La pietra risulta essere del tipo natural combo con discreto spessore lato giallo, ma fortemente consumato verso la parte centrale e con una accentuata fossetta su un lato lungo.
La differenza di spessore tra i lati corti e la parte centrale maggiormente consumata, era di diversi millimetri.
Il supporto in legno mostra i segni del tempo e i risultati del prolungato uso di olio per l’affilatura.
La rimozione della pietra dal supporto di legno è stato abbastanza agevole per cui ho iniziato presto la cura della pietra.
In questa foto, di profilo e contro luce, si vede bene quanto fosse malamente consumata
Utilizzando una lastra di marmo quale supporto e un cospicuo numero di fogli di carta vetrata, telo smeriglio, acqua e olio di gomito ho iniziato a grattare il lato giallo.
Ho iniziato con grana 60, 80, 100, 120 e 180 per rifinire con 400 e 800, il tutto per circa 2 ore.
La pietra ora risulta quasi piana ad eccezione di una piccola fossetta sul bordo lungo, volutamente lasciata per non asportare altro materiale giallo, evitando cosi di far emergere la venatura scura (belga blu ?) come si nota, in questa foto, nel lato più corto della pietra.
Penso che ora la pietra sia utilizzabile.
Ben più lungo risulta essere il restauro del supporto. Il legno è fortemente impregnato di olio creando addirittura uno strato di poltiglia misto a sporcizia varia tale da rivestire tutte le superfici.
Ho provato a scartavetrare, ma l’olio è penetrato nel legno, per cui sto tentando di sciogliere l’olio con dello sgrassatore.
L’operazione è tutt’ora in corso e penso che una volta recuperato il legno quasi privo della patina oleosa, ci darò dentro per asportare qualche millimetro di legno superficiale fino a trovare la parte non contaminata.
Dopo di che tratterò il legno con mordente e vernice a finire trasparente.
PS: Ho provato la pietra e sorprendentemente lavora come la mia pomiciona e anche al microscopio i granati sono simili sia nel numero che nella disposizione.

. . . . ovviamente sono ben accetti consigli, correzioni e male parole sul lavoro eseguito . . . .
