GLOSSARIO degli STRUMENTI e ARMI da TAGLIO
Inviato: 18/05/2011, 7:37
Dal libro di Comi Ivano, Armi bianche corte contemporanee a lama fissa e a lama mobile. Guida ai componenti strutturali. 1992, U. Hoepli Edit., Milano.
Con integrazioni e revisione a cura di Alessandro Micheli, II edizione-febbraio 2007
ACCÉTTA: strumento da taglio e arma simile alla SCURE ma più piccola e perciò manovrabile con una mano sola.
ACCIÀIO: si definisce acciaio qualsiasi lega di ferro Fe e carbonio C fucinabile e deformabile a caldo,
contenente meno dell’1,7% di C, con la riserva degli acciai da utensili che contengono il 2% di C e il 12% di Cr. Quando la percentuale di C supera lo 0,3% circa, l’acciaio diventa temprabile. Gli acciai si distinguono in: acciai dolci, acciai semidolci, acciai duri, acciai speciali al carbonio, acciai poco legati e acciai legati. Per tenori di carbonio superiori all’1,7% si hanno le ghise acciaiose e poi le ghise propriamente dette, fino al 6,7%. Gli acciai binari, cioè quelli costituiti dalla lega dei due soli elementi Fe e C, possono essere variati e migliorati aggiungendo altri elementi: si avranno così gli acciai speciali (o acciai legati) debolmente o fortemente legati. Si dicono debolmente legati quando ogni elemento in lega non supera il 5% e fortemente legati quando almeno un elemento in lega supera il 5%. Quella che segue è una lista degli acciai più comuni usati dai coltellinai contemporanei e, ai fini della fucinatura, le proprietà fisico-chimiche di alcuni dei loro principali elementi costituenti. Il ferro occupa naturalmente almeno l’80% della composizione di questi acciai:
154-CM ( = Hitachi ATS-34, inox)
SAE D-2 (UNI X155CrMoV121KU)
AISI 440-C (inox, UNI X105CrMo17)
Carbonio 1,05
Carbonio 1,50
Carbonio 1,00
Cromo 14,00
Cromo 11,50
Cromo 17
Fosforo 0,030
Manganese 0,25/0,40
Manganese 0,40
Manganese 0,41
Molibdeno 1,00
Molibdeno 0,45
Molibdeno 4,00
Silicio 0,30/0,50
Nichelio 0,20
Silicio 0,25
Vanadio 0,90
Silicio 0,40
Zolfo 0,01 max.
SAE W-2 (UNI 102V2KU)
SAE F-8
SAE M-2 (HSS, UNI HS 6-5-2)
Carbonio 0,06/1,4
Carbonio 1,30
Carbonio 0,85
Manganese 0,25
Cromo 4.00
Cromo 4.20
Silicio 0,25
Tungsteno 8,00
Fosforo 0/0,03 max.
Vanadio 0,25
Vanadio 0,25
Manganese 0,25
Molibdeno 5,00
Silicio 0,30
Tungsteno 6,35
Vanadio 1,90
Zolfo 0/0,03 max.
SAE A-2 (UNI X100CrMoV51KU)
SAE 0-1 (UNI 95MnWCr5KU)
AISI 420 (inox, UNI X40Cr14)
Carbonio 1,00
Carbonio 0,90
Carbonio 0,40
Cromo 5,00
Cromo 0,50
Cromo 13
Manganese 0,50/0,70
Manganese 1,35
Manganese 1,00
Molibdeno 1,00
Silicio 0,35
Silicio 1,00
Silicio 0,25/0,40
Tungsteno 0,50
AISI 440-A (DIN X55CrMoSi14)
AISI 440-B (inox, DIN X90CrMoV18)
Hitachi ATS-55 (inox)
Carbonio 0,55
Carbonio 0,90
Carbonio 1,00
Manganese 1,00
Manganese 1,00
Cromo 14
Silicio 1,00
Silicio 1,00
Cobalto 0,40
Cromo 14
Cromo 18
Rame 0,20
Molibdeno 0,55
Molibdeno 1,00
Manganese 0,50
Vanadio 0,1
Molibdeno 0,60
Silicio 0,40
Elementi aggiuntivi degli acciai:
--Cromo: elemento chimico (Cr, n. atomico 24) che aumenta la penetrazione del trattamento termico e dei processi di indurimento. Generalmente è presente dallo 0,50% all’1,50%, ma in alcuni acciai raggiunge il 20; nella coltelleria, le leghe con almeno il 13% di Cr sono considerate inossidabili. Può interferire nella fucinatura causando fratture nell’acciaio.
--Fosforo: elemento chimico (P, n. atomico 15) generalmente considerato come impurità, ma che aumenta comunque la tenacità.
--Manganese: elemento chimico (Mn, n. atomico 25) normalmente presente negli acciai, agisce da disossidante. Interviene anche nel trattamento termico e aggiunge tenacità agli acciai. Presente in quantità che variano dallo 0,3% al 2%.
--Molibdeno: elemento chimico (Mo, n. atomico 42) che interviene fortemente nella durezza e nella tenacità dell’acciaio.
--Nichel: elemento chimico (Ni, n. atomico 28) che aggiunge tenacità e durezza agli acciai. Presente negli acciai in percentuali che variano dall’1% al 4%. In alcuni acciai supera il 38%.
--Piombo: elemento chimico (Pb, n. atomico 81) che aumenta la lavorabilità dell’acciaio e non ha effetti collaterali sulle proprietà generali del metallo. Varia in quantità tra lo 0,15% e lo 0,30%
--Silicio: elemento chimico (Si, n. atomico 14) che influenza positivamente durezza e tenacità dell’acciaio. Presente in quantità che variano dall’1,4% al 2,7%.
--Vanadio: elemento chimico (V, n. atomico 23) che ritarda la crescita dendritica negli acciai e aiuta a migliorare il controllo della struttura acciaiosa durante i trattamenti termici. Presente normalmente in quantità tra 0,16% e 0,22%.
--Tungsteno (o Wolframio): elemento chimico (W, n. atomico 74) che, usato in quantità moderata, migliora la grana dell’acciaio rendendola densa e ravvicinata.
--Zolfo: elemento chimico (S, n. atomico 16), di effetto negativo e presente come impurità nella maggior parte delle leghe.
ACCIAIÒLO: strumento per correggere e mantenere l’affilatura: esso riallinea, senza asportazione di truciolo, il filo delle lame, rendendolo così più tagliente; è costituito da una barretta cilindrica o lievemente conica, di acciaio duro, innestata in un manico. Conosciuto anche con il nome di acciaino e, meno propriamente, di acciarino.
ADUNCA: vd. FALCATA.
AFFILATURA: ultima fase di perfezionamento del tagliente e del filo, solitamente manuale, che succede all’ARROTATURA e che conferisce al filo della lama le massime capacità di recisione.
AFFILARASÓIO: vd. CORAMÈLLA.
ALA: ognuna delle due parti (o rami) nelle quali è divisa la molla (o SUSTA) dei coltelli a serramanico.
ALABARDA: arma bianca lunga da taglio e da punta, costituita da un’asta lunga 1,7 m, che porta a un’estremità una lama larga e tagliente a forma di scure da un lato e una punta uncinata dall’altro.
ALLUMINA: ottenuta in laboratorio per calcinazione dell’idrossido d’alluminio, si usa in fine polvere per asportare leggerissime formazioni di ruggine dalle lame.
ALLUNATA: punta o lama marcatamente centinata, con la costa più o meno còncava (sguanciata) nel tratto debole o debole e medio e l’apice rivolto all’indietro. Equivalente dell’inglese CLIP POINT.
ANATÒMICA: sinonimo d’impugnatura ERGONÒMICA o, meno propriamente, ORTOPÈDICA; l’impugnatura anatomica ha lo scopo di favorire e conservare le rette forme naturali della mano atteggiata nella presa.
ÀNGOLO DI AFFILATURA (e anche DI ARROTATURA): angolo formato dall’incontro di due rette, una passante sul piano della lama e l’altra passante sulla superficie affilante (cote) o arrotante (mola, nastro abrasivo); generalmente è compreso tra 19° (nelle lame sottili) e 44 ° (grossi utensili da taglio).
ÀNGOLO DI TAGLIO: angolo formato dalle due facce del tagliente che si congiungono nel vertice dato dal filo. È molto piccolo in rasoi e temperini e raggiunge i valori maggiori nei grossi utensili da lavoro (scuri, accette).
APPLEGATE-FAIRBAIRN (pron. apolghéit-fearbèrn): dopo la morte del capitano Sykes, il capitano Fairbairn, non completamente soddisfatto delle prestazioni del famoso stiletto da combattimento FAIRBAIRN-SIKES adottato dalle truppe anglo-americane in occasione del secondo conflitto mondiale, si dedicò alla stesura di un progetto per un nuovo pugnale da combattimento che migliorasse il vecchio F. S. Dalla sua collaborazione con il colonnello Rex Applegate, nacque, ma solo sulla carta, un nuovo modello di pugnale da combattimento puro. Solo 35 anni dopo la sua progettazione Applegate è riuscito a compiere la trasformazione da progetto su carta a modello reale.
ARCO: sbarretta di acciaio che costituisce il dorso del manico nei serramanico più semplici e sul quale sono fissate direttamente le guancette.
ARISTA: rilievo centrale su uno o ambedue i piatti della lama, avente funzione di rinforzo; sinonimo di NÈRVO.
ARKÀNSAS (PIETRA DELL’): fino alla diffusione degli abrasivi sintetici, questa è stata la principale PIETRA ABRASIVA utilizzata per affilare le lame. Si trova in commercio nei gradi di durezza (e grana): washita, soft (grossa e media), hard e black hard (media, fine e finissima). Esse sono ritagliate dalla NOVACOLITE, una roccia silicea particolarmente abbondante nello Stato americano dell’Arkansas, fatto che ha dato il nome alle coti ricavate da essa.
ARM KNIFE (pron. àrm-‘nàif): coltello da spalla; piccolo coltello fermo a doppio filo e trasportato nel fodero appeso all’esterno del braccio sinistro, vicino alla spalla.
ARMA BIANCA: si definiscono armi bianche (dal colore dell’acciaio) tutte le armi che feriscono di punta o di taglio e che precedettero l’avvento delle armi da fuoco, proprio per distinguerle da quest’ultime. In inglese si chiamano sidearms o cold steels.
ARRÈSTO: parte del fornimento dell’arma bianca con funzioni di fermo. In quelle lunghe da caccia, gli arresti evitano una eccessiva penetrazione della lama nelle carni dell’animale.
ARROTATURA: operazione di molatura che precede l’affilatura e che, mediante una mola abrasiva rotante, serve a formare o ripristinare il tagliente della lama.
ASCIA: strumento da taglio per lavorare il legname: diversamente dalla SCURE, è costituito da una lama leggermente ricurva con il taglio perpendicolare all’asse del manico, a foggia di zappa.
AUTOMATICO (COLTÈLLO): coltello a serramanico con apertura della lama operata da una molla, a sua volta liberata tramite l’azionamento di un pulsante o di una levetta e perciò detto anche coltello a scatto. Il movimento di apertura della lama può essere laterale a 180°, come in un normale serramanico (coltello a scatto a lama pieghevole), oppure frontale, quando la lama esce dal manico scorrendo sul suo asse, come nei serramanico a gravità (coltello a scatto a lama scorrevole). Quest’ultimo tipo, nell’inglese americano denominato impropriamente STILÉTTO presenta, inoltre, due varianti: ad azione singola e a doppia azione; questa si caratterizza per la possibilità di ritrarre la lama nel manico mediante la pressione del pulsante di scatto. Conosciuto anche con il nome popolare di MOLLÉTTA.
