Catena di eventi e nascita di un rasoio
Inviato: 25/09/2018, 15:40
Buongiorno a Tutti,
Il rasoio a mano libera è uno strumento che può durare quasi per sempre: è un oggetto che passa di padre in figlio. Ascolta i dilemmi dell'uomo allo specchio, che si sente di confidargli segreti di famiglia e storie personali inconfessabili; passa sulla giugulare anche quando questa è in preda a singhiozzi se l'uomo non ha una spalla su cui piangere di cuore. Il rasoio non è solo uno strumento da taglio.
Potrebbe raccontare molto, se avesse il dono della parola, sulle vicende della storia umana; in alcuni casi, come questo che vi sto per proporre, può essere forgiato non solo dalle mani di artigiani ma anche da eventi susseguitisi nel corso degli anni. La vita di chi ha incontrato un rasoio durante il proprio cammino, nel bene e nel male, ha assunto un rilievo diverso; per me lo è stato, effettivamente.
Ero ancora un bambino quando, leggendo delle riviste tecniche di mio nonno, rimanevo affascinato dalle figure e dai calcoli che occorrono per determinare il corretto funzionamento delle turbine. Mio nonno e mio zio, negli anni 80, già da tempo non lavoravano più in Molise come coltellinai e quindi neppure presso le acciaierie di Termoli. Mastro Pietro era morto nei primi anni 60. Mio nonno si era messo a fare il falegname, lavoro che con passione porta avanti tutt'ora alla veneranda età di 91 anni, mentre mio zio lavorava come saldatore.
Mostro foto attuali di loro due e di qualche statuetta forgiata da mio zio ai tempi per svago.
Mio nonno

Mio zio ( con uno dei miei cugini )

Foto di statuette varie ( visibili in maggior numero qui )


Foto delle riviste di mio nonno e libri in cui vengono trattate le turbine sotto vari aspetti. Mio nonno era alla ricerca, quando lavorava presso le acciaierie di Termoli, di acciai particolari che resistessero alla corrosione durante la loro messa in opera nel corso del tempo, anche in condizioni particolari. Custodisco gelosamente e leggo tutt'ora, periodicamente, questi documenti.











Seguitando a trattare di Turbine, vi racconto cosa è accaduto tempo fa.
Qualche mese fa un gentile membro del Forum, Pelush, Ingegnere Civile, pubblica una notizia riguardante un problema alle Turbine Trent 1000 costruite dalla Rolls Royce per la Boeing ( 787 ).
Provo a fornire una soluzione al suddetto problema e sia io che Pelush, in seguito, contattiamo la Rolls Royce ( in inglese lui è molto più ferrato di me perchè abita e lavora a Londra ). La Rolls Royce mi ricontatterà dopo qualche tempo.p.s.dettagli completi su quanto appena scritto leggibili qui
Possibile Soluzione
Il Boeing 787 vola intorno ai 12.000 metri di altezza. Ad 11.000 metri deve aver incontrato una turbolenza. Ad 11.000 metri, cioè nella Troposfera, dove sono concentrati i 3/4 della massa gassosa e quasi tutto il vapore acqueo dell'atmosfera e vi sono -50 gradi centigradi di temperatura per un aereo le condizioni sono di maggior stress sotto molti punti di vista.
Come negli impianti nucleari l'acqua condensa inizialmente sotto forma di minutissime gocce, disperse omogeneamente come in una nebbia. Queste gocce non determinano apprezzabili effetti erosivi perchè si muovono alla stessa velocità dell'aria umida circostante. Successivamente però esse si depositano sulla faccia convessa delle palette fisse, formando un film continuo di liquido. Il vapore, o meglio, la nebbia lambendo ad alta velocità la paletta, strappa l'acqua del film sotto forma di grosse gocce. Sono queste le responsabili dei fenomeni di erosione: fluendo più lentamente del vapore, non riescono ad attraversare con il flusso principale il passaggio tra le palette mobili e vengono cosi da queste urtate sul dorso, provocandone l'erosione. Le leghe basate sugli alluminuri di titanio sono simili alle superleghe a base di nichel quindi con questo sistema si potrebbe risolvere il problema.
Bibliografia
Troyanovskkii, B.M.1978 Turbines for nuclear power plants 2nd edition Moscow Energiya 1978
Advances LP turbine installation at 13000MW Nuclear Power Station Unterweser. Procediings of the American Power conference 53 Jacobsen, Oeynhausen, Termuehlen
Adesso compiamo un salto indietro nel tempo.
Nel 1969 da scienziati giapponesi fu trovato un meteorite in Antartide; fu denominato " Yamato 691 EH3 ".



