di cibo ).
Daniele_T su queste tematiche è più esperto di me, ma vi posso garantire che se comprate all' estero del materiale, fate fare circa il 30% della lavorazione in paesi stranieri ( sicurezza e diritti sul lavoro pari a zero) , assemblate il resto qui in Italia , registrate il tutto sotto un marchio italiano ( a prescindere dall'estensione estera che poi attuerete a vostra discrezione ) e utilizzate del Design creato in Italia ( da Architetti sottopagati con obbligo di partita IVA ), ciò che otterrete è un prodotto italiano
Gli acciai indiani e pakistani non hanno una chimica fissa, anche se un determinato prodotto metallurgico ha una stessa sigla, causa la forte dislocazione che utilizzano queste ditte estere per produrre. Se non si sa la chimica, un trattamento termico adeguato non si può fare. Con i bassolegati non inox si può ovviare al problema, con gli inox no. Di solito acciai diversi vengono anche temprati alla medesima maniera, come se avessero la stessa struttura e chimica.
Il rasoio che hai comprato sono davvero curioso di sapere come lo si classifichi Made in Italy perché, per varie ragioni, legate ad esempio al design che in quel caso non è italiano, esula anche dalle norme attualmente cosi permissive.
La colpa comunque è anche del cliente. Viviamo in un'epoca in cui la gente fissa continuamente il cellulare, ci condivide le minchiate piuttosto che informarsi, quando si informa lo fa su su articoli fake e poi compra tutto ciò che costa meno, buttando soldi.
Grazie e buon week end,
Aldebaran