BAIONÉTTA: la baionetta prende il nome dalla città francese di Bayonne, luogo dove fu prodotta in origine. Fu usata per la prima volta nel XVI-XVII secolo per cacciare. Arma a doppio tagliente, inastata, la baionetta fu poi adottata negli armamenti militari.
BALISONG: in italiano coltello a fòrbice o a farfalla, è un coltello tipico delle Isole Filippine e della Malesia, nel quale il manico, diviso longitudinalmente a metà, racchiude la lama come in un astuccio; essa è incernierata con il tallone alle due metà, che aperte e ruotate di 180°, vanno a formare il manico, scoprendola.
BASTARDA: antico nome che designava un piccolo coltello fermo alloggiato nel fodero della spada. Attualmente il termine serve a indicare un coltello più piccolo contenuto nel fodero di uno più grande; tale coltello di scorta o di servizio è denominato backup nella lingua inglese.
BASTONE ANIMATO: particolare bastone da passeggio, di legno e/o metallo, diviso in due segmenti, con l’inferiore cavo all’interno, così che funge da fodero a una lama acuminata detta STOCCO o VERDUCO, immanicata nel segmento superiore.
BATTÈNTE: sporgenza del profilo del CÒLLO dalla parte del filo, che impedisce il contatto diretto tra quest’ultimo e la molla, a coltello chiuso; è conosciuto anche con il nome di SPERÓNE.
BILANCIAMÉNTO: si dice che un’arma è ben bilanciata quando, una volta impugnata, si presenti e si faccia “sentire” come un naturale prolungamento dell’avambraccio. Deve essere maneggevole e deve consentire una buona varietà di colpi di punta e/o di taglio, senza ripercuotersi con effetti sgradevoli su chi la impugna. il bilanciamento statico è la verifica che il baricentro si trovi sull’asse di rotazione. Il baricentro o centro di gravità è il punto di un corpo in cui si può immaginare concentrato tutto il suo peso. Un corpo che venga sospeso (per es. un’arma bianca) per il suo baricentro, si trova in equilibrio indifferente. Il bilanciamento dinamico è la verifica che l’asse di rotazione coincida con uno degli assi principali di inerzia del sistema.
BISÈLLO: smusso o rastrematura trasversale della lama, generalmente presente su entrambe le facce, che all’incontro dei suoi piani forma il filo di taglio. È il corrispondente del vocabolo inglese bevel.
BÌSTURI: coltello chirurgico a lama corta, spesso intercambiabile, e dal tagliente diritto, curvo o “panciuto”; nel bìsturi da gesso la lama è particolarmente robusta, mentre nel bìsturi bottonuto la punta è smussata e arrotondata.
BOCCAGLIO: detto anche bocchétta, è la protezione metallica che ripara la bocca del fodero dall’usura causata dal passaggio della lama; la parte esterna si chiama òrlo, quella interna maschio.
BÓLLO: marchio del costruttore stampigliato sulla faccia superiore (anteriore) del CÒLLO o del RICASSO.
BÒLO: vd. MACHETE.
BOLSTER (pron. bóulstaa): vd. MOSTRINA.
BOOT KNIFE (pron. buùt-‘nàif): coltello da stivale; piccolo coltello fermo (lama di 8-10 cm), spesso con doppio filo, portato in fondo alla gamba e occultato dal pantalone, dalla calza o dallo stivale.
BOTTÓNE: piccola sporgenza sferica o cilindrica che orna la parte terminale del PÓMO.
BOTTÓNE (DI SCATTO): elemento meccanico che, premuto, libera la forza di una molla. Presente sia su coltelli e pugnali con lama mobile a scatto (i cosiddetti AUTOMATICI), sia su daghe da duello con lama a seste (o a compasso). Sinonimo di PULSANTE.
BOWIE KNIFE (pron. bóui-‘nàif): termine traducibile con coltello Bowie, conosciuto presso di noi anche come coltello da caccia all’americana. Coltello massiccio (lama lunga 15-35 cm), robusto e dall’aspetto impressionante, il bowie è il coltello divenuto simbolo degli Stati Uniti d’America.
Nato nei primi anni del XIX secolo nel sud degli U.S.A., il bowie divenne presto famoso e largamente adottato da tutti i frontiersmen e gli outdoorsmen. Coltello caratterizzato da una lama larga e dalla punta, dalle prestazioni che spaziano dall’uso nella vita all’aria aperta, alla caccia, al combattimento. Il nome deriva da quello dei fratelli Bowie, che lo inventarono (Razine B.) e lo diffusero (James B., 1795-1836). Altre fonti attribuiscono la paternità dell’invenzione, avvenuta nel 1830, a James Black, un fabbro dell’Arkansas. Dopo il 1880 grandi quantità di bowie knife vennero prodotte ed esportate dagli USA in Inghilterra e nel resto d’Europa.
BRACCIO (DI GUARDIA): il braccio dell’elsa che sporge dalla parte del filo. In inglese forward quillon.
BRACCIO (DI PARATA): il braccio dell’elsa che nei coltelli sporge dalla parte della costa e nelle spade e nelle sciàbole dalla parte del falso. In inglese rear quillon.
BT2 (COATING): rivestimento protettivo delle lame brevettato dalla ditta BM; consiste in uno strato polimerico nero a base di Teflon, che conferisce una formidabile protezione contro la corrosione marina e una grande scorrevolezza superficiale.
CALCAGNO: estremità del manico variamente foggiata a seconda del tipo di coltello e/o della punta della lama (vd. anche PÓMO); quando è ricoperto da una borchia metallica dicesi calcagno calzato, mentre se sporge unilateralmente dicesi càlcio.
CARBÒNIO: elemento non metallico (C, n. atomico 6) che si trova sia allo stato elementare (diamante, grafite, ecc.) sia in quello combinato. Il carbonio rientra nella composizione degli acciai usati dai coltellinai in percentuali variabili da un minimo di 0,5% all’1,05% (high-carbon steel) e conferisce temprabilità e resistenza alla lega. Vd. anche alla voce ACCIAIO.
CARTÈLLA: il termine indica sia una delle due parti esterne dell’impugnatura (cartèlla esterna o, meglio, guancétta o lastrina, SCALE in inglese), sia una di quelle interne, cartèlle interne o piastrèlle (LINERS, in inglese), ossia le LÀMINE, che costituiscono la struttura di sostegno (il TELAIO) dell’impugnatura.
CLASP KNIFE (pron. clasp-‘nàif): nella terminologia anglosassone è il coltello a serramànico semplice, senza molla di ritegno della lama aperta (vd. anche SERRAMÀNICO, COLTÈLLO/PUGNALE A).
CLIP: termine che si traduce in fermaglio ma che può essere anche un bottone di fissaggio. Generalmente è una sbarretta metallica ed elastica, posta sul retro del fodero o sul lato del manico dei coltelli a lama mobile, per permettere di fissarlo alla cintura.
CLIP POINT: punta allunata di una lama; se la rastremazione (il clip) della costa è breve, interessando solo il tratto debole della lama, trattasi di standard c. p., se la concavità comincia già nel medio trattasi di long o California c. p.; se la SGUANCIATURA o la SMENTATURA sono accompagnate da un PETTO sul tratto di filo corrispondente, la denominazione corretta è turkish c. p. Vd. anche PUNTA. È la punta caratteristica del BOWIE KNIFE e di molti coltelli da caccia e di utilità americani (per es. Buck, Remington, ecc.).
CÒCCIA: specie di coppa metallica fissata tra la lama e il manico e che costituisce una delle tre parti della guardia nelle sciàbole.
CÓDOLO: parte del ferro che compenetra l’impugnatura. Si dice códolo integrale (códolo passante) quando emerge al sommo dell’impugnatura, qui fermato da una ribaditura sul pomo o da un dado (o altro) avvitato sulla parte finale filettata del códolo stesso. Si dice códolo parziale quando si ferma a circa 1/3 dalla profondità complessiva dell’impugnatura, dove è tenuto saldo da parti collanti e/o da rivetti passanti e ribaditi.
COLLARINO: anello in rilievo, situato tra il POMO e il resto del manico; più comunemente designa la coppia di MOSTRINE (BOLSTERS, in inglese) simmetriche che fungono da rinforzo e abbellimento del manico in corrispondenza dell’IMPOSTATURA e del CALCAGNO. Vd. anche FASCÉTTA e GHIÈRA.
CÒLLO: parte prossimale della lama adiacente all’IMPOSTATURA, sovente sagomata a foggia di SALVADITO. Nei coltelli a lama fissa, CÒLLO è sostituito dal termine TALLÓNE, mentre in quelli pieghevoli il CÒLLO, a coltello aperto, emerge sempre dall’IMPOSTATURA. Nelle armi bianche lunghe tale parte è denominata, invece, con l’antico nome di RICASSO.
COLTELLÉSCA: termine antico per indicare la guaìna (o fòdero) che protegge la lama dei coltelli fissi.
COLTÈLLO: strumento da taglio di foggia svariata da usare con una mano, impiegato sia come utensile sia come arma e sostanzialmente costituito da una LAMA d’acciaio o di ceramica con un bordo tagliente, innestata in un MÀNICO.
CÓLTRO: anticamente detto anche cultro, è la lama tagliente disposta verticalmente nell’aratro poco avanti al vòmere; esso ha il compito di tagliare verticalmente il terreno, che viene poi sezionato orizzontalmente dal vòmere e la zolla che ne risulta è infine rovesciata lateralmente e frantumata dal versóio.
COMBAT KNIFE (pron. còmbat-‘nàif): si traduce in coltello da combattimento e designa un’arma bianca corta solitamente a un filo e controtaglio che si presta a usi polivalenti.
COMBAT-SURVIVAL KNIFE (pron. còmbat-sörvàivol-‘nàif): denominazione americana che si traduce in coltello da combattimento e sopravvivenza e che designa un tipo di arma bianca corta progettata e realizzata per la prima volta negli Stati Uniti, adatta al combattimento e alla sopravvivenza. Questo modello è identico nelle prestazioni al combat-knife, con il vantaggio di possedere un’impugnatura cava che gli consente ulteriori specializzazioni di utilizzo. L’impugnatura cava alloggia fiammiferi, pillole disinfettanti per rendere potabile l’acqua, ami e lenze, cerotti, bussola incorporata nel pomo e guarnizione O-ring sul pomo per evitare infiltrazioni di acqua o polvere all’interno dell’impugnatura e altri piccoli accessori utili per il pronto soccorso e la sopravvivenza personale.
Ricordiamo a titolo di esempio il modello 18 Attack-survival del 1963 di Randall, esposto anche al Museo di Arte Moderna di New York, l’ST23 Combat-survival di W. Moran (senza impugnatura cava, progettato durante la guerra del Viet-Nam), la serie di coltelli offerta in varie dimensioni e modelli dal coltellinaio J. Lile, il Survival-fighting (knife) di R. Parrish, coltello adottato da unità aviotrasportate canadesi e francesi per compiti speciali, i modelli Jungle King I e J. K. II della spagnola Aitor. Comunque, Randall non fu il primo a pensare a un coltello con impugnatura cava. Già nel 1940 circa la Case & Company di Bradford, industria di coltelli, aveva realizzato e prodotto in quantità limitatissime il primo coltello con impugnatura cava e pomo a vite. Anche nel 1957 la Marble’s Arm Corporation aveva realizzato un coltello prodotto immediatamente in grande serie dalla Camillus Cutlery il cui nome era U.S. NAVY AIR FORCE personnel survival knife.