Nel 2011 è stato scoperto che suddetto meteorite contiene un composto di Zolfo e Titanio. Trattasi infatti di una tipologia di Condrite denominata Enstatite che contiene Manganese. Sono meteoriti abbastanza rare.
Questi due esemplari di roccia del meteorite sono quelli che ho ricevuto grazie al Dottor Ayako Yoshida e ai suoi collaboratori del Museo di Hiroshima. Noi del Medusa abbiamo portato avanti un progetto di ricerca riguardante gli studi del Dottore in Geologia Shogo Nagaoka sulle peculiarità delle pietre e rocce giapponesi manifestatesi dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima in seguito alle radiazioni. Anche in questo caso ringraziamo Sergio Cavallo per l'aiuto che ci offre nel comunicare con il " Mondo Giapponese ".
Primo esemplare che tornerà al Museo dopo vari studi


Secondo esemplare, che verrà montato nel manico di un rasoio Medusa. Si nota chiaramente lo zolfo ( puro, senza stati di ossidazione, bianco trasparente ) e il Manganese ( sul marroncino ) con presenza di Titanio in forma di Brookite. Quindi è Wassonite.


Stralci di e-mail al personale del Museo


Per finire, la Wassonite conferma l'ipotesi della nebulosa solare che è il modello maggiormente accettato dalla comunità scientifica per spiegare la formazione del sistema solare e, più in generale, dei piante e dei sistemi planetari.
Bibliografia:
Nakamura-Messenger, K., et al. (2009) Brownleeite: a New Manganese Silicide Mineral in an Interplanetary Dust Particle, American Mineralogist 95: 221-228.
Nakamura-Messenger, K. (2014) Organic Nanoglobules: The Study of Organic Molecules in Small Primitive Bodies, Now and the Future: III. Journal of Japanese Society for Planetary Sciences, in press (Japanese)
Nakamura-Messenger, K., et al. (2012) Wassonite: A New Titanium Monosulfide Mineral in the Yamato 691 Enstatite Chondrite, American Mineralogist, 97, 807-815.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2011) Experimental Aqueous Alteration of Cometary Dust, Meteor. Planet. Sci.46: 843-856.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2011) Nanometer-scale Anatomy of Entire Stardust Tracks, Meteor. Planet. Sci. 46: 1033-1051.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2009) Brownleeite: a New Manganese Silicide Mineral in an Interplanetary Dust Particle, American Mineralogist 95: 221-228.
Zolensky, M.E., Nakamura-Messenger, K., Fletcher, L.A., See, T.H. (2008) Curation. Spacecraft Recovery and Preliminary Examination for the Stardust Mission: A Perspective From the Curatorial Facility, Meteoritics and Planetary Science, 43: 5-21
Zolensky, M.E., et al. (2008) Comparing Wild 2 Particles to Chondrites and IDPs, Meteoritics & Planetary Science, 43, p.261-272
Nakamura-Messenger, K. and NASA STARDUST Science Team (2007) STARDUST Mission- Microscopic View of Comet dust samples. Journal of Japanese Society for Planetary Sciences 16: 274-278.
Brownlee, D.E. et al. (2006) Comet 81P/Wild 2 Under a Microscope, Science, 314, 1711-1716
Zolensky, M.E., et al. (2006) Mineralogy and Petrology of Comet 81P/Wild 2 Nucleus Samples, Science, 314, 1735-1739.
Flynn, G.J. et al. (2006) Elemental Compositions of Comet 81P/Wild 2 Samples Collected by Stardust, Science, 314, 1731-1735.
Keller, L.P., et al. (2006) Infrared Spectroscopy of Comet 81P/Wild 2 Samples Returned by Stardust, Science, 314, 1728-1731
Horz, F., et al. (2006) Impact Features on Stardust: Implications for Comet 81P/Wild2 Dust, Science, 314, 1716-1719.
McKeegan, K.D., et al. (2006) Isotopic Compositions of Cometary Matter Returned by Stardust, Science, 314, 1724-1728.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2006) Organic Globules In the Tagish Lake Meteorite: Remnants of the Protosolar Disk, Science, 314: 1439-1442.
Grazie alla Dottoressa Doble Karen, della sezione Turbine Marine MT-30 Giapponesi della Rolls Royce, siamo riusciti ad ottenere l'acciaio e l'assistenza per costruire una lama in acciaio da polveri di terza generazione monocristallino in lega di Titanio.
Non ci è stato dato il permesso di scrivere in dettaglio circa le procedure tecniche, come abbiamo invece sempre fatto per le altre nostre opere.




