Fig.1
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Successivamente, il diagramma di Shaeffler venne più volte ripreso e modificato, sia per migliorare l’accuratezza delle stime da esso fornite, sia per estenderne la validità anche ad acciai inossidabili austenitici con un numero maggiore di elementi alliganti. La prima modifica essenziale risale al 1956 e fu introdotta da De Long , il quale modificò la posizione delle linee isoferrite,che non risultavano più uscenti da un medesimo punto bensì parallele fra loro, anche tenendo conto
del potere austenitizzante dell’azoto ed impiegando per la prima volta misure con metodo magnetico, più ripetitivo e standardizzabile della tecnica per via metallografica. Nonostante le modifiche apportate, tuttavia, i concetti di Creq e Nieq non furono mai abbandonati, ed anzi furono applicati anche ad altri ambiti non concernenti strettamente le tecnologie di saldatura. Irvine et Al.,nel 1959, adottarono un approccio analogo nello studio di leghe austenitiche a trasformazione controllata per applicazioni aeronautiche, nel quale fu quantificato separatamente l’effetto dei diversi elementi di lega sul grado di ferriticità della microstruttura a temperatura ambiente e sulle temperature caratteristiche di trasformazione martensitica. Pryce ed Andrews, nel 1960, tracciarono un diagramma di Schaeffler modificato per la previsione del tenore di ferrite-δ nelle leghe inossidabili austenitiche durante i trattamenti ad alta temperatura, nello
specifico 1150°C, sulla base dell’esigenza di previsione della duttilità a caldo di tali leghe. In tale ambito i concetti di Creq e Nieq furono impiegati anche per la previsione dell’attitudine delle leghe inossidabili austenitiche alla formazione di fase σ, infragilente, per effetto di prolungati trattamenti termici ad alta temperatura. Hull , nel 1973, svolse infine un’attività sistematica di caratterizzazione su 70 colate sperimentali di leghe inossidabili con tenori differenti di ben tredici
elementi alliganti, potendo in tal modo redigere una versione particolarmente accurata del diagramma di Schaeffler; in tale circostanza venne anche introdotta una funzione θ, espressa in base al potere austenitizzante di tutti gli elementi considerati, in grado di fornire un’immediata indicazione circa la stabilità della fase austenitica di una lega di prefissata composizione. Tale funzione esprimeva il tenore di Ni, da aggiungere alla lega, necessario per l’eventuale ristabilimento
della condizione di completa stabilità dell’austenite, essendo tale condizione già verificata nel caso di negatività del valore assunto dalla funzione θ.
Attualmente, le versioni più aggiornate del diagramma di Schaeffler risalgono ai lavori commissionati dal Welding Research Council (WRC), che si basano sull’elaborazione dei risultati della caratterizzazione di oltre 950 cordoni di saldatura eseguiti con metalli base e d’apporto noti sia
per composizione che per rapporto di diluizione . Tali lavori, pubblicati in due periodi successivi, il 1988 ed il 1992, e di cui la versione più aggiornata è riportata in , sono contraddistinti da una validità dichiarata sino a valori della percentuale in volume della ferrite pari al 65% e, nel caso dell’ultima versione, è tenuto in considerazione per la prima volta anche l’effetto austenizzane del Cu, sovente aggiunto negli acciai inossidabili austenitici per migliorarne le
caratteristiche di lavorabilità a freddo.