COMBOEDGE (pron. comboègg): originariamente introdotto dal marchio BM, è traducibile con il termine taglio combinato; esso designa il filo di lama parzialmente e variamente dentellato per un mezzo o un terzo del suo sviluppo.
CONTROTAGLIO: sinonimo di controfilo, falso taglio e FALSO FILO; nelle sciàbole, nei coltelli a un filo e un terzo, e in tutta la varietà di lame che presentano una CÒSTA fortemente assottigliata (sfrondata) nel terzo distale (debole), si definisce controtaglio questa porzione del debole che può essere affilata o no; tale conformazione del terzo distale ha la funzione di favorire la penetrazione e il potere di recisione della lama.
CONTROTALLÓNE: nei coltelli/pugnali a serramanico il controtallóne è una lastrina del medesimo spessore dell’ARCO, posizionata all’altezza del CALCAGNO, che serve a completarlo e a continuare la parte dorsale dell’impugnatura. Nei coltelli/pugnali a serramanico complessi il controtallóne non è altro che il prolungamento, pareggiato al calcagno, dell’ala minore della molla interna.
CORAMÈLLA: striscia di cuoio fissata su un supporto che, ingrassata e cosparsa di pasta abrasiva finissima, serve a dare l’ultima affilata a rasoi e coltelli.
CÒRNO: materiale che costituisce le protuberanze cefaliche tegumentali od ossee, o tegumentali e ossee nello stesso tempo. Antilopi, gazzelle, bovini e ovini sono cavicorni e le protuberanze stesse sono dette còrna. Cervi, daini e renne sono plenicorni e le protuberanze sono chiamate, più propriamente, palchi. Le corna e i palchi degli animali vengono lavorate per ricavarne impugnature a tutto tondo, impugnature per coltelli a lame mobili, cioè fessurate nel mezzo, oppure guancétte e inserti.
CÒSTA: parte massiccia della lama opposta al filo, detta SPINE in inglese e detta anche, meno propriamente, DÒRSO. La còsta può attenuarsi gradatamente fino a terminare in una parte sottile (solitamente il debole o terzo distale) e, alcune volte, affilata. In quest’ultimo caso la lama avrà la caratteristica di avere il filo che continua anche per un tratto superiore e si definirà lama a un filo e un terzo, oppure lama a un terzo di filo, oppure lama a un filo e controtaglio oppure lama a un filo e mezzo. La costa si presta comunque a variazioni di forma calcolate anche in relazione alla destinazione funzionale dell’arma.
CÒSTOLA: ulteriore ispessimento della CÒSTA, frequente nelle lame da combattimento, con lo scopo di conferire maggior peso e quindi maggior potere d’impatto inerziale, più elevata solidità, maggiore rigidità trasversale all’arma. Può anche essere un rivestimento metallico sovrapposto e sagomato alla forma del dorso.
CÒTE: pezzo, spesso opportunamente sagomato, di PIETRA ABRASIVA per affilare manualmente le lame.
CRÈSTA: tratto tagliente della CÒSTA in prossimità della punta; nei coltelli da innesto è il risalto, non affilato, che serve a staccare la corteccia dal legno.
CROCIERA: termine (letteralmente guardia a croce) che equivale a elsa a croce. Col termine CROSS-GUARD (o QUILLONS o cross-bar) si indica la forma più elementare e primitiva di difesa, che proprio per il fatto di assomigliare e/o rappresentare la croce, arricchisce l’arma di significati simbolici. L’elsa a croce, appunto, è la forma di guardia più semplice, che in questo caso si può chiamare semplicemente travèrsa.
CROMATURA: rivestimento elettrochimico di cromo, che si effettua in bagni di anidride cromica impiegando ànodi di piombo antimonioso. Alcune lame possono essere cromate e ciò avveniva sovente in passato, prima che si diffondesse l’impiego dell’acciaio inossidabile nella loro costruzione .
CROSS-GUARD (pron. cròs-gaard): termine (letteralmente guardia a croce) che traduce l’italiano CROCIERA.
CUSTOM KNIFE (pron. càstom-‘nàif): propriamente è l’appellativo di un coltello costruito per il cliente, fatto su commissione: “tutti i coltelli custom sono fatti a mano, ma non tutti i coltelli fatti a mano sono custom”. Il termine custom è ormai usato dovunque, per esempio per distinguere coltelli fatti in serie di produzione artigianale, e ha perso tutto il valore e le connotazioni fondamentali che facevano e fanno ancora di un custom un coltello unico, esclusivo, realizzato in base alle precise richieste del committente, discusso preventivamente nei minimi dettagli per quanto riguarda i materiali e la forma. Il termine custom si è esteso anche alla produzione industriale, creando confusione nell’esatta accezione del termine presso il vasto pubblico.
CUTTER (pron. càtaa): vd. TAGLIERINA.
DAGA: arma bianca a due fili (anche a un filo) e punta, con impugnatura simmetrica, di dimensioni intermedie tra il pugnale e la spada corta. La derivazione etimologica è dal latino spatha daca (spada dei Daci).
DAMASCO (ACCIAIO): le lame di acciaio damasco rappresentano l’apice della pratica di forgia sia per bellezza sia per qualità meccanica e, nel caso di lame contemporanee di firma prestigiosa, hanno un preciso valore di mercato che nel tempo sale continuamente. L’acciaio di Damasco (acciaio damaschino, acciaio damascato, pattern welding, watered steel) o, riduttivamente, damasco, è un tipo particolare di acciaio che dopo avere subito delle lavorazioni specifiche, assume l’aspetto finale di un acciaio contrastato cromaticamente (watering), con chiaro-scuri e bianco-grigi, con un andamento di questi contrasti più o meno regolare che agli occhi dell’esperto sono rivelatori della bontà della lama e della bravura dell’artigiano. Il termine damasco è tipicamente occidentale ed europeo. Si pensa che il termine sia stato attribuito a questo acciaio dai Crociati e da coloro che intrattenevano relazioni commerciali col Levante. È da notare come l’elemento onda-superficie-movimento-specchio ricorra nella definizione del damasco presso tutti i popoli, questo perchè la primitiva accezione del termine non si è mai persa storicamente, e si noti come la definizione stessa di damasco tragga la propria origine dal modo di interpretare l’aspetto delle proprie lame da parte degli autori orientali: “una superficie ondulata come quella di un fiume”. Il termine damasco nella cultura europea è probabilmente legato a una ragione economico-geografica: il commercio delle lame finite avveniva a Damasco, e poi perché Dimisk-As-Sham, la città siriana, era, oltre che raccolta di armi, il punto di arrivo e di partenza delle carovane dirette alla volta della Turchia, dell’Africa del Nord, dei Balcani, dell’Europa.
Esistono due tipi fondamentali di damasco diversi per definizione, composizione e ottenimento: quello indiano, altrimenti chiamato wootz, damasco orientale, acciaio fuso o acciaio al crogiolo, e il damasco saldato europeo. Entrambi gli acciai hanno avuto largo impiego sia in Occidente sia in Oriente, e la storia della loro scoperta e del loro perfezionamento è estremamente stimolante per gli studi scientifici sulle conoscenze metallurgiche e i relativi processi conoscitivi presso i popoli dell’antichità.
DIFÉSA: vd. anche la voce ÉLSA. Nome generico per designare tutto il complesso dei dispositivi predisposti a salvaguardia della mano che impugna l’arma bianca.
DISTANZIALE: sinonimo di distanziatore e SPAZIATORE.
DIRK: con il termine dirk si designa il coltello scozzese (di probabile derivazione dal pugnale a rognoni) in uso nel XVII secolo come arma civile e nel XIX secolo come arma militare. La lama ha un filo e punta, e pomo con pietra semipreziosa di colorazione dell’associazione di appartenenza. Nella cultura anglosassone il termine dirk si estende a definire certe corte sciàbole in dotazione agli ufficiali navali (inglesi e americani) nel tardo XVIII secolo (naval dirk) e a certi coltelli mediterranei (mediterranean dirk). Il dirk è un’arma molto copiata e riprodotta ai giorni nostri da molti coltellinai.
DISCHÉTTO: elemento circolare di guscio di tartaruga, cuoio, corno, ambra, ecc., che, forato al centro, viene infilato sul codolo in serie progressiva o alternata a creare motivi decorativi, in modo da comporre, nella totalità, l’impugnatura.
DÒRSO: usato impropriamente per indicare la parte della lama opposta al FILO, detta meglio CÒSTA, e, correttamente, invece, la corrispondente parte del MÀNICO.
DRAGÓNA: in origine designava una striscia di cordoncino o di cuoio terminante in un fiocco o in una nappa e fissata all’elsa delle sciàbole militari. Per estensione, il termine denota oggi tutti i tipi di lacci, cinghiette o maniglie che assicurano un’impugnatura alla mano, traducendo l’anglosassone lanyard.
DROP POINT (pron. dròp-pòint): la forma di questa punta è un compromesso tra la punta rovesciata e la punta a trinciante (vd. PUNTA) ed è nota con il nome di punta a goccia; può anche essere considerata una punta a trinciante asimmetrica: infatti il profilo della costa s’incurva con un arco convesso (SMÓSCIO) a incontrare il filo, formando la punta poco più in alto della mezzeria della lama; è molto diffusa tra i coltelli da caccia e di utilità, data la sua robustezza e manovrabilità.
DURÉZZA: la durezza è la proprietà di un materiale di opporsi alla penetrazione da parte di un corpo duro che ne viene a contatto. Varie sono le prove di verifica della durezza dei metalli. Ricordiamo le prove Brinnell, Vickers, Herbert, Shore, Rockwell, quest’ultima la più diffusa. Questo metodo (inventato dall’ingegnere americano S. Rockwell) fornisce un indice della durezza di un materiale sottoposto all’azione di un penetratore a sfera del diametro di 1/16 di pollice di acciaio duro (HRB), o a cono di diamante (HRC) se la durezza è maggiore di 200. La durezza è ricavata dalla misura dell’affondamento e si esprime come differenza tra l’affondamento di un carico finale di 100 Kgf (HRb) e di 180 Kgf (HRc) e quello corrispondente a un carico di 10 Kgf. Ricordiamo che per i maestri di forgia il test di Rockwell non è assolutamente indicativo e determinante per le qualità globali della lama. Essi adottano molteplici sistemi di verifica non solo della durezza, ma anche della capacità di taglio, di elasticità e flessibilità della lama, della ritenzione del filo, della capacità di penetrazione, della distribuzione del peso e degli equilibri.
ELASTICITÀ: proprietà di un corpo sottoposto a sollecitazione di deformarsi e di riprendere la forma iniziale una volta esauritasi la sollecitazione.
ÉLSA: detta anche élso. Protezione della mano a forma di sbarretta: nella sua forma più classica e diffusa è posta trasversalmente rispetto all’impugnatura e alla lama, e giacente nel medesimo piano di queste. La sua morfologia spazia dall’estrema essenzialità al formalismo più esasperato. Il corpo intero dell’elsa è formato da una parte centrale o massello, da una crociera che è il punto dell’elsa attraverso cui passa il códolo, dai due BRACCI (di guardia e di parata, QUILLONS in inglese) della travèrsa, che si dipartono dai lati minori del massello e che possono essere dritti, curvati simmetricamente o curvati e opposti l’uno all’altro. Nella sua forma più semplice l’elsa consente l’uso ambidestro dell’arma, poi con l’aggiungersi degli elementi di difesa (archetti, ponti, arresti, rami, coccia, ecc.), soprattutto nelle armi bianche lunghe, condiziona, unitamente all’intensificarsi della DIFESA, l’uso con la mano destra o sinistra.