Qualcosina però ve la scrivo lo stesso
L'acciaio è un solido cristallino. I solidi cristallini sono in genere costituiti da più cristalli, che si formano durante il processo di cristallizzazione. Il fenomeno della nucleazione aumenta il numero dei cristalli presenti in un solido, mentre il fenomeno dell'accrescimento aumenta le dimensioni di questi cristalli. Se la velocità di nucleazione è molto elevata rispetto alla velocità di accrescimento, allora il solido presenterà una struttura più vicina allo stato amorfo, mentre se la velocità di accrescimento è molto elevata rispetto alla velocità di nucleazione, il solido presenterà una struttura più vicina a quella di solido monocristallino.
Per far ciò si introducono nella soluzione satura ad una certa temperatura una quantità ben controllata di cristalli minuscoli ma pur sempre formati, il più possibile regolari in forma e dimensioni, della stessa sostanza che si intende cristallizzare. Questo processo, noto come semina o inseminazione cristallina, se condotto opportunamente, porta unicamente alla crescita di un microcristallo introdotto, che può aumentare di dimensioni anche di diversi organi di grandezza, mantenendo una forma regolare e consumando per il suo accrescimento quasi tutto il materiale in soluzione, evitando così la formazione di nuovi centri di aggregazione, ad esempio sulle pareti del contenitore, o su inevitabili impurezze estranee presenti.
Lama sbozzata, da terminare







Notare come abbiamo lavorato molto sulle coste della lama in modo da ottenere , nonostante il rasoio sia un " Near Wedge ", un profilo " snello ".
Bibliografia:
Cristallizzazione
Fasi metallurgia da polveri
Costruzione del manico in corno e spaziatore in corno di Kudu e innesto della Wassonite.