ERGONÒMICA: vd. ANATÒMICA.
ESPANSO (a taglio): lama con il filo molto sporgente, convesso ad arco di circonferenza.
FACÃO (pron. facón): equivalente in lingua portoghese del termine spagnolo MACHETE.
FACCIA: vd. PIATTO.
FALCE FIENÀIA: strumento per tagliare gli steli dell’erba, composto da una grande e sottile lama, pressappoco triangolare e poco adunca, innestata su un lungo manico provvisto di maniglie per manovrarlo con entrambe le mani.
FALCE MESSÒRIA: detta anche falciòla, è la piccola falce dalla lama stretta e sottile, piegata a semicerchio, e dal manico corto, da impugnare con una mano.
FALCIÓNE: antica arma bianca inastata, con lama di svariate forme e manico più o meno lungo a seconda delle epoche, di probabile derivazione dalla FALCE FIENAIA; dal XVI secolo si trasformò in arma da parata solenne.
FALSE EDGE (pron. foóls-ègg): SFRONDATURA della CÒSTA, o CONTROTAGLIO affilato; se il controtaglio non è affilato, esso viene denominato SWEDGE.
FALSO FILO: anche se il termine falso filo, probabile traduzione dell’inglese FALSE EDGE, è impiegato nel linguaggio corrente dei coltellinai, è preferibile sostituirlo con i sinonimi più corretti di CONTROTAGLIO, o falso taglio, o controfilo.
FANTASY KNIFE (pron. fèntaśi-‘nàif): termine che designa delle armi bianche particolarmente ricercate nell’effetto estetico, che quasi sempre perdono le loro connotazioni primarie di armi-strumenti, e che sono molto lontane dalla deontologia costruttiva delle high-art blades, lame dove l’eleganza formale e la grande qualità sono gli imperativi del loro essere.
FARFALLA (COLTÈLLO A): vd. BALISONG.
FASCÉTTA: nei coltelli a serramanico senza molla è la GHIÈRA incompleta, detta anche VIRÒLA, che avvolge l’impugnatura nel punto di fulcro della lama, com’è il caso dei francesi Opinel.
FÉRMO (COLTÈLLO): sinonimo di coltèllo a lama fissa.
FERRATO (COLTÈLLO): dicesi di coltello a serramanico che ha l’impugnatura composta da CARTÈLLE, ossia da due guancétte più o meno sagomate e fissate su delle piastrèlle metalliche giustapposte, tra le quali alloggia la lama.
FÈRRO: il ferro (Fe, n. atomico 26) è il metallo più diffuso e usato sulla Terra. Allo stato nativo si trova solo in piccole quantità in giacimenti della Groenlandia e nelle meteoriti. Il ferro legato con il carbonio dà origine alle ferro-leghe: ghisa e acciaio. Nel mondo delle lame il ferro si usa sempre carbonato, cioè come acciaio con percentuali di carbonio che variano dallo 0,5% all’1,6%: il ferro non viene mai usato allo stato puro per la creazione di lame taglienti.
FÉSSO: fenditura ricavata nel manico dei coltelli pieghevoli, che serve ad alloggiare la lama a riposo quando il coltello è chiuso.
FIAMMEGGIANTE: dicesi di lama molto sinuosa, come quella del kriss malese.
FIANCO: vd. PIATTO.
FIGHTING KNIFE (pron. fàitin’nàif): termine che si traduce in coltello da combattimento e definisce un pugnale pensato quasi esclusivamente per l’offesa, l’attacco a sorpresa, la stoccata mortale. La caratteristica fondamentale di questo pugnale è di avere generalmente una sezione a losanga, lama a doppio filo, piuttosto stretta, appuntita e affilatissima, impugnatura antisdrucciolo e ambidestra, provvista di elsa. Progettati eminentemente per la penetrazione acuta e mortale, questi pugnali hanno poca versatilità di impiego.
FIGHTING-UTILITY KNIFE (pron. fàitin’iutìliti-‘nàif): la definizione ufficiale del termine si deve alla Ka-Bar Union Cutlery che nel mese di dicembre del 1942 sottopose e ottenne l’approvazione dalla Marina Militare Americana (corpo dei Marines) per la fornitura, come dotazione personale, di un coltello che si prestasse sia all’uso in combattimento che alle normali esigenze della vita militare. Conosciuto in tutto il mondo come Camillus, soprattutto in ambiente militare, anche se la Camillus Cutlery fu non la sola e la prima a realizzare questo tipo di coltello. Altre case furono la case Cutlery, Ka-Bar Union Cutlery, Imperial, ecc. La definizione si è estesa a comprendere tutti quei coltelli dalle prestazioni polivalenti ma strettamente legate a quattro ruoli cardinali: combattimento, sopravvivenza, coltello/arma da campo e caccia, pugnale.
FILO: profilo marginale del TAGLIENTE. Si dice FILO il tagliente della lama orientato all’esterno rispetto a chi impugna l’arma.
FLICK KNIFE (pron. flich-‘nàif): termine britannico che designa il coltello AUTOMATICO, a scatto.
FOLDING FIGHTING KNIFE (pron. fóldin’fàitin-‘nàif): termine che si traduce in coltello pieghevole da combattimento e che designa un coltello a lama mobile da combattimento puro.
FORBITURA: il termine indica un processo molto spinto di POLITURA che permette di ottenere una superficie assai lucida, speculare, delle lame; è una finitura particolarmente diffusa tra quelle giapponesi.
FORGIATURA: vd. FUCINATURA.
FORNIMÉNTO: oppure fornimentazione, è tutto ciò che concorre al completamento, utilizzo e conservazione dell’arma. Per es. impugnatura, élsa, fòdero, ecc.
FOSFATAZIÓNE (FOSFATIZZAZIÓNE): vd. anche PARKERIZZAZIÓNE (COSLETIZZAZIÓNE). Trattamento protettivo dei metalli. Consiste nell’immergere in un bagno di soluzione fosfatica i metalli, dopo che siano stati sottoposti a decapaggio e sabbiatura. Si fosfatano a volte le lame delle armi bianche.
FRAME (pron. fréim): è l’equivalente anglosassone del TELAIO dell’IMPUGNATURA.
FUCINATURA: processo di lavorazione del metallo per deformazione plastica a caldo mediante attrezzi industriali (magli, presse) o manuali (martelli, mazze). Nella fucinatura manuale, che è quella che interessa le armi bianche, il pezzo da lavorare viene spostato e ruotato più volte, deformato e riscaldato più volte, sino ad ottenere la forma desiderata. Le lame di alto artigianato possono essere forgiate (a mano) dal monoacciaio o dal damasco.
GEAR KNIFE (pron. ghìa’naif): vd. MULTIUSO (COLTELLO).
GHIÈRA: anello o cupoletta di metallo che avvolge il manico all’altezza dell’IMPOSTATURA; nei serramanico senza molla la ghiera è interrotta per permettere il movimento della lama: in tal caso si chiama più propriamente FASCÉTTA e, se girevole per poter bloccare la lama aperta (sistema Virobloc della Opinel), VIRÒLA.
GÒLOK: vd. MACHETE.
GRIP: termine che equivale a impugnatura, presa, manico. Nella terminologia tecnica dei coltellinai americani grip può comprendere e definire la presa, la buona afferrabilità dell’impugnatura dell’arma, oltre che il componente strutturale (l’IMPUGNATURA fisica).
GUANCIA: designa ciascuna delle due parti del manico, corrispondenti alle facce della lama, anche se è costituito di un solo pezzo. I diminutivi guancétta e guanciòla sono riservati, invece, ai due elementi esterni dell’IMPIALLACCIATURA.
GUARDAMANO: arco metallico che, unendo la coccia al pomo di spade o sciabole, serve a riparare la mano. Con significato più esteso, designa tutto ciò che concorre a salvaguardare e proteggere la mano.
GUARD (pron. gaard): letteralmente GUARDIA, ma corrisponde più esattamente all’italiano ÉLSA.
GUARDIA: sinonimo di GUARDAMANO.
GUT-HOOK (pron. gat-huch): vd. anche SKINNER KNIFE. Termine che si traduce in gancio per sventrare e che designa un tipo particolare di coltello provvisto sulla parte dorso-apicale della lama di un gancio, o meglio, il gancio è una sagomatura particolare della costa. L’ideale per l’utilizzo di questa lama è che sia affilata anche nel tratto compreso al di sotto della parte posteriore del gancio, cioè solo sul piccolo tratto finale della costa. La funzione di questo coltello è di perforare con la punta la pelle dell’animale, e una volta agganciata questa con l’uncino, di far scivolare, con un movimento a cerniera lungo tutto l’addome dell’animale, la parte affilata della costa, favorendo cosi una più rapida apertura dell’addome dell’animale e, si vuole metodo più sicuro, nel senso che non si corre il rischio di tagliare anche i visceri.
HILT (pron. hilt): vd. ÉLSA.
HUNTING KNIFE (pron. àntin-‘nàif): coltello da caccia; usato per scuoiare e sviscerare la selvaggina, è caratterizzato da una lama lunga da 8 a 16 cm, provvista di un filo e, almeno, di un rudimento di BRACCIO DI GUARDIA.
IMBOTTITURA: nei coltelli a serramanico è un qualsiasi elemento piatto che funge da distanziatore, interposto tra le piastrine metalliche (CARTÈLLE) che sostengono le parti mobili, o tra gli strati che alloggiano i diversi utensili nei coltelli multiuso. Tipico elemento dell’imbottitura è il CONTROTALLÓNE riportato, aggiunto nei casi in cui non è possibile impiegare l’ala minore della molla interna per espletare tale funzione.
IMPIALLACCIATURA: è formata dalle due CARTÈLLE esterne (o guancétte) applicate (rivettate, avvitate o incollate) a ciascuna piastrèlla metallica (o LÀMINA) dell’impugnatura. Il termine è stato mutuato dalla tecnologia del legno e dovrebbe essere usato, quindi, solamente nel caso si tratti di guancette di legno.
IMPOSTATURA: parte terminale del manico ove s’innesta la lama; più specificamente, nei coltelli a serramanico è la parte situata intorno al fulcro della lama.
IMPUGNATURA: parte dello strumento che si prende con la mano per adoperarlo, chiamata anche MÀNICO. L’impugnatura può essere più o meno anatomica, può essere soprattutto funzionale o prevalentemente estetica, prestandosi a infinite interpretazioni esecutive.
INCÀVO: il termine è sinonimo di sólco, scanalatura, e descrive i solchi e le scanalature presenti sulla lama. La sua funzione è duplice. Si vuole che l’incavo impedisca l’effetto di suzione dell’aria e accompagni la fuoriuscita del sangue dalla ferita; in realtà la scanalatura serve per impedire l’eccessiva flessibilità della lama, poiché, scanalando entrambi i lati di una lama, questa diventa più rigida. Per motivi meccanici, la scanalatura stretta viene preferita a quella più ampia, anche se con la stessa profondità.
INSELLATURA: porzione leggermente concava del profilo della CÒSTA, nel forte o nel medio della lama.
INSÈRTO: l’equivalente italiano dell’inglese inlay (pron. ìnlei) è una placchetta (detta perciò anche piastrina) di forma variata (rettangolare, ovale, sagomata) e di materiale eterogeneo (spesso decorativo) rispetto alla guancetta dell’impugnatura nella quale è inserita per fini estetici o ergonomici (presa più sicura).