Il rasoio a mano libera è uno strumento che può durare quasi per sempre: è un oggetto che passa di padre in figlio. Ascolta i dilemmi dell'uomo allo specchio, che si sente di confidargli segreti di famiglia e storie personali inconfessabili; passa sulla giugulare anche quando questa è in preda a singhiozzi se l'uomo non ha una spalla su cui piangere di cuore. Il rasoio non è solo uno strumento da taglio.
Potrebbe raccontare molto, se avesse il dono della parola, sulle vicende della storia umana; in alcuni casi, come questo che vi sto per proporre, può essere forgiato non solo dalle mani di artigiani ma anche da eventi susseguitisi nel corso degli anni. La vita di chi ha incontrato un rasoio durante il proprio cammino, nel bene e nel male, ha assunto un rilievo diverso; per me lo è stato, effettivamente.
Ero ancora un bambino quando, leggendo delle riviste tecniche di mio nonno, rimanevo affascinato dalle figure e dai calcoli che occorrono per determinare il corretto funzionamento delle turbine. Mio nonno e mio zio, negli anni 80, già da tempo non lavoravano più in Molise come coltellinai e quindi neppure presso le acciaierie di Termoli. Mastro Pietro era morto nei primi anni 60. Mio nonno si era messo a fare il falegname, lavoro che con passione porta avanti tutt'ora alla veneranda età di 91 anni, mentre mio zio lavorava come saldatore.
Mostro foto attuali di loro due e di qualche statuetta forgiata da mio zio ai tempi per svago.
Mio nonno
Mio zio ( con uno dei miei cugini )
Foto di statuette varie ( visibili in maggior numero qui )
Foto delle riviste di mio nonno e libri in cui vengono trattate le turbine sotto vari aspetti. Mio nonno era alla ricerca, quando lavorava presso le acciaierie di Termoli, di acciai particolari che resistessero alla corrosione durante la loro messa in opera nel corso del tempo, anche in condizioni particolari. Custodisco gelosamente e leggo tutt'ora, periodicamente, questi documenti.
Seguitando a trattare di Turbine, vi racconto cosa è accaduto tempo fa.
Qualche mese fa un gentile membro del Forum, Pelush, Ingegnere Civile, pubblica una notizia riguardante un problema alle Turbine Trent 1000 costruite dalla Rolls Royce per la Boeing ( 787 ).
Provo a fornire una soluzione al suddetto problema e sia io che Pelush, in seguito, contattiamo la Rolls Royce ( in inglese lui è molto più ferrato di me perchè abita e lavora a Londra ). La Rolls Royce mi ricontatterà dopo qualche tempo.p.s.dettagli completi su quanto appena scritto leggibili qui
Possibile Soluzione
Il Boeing 787 vola intorno ai 12.000 metri di altezza. Ad 11.000 metri deve aver incontrato una turbolenza. Ad 11.000 metri, cioè nella Troposfera, dove sono concentrati i 3/4 della massa gassosa e quasi tutto il vapore acqueo dell'atmosfera e vi sono -50 gradi centigradi di temperatura per un aereo le condizioni sono di maggior stress sotto molti punti di vista.
Come negli impianti nucleari l'acqua condensa inizialmente sotto forma di minutissime gocce, disperse omogeneamente come in una nebbia. Queste gocce non determinano apprezzabili effetti erosivi perchè si muovono alla stessa velocità dell'aria umida circostante. Successivamente però esse si depositano sulla faccia convessa delle palette fisse, formando un film continuo di liquido. Il vapore, o meglio, la nebbia lambendo ad alta velocità la paletta, strappa l'acqua del film sotto forma di grosse gocce. Sono queste le responsabili dei fenomeni di erosione: fluendo più lentamente del vapore, non riescono ad attraversare con il flusso principale il passaggio tra le palette mobili e vengono cosi da queste urtate sul dorso, provocandone l'erosione. Le leghe basate sugli alluminuri di titanio sono simili alle superleghe a base di nichel quindi con questo sistema si potrebbe risolvere il problema.
Bibliografia
Troyanovskkii, B.M.1978 Turbines for nuclear power plants 2nd edition Moscow Energiya 1978
Advances LP turbine installation at 13000MW Nuclear Power Station Unterweser. Procediings of the American Power conference 53 Jacobsen, Oeynhausen, Termuehlen
Adesso compiamo un salto indietro nel tempo.
Nel 1969 da scienziati giapponesi fu trovato un meteorite in Antartide; fu denominato " Yamato 691 EH3 ".
Nel 2011 è stato scoperto che suddetto meteorite contiene un composto di Zolfo e Titanio. Trattasi infatti di una tipologia di Condrite denominata Enstatite che contiene Manganese. Sono meteoriti abbastanza rare.
Questi due esemplari di roccia del meteorite sono quelli che ho ricevuto grazie al Dottor Ayako Yoshida e ai suoi collaboratori del Museo di Hiroshima. Noi del Medusa abbiamo portato avanti un progetto di ricerca riguardante gli studi del Dottore in Geologia Shogo Nagaoka sulle peculiarità delle pietre e rocce giapponesi manifestatesi dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima in seguito alle radiazioni. Anche in questo caso ringraziamo Sergio Cavallo per l'aiuto che ci offre nel comunicare con il " Mondo Giapponese ".
Primo esemplare che tornerà al Museo dopo vari studi
Secondo esemplare, che verrà montato nel manico di un rasoio Medusa. Si nota chiaramente lo zolfo ( puro, senza stati di ossidazione, bianco trasparente ) e il Manganese ( sul marroncino ) con presenza di Titanio in forma di Brookite. Quindi è Wassonite.
Stralci di e-mail al personale del Museo
Per finire, la Wassonite conferma l'ipotesi della nebulosa solare che è il modello maggiormente accettato dalla comunità scientifica per spiegare la formazione del sistema solare e, più in generale, dei piante e dei sistemi planetari.
Bibliografia:
Nakamura-Messenger, K., et al. (2009) Brownleeite: a New Manganese Silicide Mineral in an Interplanetary Dust Particle, American Mineralogist 95: 221-228.
Nakamura-Messenger, K. (2014) Organic Nanoglobules: The Study of Organic Molecules in Small Primitive Bodies, Now and the Future: III. Journal of Japanese Society for Planetary Sciences, in press (Japanese)
Nakamura-Messenger, K., et al. (2012) Wassonite: A New Titanium Monosulfide Mineral in the Yamato 691 Enstatite Chondrite, American Mineralogist, 97, 807-815.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2011) Experimental Aqueous Alteration of Cometary Dust, Meteor. Planet. Sci.46: 843-856.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2011) Nanometer-scale Anatomy of Entire Stardust Tracks, Meteor. Planet. Sci. 46: 1033-1051.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2009) Brownleeite: a New Manganese Silicide Mineral in an Interplanetary Dust Particle, American Mineralogist 95: 221-228.
Zolensky, M.E., Nakamura-Messenger, K., Fletcher, L.A., See, T.H. (2008) Curation. Spacecraft Recovery and Preliminary Examination for the Stardust Mission: A Perspective From the Curatorial Facility, Meteoritics and Planetary Science, 43: 5-21
Zolensky, M.E., et al. (2008) Comparing Wild 2 Particles to Chondrites and IDPs, Meteoritics & Planetary Science, 43, p.261-272
Nakamura-Messenger, K. and NASA STARDUST Science Team (2007) STARDUST Mission- Microscopic View of Comet dust samples. Journal of Japanese Society for Planetary Sciences 16: 274-278.
Brownlee, D.E. et al. (2006) Comet 81P/Wild 2 Under a Microscope, Science, 314, 1711-1716
Zolensky, M.E., et al. (2006) Mineralogy and Petrology of Comet 81P/Wild 2 Nucleus Samples, Science, 314, 1735-1739.
Flynn, G.J. et al. (2006) Elemental Compositions of Comet 81P/Wild 2 Samples Collected by Stardust, Science, 314, 1731-1735.
Keller, L.P., et al. (2006) Infrared Spectroscopy of Comet 81P/Wild 2 Samples Returned by Stardust, Science, 314, 1728-1731
Horz, F., et al. (2006) Impact Features on Stardust: Implications for Comet 81P/Wild2 Dust, Science, 314, 1716-1719.
McKeegan, K.D., et al. (2006) Isotopic Compositions of Cometary Matter Returned by Stardust, Science, 314, 1724-1728.
Nakamura-Messenger, K., et al. (2006) Organic Globules In the Tagish Lake Meteorite: Remnants of the Protosolar Disk, Science, 314: 1439-1442.
Grazie alla Dottoressa Doble Karen, della sezione Turbine Marine MT-30 Giapponesi della Rolls Royce, siamo riusciti ad ottenere l'acciaio e l'assistenza per costruire una lama in acciaio da polveri di terza generazione monocristallino in lega di Titanio.
Non ci è stato dato il permesso di scrivere in dettaglio circa le procedure tecniche, come abbiamo invece sempre fatto per le altre nostre opere.
Qualcosina però ve la scrivo lo stesso

L'acciaio è un solido cristallino. I solidi cristallini sono in genere costituiti da più cristalli, che si formano durante il processo di cristallizzazione. Il fenomeno della nucleazione aumenta il numero dei cristalli presenti in un solido, mentre il fenomeno dell'accrescimento aumenta le dimensioni di questi cristalli. Se la velocità di nucleazione è molto elevata rispetto alla velocità di accrescimento, allora il solido presenterà una struttura più vicina allo stato amorfo, mentre se la velocità di accrescimento è molto elevata rispetto alla velocità di nucleazione, il solido presenterà una struttura più vicina a quella di solido monocristallino.
Per far ciò si introducono nella soluzione satura ad una certa temperatura una quantità ben controllata di cristalli minuscoli ma pur sempre formati, il più possibile regolari in forma e dimensioni, della stessa sostanza che si intende cristallizzare. Questo processo, noto come semina o inseminazione cristallina, se condotto opportunamente, porta unicamente alla crescita di un microcristallo introdotto, che può aumentare di dimensioni anche di diversi organi di grandezza, mantenendo una forma regolare e consumando per il suo accrescimento quasi tutto il materiale in soluzione, evitando così la formazione di nuovi centri di aggregazione, ad esempio sulle pareti del contenitore, o su inevitabili impurezze estranee presenti.
Lama sbozzata, da terminare
Notare come abbiamo lavorato molto sulle coste della lama in modo da ottenere , nonostante il rasoio sia un " Near Wedge ", un profilo " snello ".
Bibliografia:
Cristallizzazione
Fasi metallurgia da polveri
Costruzione del manico in corno e spaziatore in corno di Kudu e innesto della Wassonite.