INTERFRAME (pron. interfréim): metodo di costruzione dell’impugnatura nelle cui cartelle esterne è incastonato un INSÈRTO distintivo.
ITAK: vd. MACHETE.
Con integrazioni e revisione a cura di Alessandro Micheli, II edizione-febbraio 2007
ACCÉTTA: strumento da taglio e arma simile alla SCURE ma più piccola e perciò manovrabile con una mano sola.
ACCIÀIO: si definisce acciaio qualsiasi lega di ferro Fe e carbonio C fucinabile e deformabile a caldo,
contenente meno dell’1,7% di C, con la riserva degli acciai da utensili che contengono il 2% di C e il 12% di Cr. Quando la percentuale di C supera lo 0,3% circa, l’acciaio diventa temprabile. Gli acciai si distinguono in: acciai dolci, acciai semidolci, acciai duri, acciai speciali al carbonio, acciai poco legati e acciai legati. Per tenori di carbonio superiori all’1,7% si hanno le ghise acciaiose e poi le ghise propriamente dette, fino al 6,7%. Gli acciai binari, cioè quelli costituiti dalla lega dei due soli elementi Fe e C, possono essere variati e migliorati aggiungendo altri elementi: si avranno così gli acciai speciali (o acciai legati) debolmente o fortemente legati. Si dicono debolmente legati quando ogni elemento in lega non supera il 5% e fortemente legati quando almeno un elemento in lega supera il 5%. Quella che segue è una lista degli acciai più comuni usati dai coltellinai contemporanei e, ai fini della fucinatura, le proprietà fisico-chimiche di alcuni dei loro principali elementi costituenti. Il ferro occupa naturalmente almeno l’80% della composizione di questi acciai:
154-CM ( = Hitachi ATS-34, inox)
SAE D-2 (UNI X155CrMoV121KU)
AISI 440-C (inox, UNI X105CrMo17)
Carbonio 1,05
Carbonio 1,50
Carbonio 1,00
Cromo 14,00
Cromo 11,50
Cromo 17
Fosforo 0,030
Manganese 0,25/0,40
Manganese 0,40
Manganese 0,41
Molibdeno 1,00
Molibdeno 0,45
Molibdeno 4,00
Silicio 0,30/0,50
Nichelio 0,20
Silicio 0,25
Vanadio 0,90
Silicio 0,40
Zolfo 0,01 max.
SAE W-2 (UNI 102V2KU)
SAE F-8
SAE M-2 (HSS, UNI HS 6-5-2)
Carbonio 0,06/1,4
Carbonio 1,30
Carbonio 0,85
Manganese 0,25
Cromo 4.00
Cromo 4.20
Silicio 0,25
Tungsteno 8,00
Fosforo 0/0,03 max.
Vanadio 0,25
Vanadio 0,25
Manganese 0,25
Molibdeno 5,00
Silicio 0,30
Tungsteno 6,35
Vanadio 1,90
Zolfo 0/0,03 max.
SAE A-2 (UNI X100CrMoV51KU)
SAE 0-1 (UNI 95MnWCr5KU)
AISI 420 (inox, UNI X40Cr14)
Carbonio 1,00
Carbonio 0,90
Carbonio 0,40
Cromo 5,00
Cromo 0,50
Cromo 13
Manganese 0,50/0,70
Manganese 1,35
Manganese 1,00
Molibdeno 1,00
Silicio 0,35
Silicio 1,00
Silicio 0,25/0,40
Tungsteno 0,50
AISI 440-A (DIN X55CrMoSi14)
AISI 440-B (inox, DIN X90CrMoV18)
Hitachi ATS-55 (inox)
Carbonio 0,55
Carbonio 0,90
Carbonio 1,00
Manganese 1,00
Manganese 1,00
Cromo 14
Silicio 1,00
Silicio 1,00
Cobalto 0,40
Cromo 14
Cromo 18
Rame 0,20
Molibdeno 0,55
Molibdeno 1,00
Manganese 0,50
Vanadio 0,1
Molibdeno 0,60
Silicio 0,40
Elementi aggiuntivi degli acciai:
--Cromo: elemento chimico (Cr, n. atomico 24) che aumenta la penetrazione del trattamento termico e dei processi di indurimento. Generalmente è presente dallo 0,50% all’1,50%, ma in alcuni acciai raggiunge il 20; nella coltelleria, le leghe con almeno il 13% di Cr sono considerate inossidabili. Può interferire nella fucinatura causando fratture nell’acciaio.
--Fosforo: elemento chimico (P, n. atomico 15) generalmente considerato come impurità, ma che aumenta comunque la tenacità.
--Manganese: elemento chimico (Mn, n. atomico 25) normalmente presente negli acciai, agisce da disossidante. Interviene anche nel trattamento termico e aggiunge tenacità agli acciai. Presente in quantità che variano dallo 0,3% al 2%.
--Molibdeno: elemento chimico (Mo, n. atomico 42) che interviene fortemente nella durezza e nella tenacità dell’acciaio.
--Nichel: elemento chimico (Ni, n. atomico 28) che aggiunge tenacità e durezza agli acciai. Presente negli acciai in percentuali che variano dall’1% al 4%. In alcuni acciai supera il 38%.
--Piombo: elemento chimico (Pb, n. atomico 81) che aumenta la lavorabilità dell’acciaio e non ha effetti collaterali sulle proprietà generali del metallo. Varia in quantità tra lo 0,15% e lo 0,30%
--Silicio: elemento chimico (Si, n. atomico 14) che influenza positivamente durezza e tenacità dell’acciaio. Presente in quantità che variano dall’1,4% al 2,7%.
--Vanadio: elemento chimico (V, n. atomico 23) che ritarda la crescita dendritica negli acciai e aiuta a migliorare il controllo della struttura acciaiosa durante i trattamenti termici. Presente normalmente in quantità tra 0,16% e 0,22%.
--Tungsteno (o Wolframio): elemento chimico (W, n. atomico 74) che, usato in quantità moderata, migliora la grana dell’acciaio rendendola densa e ravvicinata.
--Zolfo: elemento chimico (S, n. atomico 16), di effetto negativo e presente come impurità nella maggior parte delle leghe.
ACCIAIÒLO: strumento per correggere e mantenere l’affilatura: esso riallinea, senza asportazione di truciolo, il filo delle lame, rendendolo così più tagliente; è costituito da una barretta cilindrica o lievemente conica, di acciaio duro, innestata in un manico. Conosciuto anche con il nome di acciaino e, meno propriamente, di acciarino.
ADUNCA: vd. FALCATA.
AFFILATURA: ultima fase di perfezionamento del tagliente e del filo, solitamente manuale, che succede all’ARROTATURA e che conferisce al filo della lama le massime capacità di recisione.
AFFILARASÓIO: vd. CORAMÈLLA.
ALA: ognuna delle due parti (o rami) nelle quali è divisa la molla (o SUSTA) dei coltelli a serramanico.
ALABARDA: arma bianca lunga da taglio e da punta, costituita da un’asta lunga 1,7 m, che porta a un’estremità una lama larga e tagliente a forma di scure da un lato e una punta uncinata dall’altro.
ALLUMINA: ottenuta in laboratorio per calcinazione dell’idrossido d’alluminio, si usa in fine polvere per asportare leggerissime formazioni di ruggine dalle lame.
ALLUNATA: punta o lama marcatamente centinata, con la costa più o meno còncava (sguanciata) nel tratto debole o debole e medio e l’apice rivolto all’indietro. Equivalente dell’inglese CLIP POINT.
ANATÒMICA: sinonimo d’impugnatura ERGONÒMICA o, meno propriamente, ORTOPÈDICA; l’impugnatura anatomica ha lo scopo di favorire e conservare le rette forme naturali della mano atteggiata nella presa.
ÀNGOLO DI AFFILATURA (e anche DI ARROTATURA): angolo formato dall’incontro di due rette, una passante sul piano della lama e l’altra passante sulla superficie affilante (cote) o arrotante (mola, nastro abrasivo); generalmente è compreso tra 19° (nelle lame sottili) e 44 ° (grossi utensili da taglio).
ÀNGOLO DI TAGLIO: angolo formato dalle due facce del tagliente che si congiungono nel vertice dato dal filo. È molto piccolo in rasoi e temperini e raggiunge i valori maggiori nei grossi utensili da lavoro (scuri, accette).
APPLEGATE-FAIRBAIRN (pron. apolghéit-fearbèrn): dopo la morte del capitano Sykes, il capitano Fairbairn, non completamente soddisfatto delle prestazioni del famoso stiletto da combattimento FAIRBAIRN-SIKES adottato dalle truppe anglo-americane in occasione del secondo conflitto mondiale, si dedicò alla stesura di un progetto per un nuovo pugnale da combattimento che migliorasse il vecchio F. S. Dalla sua collaborazione con il colonnello Rex Applegate, nacque, ma solo sulla carta, un nuovo modello di pugnale da combattimento puro. Solo 35 anni dopo la sua progettazione Applegate è riuscito a compiere la trasformazione da progetto su carta a modello reale.
ARCO: sbarretta di acciaio che costituisce il dorso del manico nei serramanico più semplici e sul quale sono fissate direttamente le guancette.
ARISTA: rilievo centrale su uno o ambedue i piatti della lama, avente funzione di rinforzo; sinonimo di NÈRVO.
ARKÀNSAS (PIETRA DELL’): fino alla diffusione degli abrasivi sintetici, questa è stata la principale PIETRA ABRASIVA utilizzata per affilare le lame. Si trova in commercio nei gradi di durezza (e grana): washita, soft (grossa e media), hard e black hard (media, fine e finissima). Esse sono ritagliate dalla NOVACOLITE, una roccia silicea particolarmente abbondante nello Stato americano dell’Arkansas, fatto che ha dato il nome alle coti ricavate da essa.
ARM KNIFE (pron. àrm-‘nàif): coltello da spalla; piccolo coltello fermo a doppio filo e trasportato nel fodero appeso all’esterno del braccio sinistro, vicino alla spalla.
ARMA BIANCA: si definiscono armi bianche (dal colore dell’acciaio) tutte le armi che feriscono di punta o di taglio e che precedettero l’avvento delle armi da fuoco, proprio per distinguerle da quest’ultime. In inglese si chiamano sidearms o cold steels.
ARRÈSTO: parte del fornimento dell’arma bianca con funzioni di fermo. In quelle lunghe da caccia, gli arresti evitano una eccessiva penetrazione della lama nelle carni dell’animale.
ARROTATURA: operazione di molatura che precede l’affilatura e che, mediante una mola abrasiva rotante, serve a formare o ripristinare il tagliente della lama.
ASCIA: strumento da taglio per lavorare il legname: diversamente dalla SCURE, è costituito da una lama leggermente ricurva con il taglio perpendicolare all’asse del manico, a foggia di zappa.
AUTOMATICO (COLTÈLLO): coltello a serramanico con apertura della lama operata da una molla, a sua volta liberata tramite l’azionamento di un pulsante o di una levetta e perciò detto anche coltello a scatto. Il movimento di apertura della lama può essere laterale a 180°, come in un normale serramanico (coltello a scatto a lama pieghevole), oppure frontale, quando la lama esce dal manico scorrendo sul suo asse, come nei serramanico a gravità (coltello a scatto a lama scorrevole). Quest’ultimo tipo, nell’inglese americano denominato impropriamente STILÉTTO presenta, inoltre, due varianti: ad azione singola e a doppia azione; questa si caratterizza per la possibilità di ritrarre la lama nel manico mediante la pressione del pulsante di scatto. Conosciuto anche con il nome popolare di MOLLÉTTA.
BAIONÉTTA: la baionetta prende il nome dalla città francese di Bayonne, luogo dove fu prodotta in origine. Fu usata per la prima volta nel XVI-XVII secolo per cacciare. Arma a doppio tagliente, inastata, la baionetta fu poi adottata negli armamenti militari.
BALISONG: in italiano coltello a fòrbice o a farfalla, è un coltello tipico delle Isole Filippine e della Malesia, nel quale il manico, diviso longitudinalmente a metà, racchiude la lama come in un astuccio; essa è incernierata con il tallone alle due metà, che aperte e ruotate di 180°, vanno a formare il manico, scoprendola.
BASTARDA: antico nome che designava un piccolo coltello fermo alloggiato nel fodero della spada. Attualmente il termine serve a indicare un coltello più piccolo contenuto nel fodero di uno più grande; tale coltello di scorta o di servizio è denominato backup nella lingua inglese.
BASTONE ANIMATO: particolare bastone da passeggio, di legno e/o metallo, diviso in due segmenti, con l’inferiore cavo all’interno, così che funge da fodero a una lama acuminata detta STOCCO o VERDUCO, immanicata nel segmento superiore.
BATTÈNTE: sporgenza del profilo del CÒLLO dalla parte del filo, che impedisce il contatto diretto tra quest’ultimo e la molla, a coltello chiuso; è conosciuto anche con il nome di SPERÓNE.
BILANCIAMÉNTO: si dice che un’arma è ben bilanciata quando, una volta impugnata, si presenti e si faccia “sentire” come un naturale prolungamento dell’avambraccio. Deve essere maneggevole e deve consentire una buona varietà di colpi di punta e/o di taglio, senza ripercuotersi con effetti sgradevoli su chi la impugna. il bilanciamento statico è la verifica che il baricentro si trovi sull’asse di rotazione. Il baricentro o centro di gravità è il punto di un corpo in cui si può immaginare concentrato tutto il suo peso. Un corpo che venga sospeso (per es. un’arma bianca) per il suo baricentro, si trova in equilibrio indifferente. Il bilanciamento dinamico è la verifica che l’asse di rotazione coincida con uno degli assi principali di inerzia del sistema.
BISÈLLO: smusso o rastrematura trasversale della lama, generalmente presente su entrambe le facce, che all’incontro dei suoi piani forma il filo di taglio. È il corrispondente del vocabolo inglese bevel.
BÌSTURI: coltello chirurgico a lama corta, spesso intercambiabile, e dal tagliente diritto, curvo o “panciuto”; nel bìsturi da gesso la lama è particolarmente robusta, mentre nel bìsturi bottonuto la punta è smussata e arrotondata.
BOCCAGLIO: detto anche bocchétta, è la protezione metallica che ripara la bocca del fodero dall’usura causata dal passaggio della lama; la parte esterna si chiama òrlo, quella interna maschio.
BÓLLO: marchio del costruttore stampigliato sulla faccia superiore (anteriore) del CÒLLO o del RICASSO.
BÒLO: vd. MACHETE.
BOLSTER (pron. bóulstaa): vd. MOSTRINA.
BOOT KNIFE (pron. buùt-‘nàif): coltello da stivale; piccolo coltello fermo (lama di 8-10 cm), spesso con doppio filo, portato in fondo alla gamba e occultato dal pantalone, dalla calza o dallo stivale.
BOTTÓNE: piccola sporgenza sferica o cilindrica che orna la parte terminale del PÓMO.
BOTTÓNE (DI SCATTO): elemento meccanico che, premuto, libera la forza di una molla. Presente sia su coltelli e pugnali con lama mobile a scatto (i cosiddetti AUTOMATICI), sia su daghe da duello con lama a seste (o a compasso). Sinonimo di PULSANTE.
BOWIE KNIFE (pron. bóui-‘nàif): termine traducibile con coltello Bowie, conosciuto presso di noi anche come coltello da caccia all’americana. Coltello massiccio (lama lunga 15-35 cm), robusto e dall’aspetto impressionante, il bowie è il coltello divenuto simbolo degli Stati Uniti d’America.
Nato nei primi anni del XIX secolo nel sud degli U.S.A., il bowie divenne presto famoso e largamente adottato da tutti i frontiersmen e gli outdoorsmen. Coltello caratterizzato da una lama larga e dalla punta, dalle prestazioni che spaziano dall’uso nella vita all’aria aperta, alla caccia, al combattimento. Il nome deriva da quello dei fratelli Bowie, che lo inventarono (Razine B.) e lo diffusero (James B., 1795-1836). Altre fonti attribuiscono la paternità dell’invenzione, avvenuta nel 1830, a James Black, un fabbro dell’Arkansas. Dopo il 1880 grandi quantità di bowie knife vennero prodotte ed esportate dagli USA in Inghilterra e nel resto d’Europa.
BRACCIO (DI GUARDIA): il braccio dell’elsa che sporge dalla parte del filo. In inglese forward quillon.
BRACCIO (DI PARATA): il braccio dell’elsa che nei coltelli sporge dalla parte della costa e nelle spade e nelle sciàbole dalla parte del falso. In inglese rear quillon.
BT2 (COATING): rivestimento protettivo delle lame brevettato dalla ditta BM; consiste in uno strato polimerico nero a base di Teflon, che conferisce una formidabile protezione contro la corrosione marina e una grande scorrevolezza superficiale.
CALCAGNO: estremità del manico variamente foggiata a seconda del tipo di coltello e/o della punta della lama (vd. anche PÓMO); quando è ricoperto da una borchia metallica dicesi calcagno calzato, mentre se sporge unilateralmente dicesi càlcio.
CARBÒNIO: elemento non metallico (C, n. atomico 6) che si trova sia allo stato elementare (diamante, grafite, ecc.) sia in quello combinato. Il carbonio rientra nella composizione degli acciai usati dai coltellinai in percentuali variabili da un minimo di 0,5% all’1,05% (high-carbon steel) e conferisce temprabilità e resistenza alla lega. Vd. anche alla voce ACCIAIO.
CARTÈLLA: il termine indica sia una delle due parti esterne dell’impugnatura (cartèlla esterna o, meglio, guancétta o lastrina, SCALE in inglese), sia una di quelle interne, cartèlle interne o piastrèlle (LINERS, in inglese), ossia le LÀMINE, che costituiscono la struttura di sostegno (il TELAIO) dell’impugnatura.
CLASP KNIFE (pron. clasp-‘nàif): nella terminologia anglosassone è il coltello a serramànico semplice, senza molla di ritegno della lama aperta (vd. anche SERRAMÀNICO, COLTÈLLO/PUGNALE A).
CLIP: termine che si traduce in fermaglio ma che può essere anche un bottone di fissaggio. Generalmente è una sbarretta metallica ed elastica, posta sul retro del fodero o sul lato del manico dei coltelli a lama mobile, per permettere di fissarlo alla cintura.
CLIP POINT: punta allunata di una lama; se la rastremazione (il clip) della costa è breve, interessando solo il tratto debole della lama, trattasi di standard c. p., se la concavità comincia già nel medio trattasi di long o California c. p.; se la SGUANCIATURA o la SMENTATURA sono accompagnate da un PETTO sul tratto di filo corrispondente, la denominazione corretta è turkish c. p. Vd. anche PUNTA. È la punta caratteristica del BOWIE KNIFE e di molti coltelli da caccia e di utilità americani (per es. Buck, Remington, ecc.).
CÒCCIA: specie di coppa metallica fissata tra la lama e il manico e che costituisce una delle tre parti della guardia nelle sciàbole.
CÓDOLO: parte del ferro che compenetra l’impugnatura. Si dice códolo integrale (códolo passante) quando emerge al sommo dell’impugnatura, qui fermato da una ribaditura sul pomo o da un dado (o altro) avvitato sulla parte finale filettata del códolo stesso. Si dice códolo parziale quando si ferma a circa 1/3 dalla profondità complessiva dell’impugnatura, dove è tenuto saldo da parti collanti e/o da rivetti passanti e ribaditi.
COLLARINO: anello in rilievo, situato tra il POMO e il resto del manico; più comunemente designa la coppia di MOSTRINE (BOLSTERS, in inglese) simmetriche che fungono da rinforzo e abbellimento del manico in corrispondenza dell’IMPOSTATURA e del CALCAGNO. Vd. anche FASCÉTTA e GHIÈRA.
CÒLLO: parte prossimale della lama adiacente all’IMPOSTATURA, sovente sagomata a foggia di SALVADITO. Nei coltelli a lama fissa, CÒLLO è sostituito dal termine TALLÓNE, mentre in quelli pieghevoli il CÒLLO, a coltello aperto, emerge sempre dall’IMPOSTATURA. Nelle armi bianche lunghe tale parte è denominata, invece, con l’antico nome di RICASSO.
COLTELLÉSCA: termine antico per indicare la guaìna (o fòdero) che protegge la lama dei coltelli fissi.
COLTÈLLO: strumento da taglio di foggia svariata da usare con una mano, impiegato sia come utensile sia come arma e sostanzialmente costituito da una LAMA d’acciaio o di ceramica con un bordo tagliente, innestata in un MÀNICO.
CÓLTRO: anticamente detto anche cultro, è la lama tagliente disposta verticalmente nell’aratro poco avanti al vòmere; esso ha il compito di tagliare verticalmente il terreno, che viene poi sezionato orizzontalmente dal vòmere e la zolla che ne risulta è infine rovesciata lateralmente e frantumata dal versóio.
COMBAT KNIFE (pron. còmbat-‘nàif): si traduce in coltello da combattimento e designa un’arma bianca corta solitamente a un filo e controtaglio che si presta a usi polivalenti.
COMBAT-SURVIVAL KNIFE (pron. còmbat-sörvàivol-‘nàif): denominazione americana che si traduce in coltello da combattimento e sopravvivenza e che designa un tipo di arma bianca corta progettata e realizzata per la prima volta negli Stati Uniti, adatta al combattimento e alla sopravvivenza. Questo modello è identico nelle prestazioni al combat-knife, con il vantaggio di possedere un’impugnatura cava che gli consente ulteriori specializzazioni di utilizzo. L’impugnatura cava alloggia fiammiferi, pillole disinfettanti per rendere potabile l’acqua, ami e lenze, cerotti, bussola incorporata nel pomo e guarnizione O-ring sul pomo per evitare infiltrazioni di acqua o polvere all’interno dell’impugnatura e altri piccoli accessori utili per il pronto soccorso e la sopravvivenza personale.
Ricordiamo a titolo di esempio il modello 18 Attack-survival del 1963 di Randall, esposto anche al Museo di Arte Moderna di New York, l’ST23 Combat-survival di W. Moran (senza impugnatura cava, progettato durante la guerra del Viet-Nam), la serie di coltelli offerta in varie dimensioni e modelli dal coltellinaio J. Lile, il Survival-fighting (knife) di R. Parrish, coltello adottato da unità aviotrasportate canadesi e francesi per compiti speciali, i modelli Jungle King I e J. K. II della spagnola Aitor. Comunque, Randall non fu il primo a pensare a un coltello con impugnatura cava. Già nel 1940 circa la Case & Company di Bradford, industria di coltelli, aveva realizzato e prodotto in quantità limitatissime il primo coltello con impugnatura cava e pomo a vite. Anche nel 1957 la Marble’s Arm Corporation aveva realizzato un coltello prodotto immediatamente in grande serie dalla Camillus Cutlery il cui nome era U.S. NAVY AIR FORCE personnel survival knife.
COMBOEDGE (pron. comboègg): originariamente introdotto dal marchio BM, è traducibile con il termine taglio combinato; esso designa il filo di lama parzialmente e variamente dentellato per un mezzo o un terzo del suo sviluppo.
CONTROTAGLIO: sinonimo di controfilo, falso taglio e FALSO FILO; nelle sciàbole, nei coltelli a un filo e un terzo, e in tutta la varietà di lame che presentano una CÒSTA fortemente assottigliata (sfrondata) nel terzo distale (debole), si definisce controtaglio questa porzione del debole che può essere affilata o no; tale conformazione del terzo distale ha la funzione di favorire la penetrazione e il potere di recisione della lama.
CONTROTALLÓNE: nei coltelli/pugnali a serramanico il controtallóne è una lastrina del medesimo spessore dell’ARCO, posizionata all’altezza del CALCAGNO, che serve a completarlo e a continuare la parte dorsale dell’impugnatura. Nei coltelli/pugnali a serramanico complessi il controtallóne non è altro che il prolungamento, pareggiato al calcagno, dell’ala minore della molla interna.
CORAMÈLLA: striscia di cuoio fissata su un supporto che, ingrassata e cosparsa di pasta abrasiva finissima, serve a dare l’ultima affilata a rasoi e coltelli.
CÒRNO: materiale che costituisce le protuberanze cefaliche tegumentali od ossee, o tegumentali e ossee nello stesso tempo. Antilopi, gazzelle, bovini e ovini sono cavicorni e le protuberanze stesse sono dette còrna. Cervi, daini e renne sono plenicorni e le protuberanze sono chiamate, più propriamente, palchi. Le corna e i palchi degli animali vengono lavorate per ricavarne impugnature a tutto tondo, impugnature per coltelli a lame mobili, cioè fessurate nel mezzo, oppure guancétte e inserti.
CÒSTA: parte massiccia della lama opposta al filo, detta SPINE in inglese e detta anche, meno propriamente, DÒRSO. La còsta può attenuarsi gradatamente fino a terminare in una parte sottile (solitamente il debole o terzo distale) e, alcune volte, affilata. In quest’ultimo caso la lama avrà la caratteristica di avere il filo che continua anche per un tratto superiore e si definirà lama a un filo e un terzo, oppure lama a un terzo di filo, oppure lama a un filo e controtaglio oppure lama a un filo e mezzo. La costa si presta comunque a variazioni di forma calcolate anche in relazione alla destinazione funzionale dell’arma.
CÒSTOLA: ulteriore ispessimento della CÒSTA, frequente nelle lame da combattimento, con lo scopo di conferire maggior peso e quindi maggior potere d’impatto inerziale, più elevata solidità, maggiore rigidità trasversale all’arma. Può anche essere un rivestimento metallico sovrapposto e sagomato alla forma del dorso.
CÒTE: pezzo, spesso opportunamente sagomato, di PIETRA ABRASIVA per affilare manualmente le lame.
CRÈSTA: tratto tagliente della CÒSTA in prossimità della punta; nei coltelli da innesto è il risalto, non affilato, che serve a staccare la corteccia dal legno.
CROCIERA: termine (letteralmente guardia a croce) che equivale a elsa a croce. Col termine CROSS-GUARD (o QUILLONS o cross-bar) si indica la forma più elementare e primitiva di difesa, che proprio per il fatto di assomigliare e/o rappresentare la croce, arricchisce l’arma di significati simbolici. L’elsa a croce, appunto, è la forma di guardia più semplice, che in questo caso si può chiamare semplicemente travèrsa.
CROMATURA: rivestimento elettrochimico di cromo, che si effettua in bagni di anidride cromica impiegando ànodi di piombo antimonioso. Alcune lame possono essere cromate e ciò avveniva sovente in passato, prima che si diffondesse l’impiego dell’acciaio inossidabile nella loro costruzione .
CROSS-GUARD (pron. cròs-gaard): termine (letteralmente guardia a croce) che traduce l’italiano CROCIERA.
CUSTOM KNIFE (pron. càstom-‘nàif): propriamente è l’appellativo di un coltello costruito per il cliente, fatto su commissione: “tutti i coltelli custom sono fatti a mano, ma non tutti i coltelli fatti a mano sono custom”. Il termine custom è ormai usato dovunque, per esempio per distinguere coltelli fatti in serie di produzione artigianale, e ha perso tutto il valore e le connotazioni fondamentali che facevano e fanno ancora di un custom un coltello unico, esclusivo, realizzato in base alle precise richieste del committente, discusso preventivamente nei minimi dettagli per quanto riguarda i materiali e la forma. Il termine custom si è esteso anche alla produzione industriale, creando confusione nell’esatta accezione del termine presso il vasto pubblico.
CUTTER (pron. càtaa): vd. TAGLIERINA.
DAGA: arma bianca a due fili (anche a un filo) e punta, con impugnatura simmetrica, di dimensioni intermedie tra il pugnale e la spada corta. La derivazione etimologica è dal latino spatha daca (spada dei Daci).
DAMASCO (ACCIAIO): le lame di acciaio damasco rappresentano l’apice della pratica di forgia sia per bellezza sia per qualità meccanica e, nel caso di lame contemporanee di firma prestigiosa, hanno un preciso valore di mercato che nel tempo sale continuamente. L’acciaio di Damasco (acciaio damaschino, acciaio damascato, pattern welding, watered steel) o, riduttivamente, damasco, è un tipo particolare di acciaio che dopo avere subito delle lavorazioni specifiche, assume l’aspetto finale di un acciaio contrastato cromaticamente (watering), con chiaro-scuri e bianco-grigi, con un andamento di questi contrasti più o meno regolare che agli occhi dell’esperto sono rivelatori della bontà della lama e della bravura dell’artigiano. Il termine damasco è tipicamente occidentale ed europeo. Si pensa che il termine sia stato attribuito a questo acciaio dai Crociati e da coloro che intrattenevano relazioni commerciali col Levante. È da notare come l’elemento onda-superficie-movimento-specchio ricorra nella definizione del damasco presso tutti i popoli, questo perchè la primitiva accezione del termine non si è mai persa storicamente, e si noti come la definizione stessa di damasco tragga la propria origine dal modo di interpretare l’aspetto delle proprie lame da parte degli autori orientali: “una superficie ondulata come quella di un fiume”. Il termine damasco nella cultura europea è probabilmente legato a una ragione economico-geografica: il commercio delle lame finite avveniva a Damasco, e poi perché Dimisk-As-Sham, la città siriana, era, oltre che raccolta di armi, il punto di arrivo e di partenza delle carovane dirette alla volta della Turchia, dell’Africa del Nord, dei Balcani, dell’Europa.
Esistono due tipi fondamentali di damasco diversi per definizione, composizione e ottenimento: quello indiano, altrimenti chiamato wootz, damasco orientale, acciaio fuso o acciaio al crogiolo, e il damasco saldato europeo. Entrambi gli acciai hanno avuto largo impiego sia in Occidente sia in Oriente, e la storia della loro scoperta e del loro perfezionamento è estremamente stimolante per gli studi scientifici sulle conoscenze metallurgiche e i relativi processi conoscitivi presso i popoli dell’antichità.
DIFÉSA: vd. anche la voce ÉLSA. Nome generico per designare tutto il complesso dei dispositivi predisposti a salvaguardia della mano che impugna l’arma bianca.
DISTANZIALE: sinonimo di distanziatore e SPAZIATORE.
DIRK: con il termine dirk si designa il coltello scozzese (di probabile derivazione dal pugnale a rognoni) in uso nel XVII secolo come arma civile e nel XIX secolo come arma militare. La lama ha un filo e punta, e pomo con pietra semipreziosa di colorazione dell’associazione di appartenenza. Nella cultura anglosassone il termine dirk si estende a definire certe corte sciàbole in dotazione agli ufficiali navali (inglesi e americani) nel tardo XVIII secolo (naval dirk) e a certi coltelli mediterranei (mediterranean dirk). Il dirk è un’arma molto copiata e riprodotta ai giorni nostri da molti coltellinai.
DISCHÉTTO: elemento circolare di guscio di tartaruga, cuoio, corno, ambra, ecc., che, forato al centro, viene infilato sul codolo in serie progressiva o alternata a creare motivi decorativi, in modo da comporre, nella totalità, l’impugnatura.
DÒRSO: usato impropriamente per indicare la parte della lama opposta al FILO, detta meglio CÒSTA, e, correttamente, invece, la corrispondente parte del MÀNICO.
DRAGÓNA: in origine designava una striscia di cordoncino o di cuoio terminante in un fiocco o in una nappa e fissata all’elsa delle sciàbole militari. Per estensione, il termine denota oggi tutti i tipi di lacci, cinghiette o maniglie che assicurano un’impugnatura alla mano, traducendo l’anglosassone lanyard.
DROP POINT (pron. dròp-pòint): la forma di questa punta è un compromesso tra la punta rovesciata e la punta a trinciante (vd. PUNTA) ed è nota con il nome di punta a goccia; può anche essere considerata una punta a trinciante asimmetrica: infatti il profilo della costa s’incurva con un arco convesso (SMÓSCIO) a incontrare il filo, formando la punta poco più in alto della mezzeria della lama; è molto diffusa tra i coltelli da caccia e di utilità, data la sua robustezza e manovrabilità.
DURÉZZA: la durezza è la proprietà di un materiale di opporsi alla penetrazione da parte di un corpo duro che ne viene a contatto. Varie sono le prove di verifica della durezza dei metalli. Ricordiamo le prove Brinnell, Vickers, Herbert, Shore, Rockwell, quest’ultima la più diffusa. Questo metodo (inventato dall’ingegnere americano S. Rockwell) fornisce un indice della durezza di un materiale sottoposto all’azione di un penetratore a sfera del diametro di 1/16 di pollice di acciaio duro (HRB), o a cono di diamante (HRC) se la durezza è maggiore di 200. La durezza è ricavata dalla misura dell’affondamento e si esprime come differenza tra l’affondamento di un carico finale di 100 Kgf (HRb) e di 180 Kgf (HRc) e quello corrispondente a un carico di 10 Kgf. Ricordiamo che per i maestri di forgia il test di Rockwell non è assolutamente indicativo e determinante per le qualità globali della lama. Essi adottano molteplici sistemi di verifica non solo della durezza, ma anche della capacità di taglio, di elasticità e flessibilità della lama, della ritenzione del filo, della capacità di penetrazione, della distribuzione del peso e degli equilibri.
ELASTICITÀ: proprietà di un corpo sottoposto a sollecitazione di deformarsi e di riprendere la forma iniziale una volta esauritasi la sollecitazione.
ÉLSA: detta anche élso. Protezione della mano a forma di sbarretta: nella sua forma più classica e diffusa è posta trasversalmente rispetto all’impugnatura e alla lama, e giacente nel medesimo piano di queste. La sua morfologia spazia dall’estrema essenzialità al formalismo più esasperato. Il corpo intero dell’elsa è formato da una parte centrale o massello, da una crociera che è il punto dell’elsa attraverso cui passa il códolo, dai due BRACCI (di guardia e di parata, QUILLONS in inglese) della travèrsa, che si dipartono dai lati minori del massello e che possono essere dritti, curvati simmetricamente o curvati e opposti l’uno all’altro. Nella sua forma più semplice l’elsa consente l’uso ambidestro dell’arma, poi con l’aggiungersi degli elementi di difesa (archetti, ponti, arresti, rami, coccia, ecc.), soprattutto nelle armi bianche lunghe, condiziona, unitamente all’intensificarsi della DIFESA, l’uso con la mano destra o sinistra.
ERGONÒMICA: vd. ANATÒMICA.
ESPANSO (a taglio): lama con il filo molto sporgente, convesso ad arco di circonferenza.
FACÃO (pron. facón): equivalente in lingua portoghese del termine spagnolo MACHETE.
FACCIA: vd. PIATTO.
FALCE FIENÀIA: strumento per tagliare gli steli dell’erba, composto da una grande e sottile lama, pressappoco triangolare e poco adunca, innestata su un lungo manico provvisto di maniglie per manovrarlo con entrambe le mani.
FALCE MESSÒRIA: detta anche falciòla, è la piccola falce dalla lama stretta e sottile, piegata a semicerchio, e dal manico corto, da impugnare con una mano.
FALCIÓNE: antica arma bianca inastata, con lama di svariate forme e manico più o meno lungo a seconda delle epoche, di probabile derivazione dalla FALCE FIENAIA; dal XVI secolo si trasformò in arma da parata solenne.
FALSE EDGE (pron. foóls-ègg): SFRONDATURA della CÒSTA, o CONTROTAGLIO affilato; se il controtaglio non è affilato, esso viene denominato SWEDGE.
FALSO FILO: anche se il termine falso filo, probabile traduzione dell’inglese FALSE EDGE, è impiegato nel linguaggio corrente dei coltellinai, è preferibile sostituirlo con i sinonimi più corretti di CONTROTAGLIO, o falso taglio, o controfilo.
FANTASY KNIFE (pron. fèntaśi-‘nàif): termine che designa delle armi bianche particolarmente ricercate nell’effetto estetico, che quasi sempre perdono le loro connotazioni primarie di armi-strumenti, e che sono molto lontane dalla deontologia costruttiva delle high-art blades, lame dove l’eleganza formale e la grande qualità sono gli imperativi del loro essere.
FARFALLA (COLTÈLLO A): vd. BALISONG.
FASCÉTTA: nei coltelli a serramanico senza molla è la GHIÈRA incompleta, detta anche VIRÒLA, che avvolge l’impugnatura nel punto di fulcro della lama, com’è il caso dei francesi Opinel.
FÉRMO (COLTÈLLO): sinonimo di coltèllo a lama fissa.
FERRATO (COLTÈLLO): dicesi di coltello a serramanico che ha l’impugnatura composta da CARTÈLLE, ossia da due guancétte più o meno sagomate e fissate su delle piastrèlle metalliche giustapposte, tra le quali alloggia la lama.
FÈRRO: il ferro (Fe, n. atomico 26) è il metallo più diffuso e usato sulla Terra. Allo stato nativo si trova solo in piccole quantità in giacimenti della Groenlandia e nelle meteoriti. Il ferro legato con il carbonio dà origine alle ferro-leghe: ghisa e acciaio. Nel mondo delle lame il ferro si usa sempre carbonato, cioè come acciaio con percentuali di carbonio che variano dallo 0,5% all’1,6%: il ferro non viene mai usato allo stato puro per la creazione di lame taglienti.
FÉSSO: fenditura ricavata nel manico dei coltelli pieghevoli, che serve ad alloggiare la lama a riposo quando il coltello è chiuso.
FIAMMEGGIANTE: dicesi di lama molto sinuosa, come quella del kriss malese.
FIANCO: vd. PIATTO.
FIGHTING KNIFE (pron. fàitin’nàif): termine che si traduce in coltello da combattimento e definisce un pugnale pensato quasi esclusivamente per l’offesa, l’attacco a sorpresa, la stoccata mortale. La caratteristica fondamentale di questo pugnale è di avere generalmente una sezione a losanga, lama a doppio filo, piuttosto stretta, appuntita e affilatissima, impugnatura antisdrucciolo e ambidestra, provvista di elsa. Progettati eminentemente per la penetrazione acuta e mortale, questi pugnali hanno poca versatilità di impiego.
FIGHTING-UTILITY KNIFE (pron. fàitin’iutìliti-‘nàif): la definizione ufficiale del termine si deve alla Ka-Bar Union Cutlery che nel mese di dicembre del 1942 sottopose e ottenne l’approvazione dalla Marina Militare Americana (corpo dei Marines) per la fornitura, come dotazione personale, di un coltello che si prestasse sia all’uso in combattimento che alle normali esigenze della vita militare. Conosciuto in tutto il mondo come Camillus, soprattutto in ambiente militare, anche se la Camillus Cutlery fu non la sola e la prima a realizzare questo tipo di coltello. Altre case furono la case Cutlery, Ka-Bar Union Cutlery, Imperial, ecc. La definizione si è estesa a comprendere tutti quei coltelli dalle prestazioni polivalenti ma strettamente legate a quattro ruoli cardinali: combattimento, sopravvivenza, coltello/arma da campo e caccia, pugnale.
FILO: profilo marginale del TAGLIENTE. Si dice FILO il tagliente della lama orientato all’esterno rispetto a chi impugna l’arma.
FLICK KNIFE (pron. flich-‘nàif): termine britannico che designa il coltello AUTOMATICO, a scatto.
FOLDING FIGHTING KNIFE (pron. fóldin’fàitin-‘nàif): termine che si traduce in coltello pieghevole da combattimento e che designa un coltello a lama mobile da combattimento puro.
FORBITURA: il termine indica un processo molto spinto di POLITURA che permette di ottenere una superficie assai lucida, speculare, delle lame; è una finitura particolarmente diffusa tra quelle giapponesi.
FORGIATURA: vd. FUCINATURA.
FORNIMÉNTO: oppure fornimentazione, è tutto ciò che concorre al completamento, utilizzo e conservazione dell’arma. Per es. impugnatura, élsa, fòdero, ecc.
FOSFATAZIÓNE (FOSFATIZZAZIÓNE): vd. anche PARKERIZZAZIÓNE (COSLETIZZAZIÓNE). Trattamento protettivo dei metalli. Consiste nell’immergere in un bagno di soluzione fosfatica i metalli, dopo che siano stati sottoposti a decapaggio e sabbiatura. Si fosfatano a volte le lame delle armi bianche.
FRAME (pron. fréim): è l’equivalente anglosassone del TELAIO dell’IMPUGNATURA.
FUCINATURA: processo di lavorazione del metallo per deformazione plastica a caldo mediante attrezzi industriali (magli, presse) o manuali (martelli, mazze). Nella fucinatura manuale, che è quella che interessa le armi bianche, il pezzo da lavorare viene spostato e ruotato più volte, deformato e riscaldato più volte, sino ad ottenere la forma desiderata. Le lame di alto artigianato possono essere forgiate (a mano) dal monoacciaio o dal damasco.
GEAR KNIFE (pron. ghìa’naif): vd. MULTIUSO (COLTELLO).
GHIÈRA: anello o cupoletta di metallo che avvolge il manico all’altezza dell’IMPOSTATURA; nei serramanico senza molla la ghiera è interrotta per permettere il movimento della lama: in tal caso si chiama più propriamente FASCÉTTA e, se girevole per poter bloccare la lama aperta (sistema Virobloc della Opinel), VIRÒLA.
GÒLOK: vd. MACHETE.
GRIP: termine che equivale a impugnatura, presa, manico. Nella terminologia tecnica dei coltellinai americani grip può comprendere e definire la presa, la buona afferrabilità dell’impugnatura dell’arma, oltre che il componente strutturale (l’IMPUGNATURA fisica).
GUANCIA: designa ciascuna delle due parti del manico, corrispondenti alle facce della lama, anche se è costituito di un solo pezzo. I diminutivi guancétta e guanciòla sono riservati, invece, ai due elementi esterni dell’IMPIALLACCIATURA.
GUARDAMANO: arco metallico che, unendo la coccia al pomo di spade o sciabole, serve a riparare la mano. Con significato più esteso, designa tutto ciò che concorre a salvaguardare e proteggere la mano.
GUARD (pron. gaard): letteralmente GUARDIA, ma corrisponde più esattamente all’italiano ÉLSA.
GUARDIA: sinonimo di GUARDAMANO.
GUT-HOOK (pron. gat-huch): vd. anche SKINNER KNIFE. Termine che si traduce in gancio per sventrare e che designa un tipo particolare di coltello provvisto sulla parte dorso-apicale della lama di un gancio, o meglio, il gancio è una sagomatura particolare della costa. L’ideale per l’utilizzo di questa lama è che sia affilata anche nel tratto compreso al di sotto della parte posteriore del gancio, cioè solo sul piccolo tratto finale della costa. La funzione di questo coltello è di perforare con la punta la pelle dell’animale, e una volta agganciata questa con l’uncino, di far scivolare, con un movimento a cerniera lungo tutto l’addome dell’animale, la parte affilata della costa, favorendo cosi una più rapida apertura dell’addome dell’animale e, si vuole metodo più sicuro, nel senso che non si corre il rischio di tagliare anche i visceri.
HILT (pron. hilt): vd. ÉLSA.
HUNTING KNIFE (pron. àntin-‘nàif): coltello da caccia; usato per scuoiare e sviscerare la selvaggina, è caratterizzato da una lama lunga da 8 a 16 cm, provvista di un filo e, almeno, di un rudimento di BRACCIO DI GUARDIA.
IMBOTTITURA: nei coltelli a serramanico è un qualsiasi elemento piatto che funge da distanziatore, interposto tra le piastrine metalliche (CARTÈLLE) che sostengono le parti mobili, o tra gli strati che alloggiano i diversi utensili nei coltelli multiuso. Tipico elemento dell’imbottitura è il CONTROTALLÓNE riportato, aggiunto nei casi in cui non è possibile impiegare l’ala minore della molla interna per espletare tale funzione.
IMPIALLACCIATURA: è formata dalle due CARTÈLLE esterne (o guancétte) applicate (rivettate, avvitate o incollate) a ciascuna piastrèlla metallica (o LÀMINA) dell’impugnatura. Il termine è stato mutuato dalla tecnologia del legno e dovrebbe essere usato, quindi, solamente nel caso si tratti di guancette di legno.
IMPOSTATURA: parte terminale del manico ove s’innesta la lama; più specificamente, nei coltelli a serramanico è la parte situata intorno al fulcro della lama.
IMPUGNATURA: parte dello strumento che si prende con la mano per adoperarlo, chiamata anche MÀNICO. L’impugnatura può essere più o meno anatomica, può essere soprattutto funzionale o prevalentemente estetica, prestandosi a infinite interpretazioni esecutive.
INCÀVO: il termine è sinonimo di sólco, scanalatura, e descrive i solchi e le scanalature presenti sulla lama. La sua funzione è duplice. Si vuole che l’incavo impedisca l’effetto di suzione dell’aria e accompagni la fuoriuscita del sangue dalla ferita; in realtà la scanalatura serve per impedire l’eccessiva flessibilità della lama, poiché, scanalando entrambi i lati di una lama, questa diventa più rigida. Per motivi meccanici, la scanalatura stretta viene preferita a quella più ampia, anche se con la stessa profondità.
INSELLATURA: porzione leggermente concava del profilo della CÒSTA, nel forte o nel medio della lama.
INSÈRTO: l’equivalente italiano dell’inglese inlay (pron. ìnlei) è una placchetta (detta perciò anche piastrina) di forma variata (rettangolare, ovale, sagomata) e di materiale eterogeneo (spesso decorativo) rispetto alla guancetta dell’impugnatura nella quale è inserita per fini estetici o ergonomici (presa più sicura).
INTERFRAME (pron. interfréim): metodo di costruzione dell’impugnatura nelle cui cartelle esterne è incastonato un INSÈRTO distintivo.
ITAK: vd. MACHETE.