Vademecum epidermide delicata:analisi, rimedi e contromisure
Inviato: 16/04/2017, 19:12
E' trascorso davvero parecchio tempo dalla mia ultima visita al forum: un nuovo, potente amore mi ha spinto a dedicare il tempo online ad esso ed a trascurare di conseguenza gli amici barbieri.
Il modesto scritto che oggi qui propongo era però nei miei pensieri da diversi mesi; come ogni frutto di esperienza esso non è definitivo, è parzialmente in contrasto con quanto ho scritto altrove in passato ed, ovviamente, passibile di revisione quando ulteriore pratica maturi in nuova sapienza tonsoria.
La problematica è difficile a dipanarsi per numerosi motivi: tutti sono inizialmente persuasi che la propria pelle si irriti facilmente, che occorra cambiare lamette, rasoi, pre barba, orari, alimentazione, compagna di vita, alloggio, professione e così via "ad infinitum". Sappiamo dai numerosi Maestri presenti che così non è e che una padronanza di tecnica supplisce praticamente a tutto. A questo proposito ricordo una massima del migliore tra degli aiuti del reparto: "All'inizio ti vengono dati i ferri chirurgici peggiori perchè è da lì che comiciano tutti, quando cominci a capirci qualcosa richiedi i migliori per ottenere guarigioni superiori; quando sei bravo davvero i ferri diventano quasi irrilevanti".
Postulare però da quanto soprascritto che le epidermidi sensibili non esistano sarebbe una logica fallace.
In natura esistono diversi "biotipi" tissutali: sottile, medio e spesso con ogni possibile combinazione di sfumature intermedie. Nella mia professione (odontoiatria) questo è quotidianamente apparente ad ogni infiltrazione di anestestico locale attraverso la mucosa orale. La reazione, mantenendo invariata la tecnica di infissione dell'ago (oramai codificata come quasi atraumatica), le reazioni del paziente vanno da zero (biotipo spesso) a percepito chiaramente (sottile).
In rasatura questo significa che avremo soggetti che potranno ricercare un BBS avendo quasi l'unico limite del tempo a disposizione, ed altri, come chi scrive, che non potranno permettersi più che tanti passaggi.
A questo proposito mi si consenta una piccola digressione: tra le mie passioni annovero la ferrovia e vi ho trovato un parallelo che, a mio giudizio, ben si adatta a questa analisi:
ai tempi delle vaporiere la squadra di guida (macchinista e fuochista) non aveva il lusso presente nei moderni elettrotreni nei quali la richiesta di potenza è limitata dalle sole caratteristiche del motore elettrico montato perchè l'energia è sempre, comunque, disponibile "ad libitum" tramite la catenaria, bensì essi sapevano che la propria macchina, sulla base delle dimensioni della griglia, poteva produrre un certo numero di metri cubi di vapore al minuto e non di più. In aggiunta, a quei tempi il vapore veniva impiegato, oltre che per la forza motrice, anche per l'impianto frenante ed, in inverno, per il riscaldamento delle carrozze. Essi disponevano quindi di un quantitativo limitato di energia da spendere e dovevano raggiungere il risultato loro richiesto (il rispetto del ruolino di marcia, dei limiti di velocità previsti e, sopra ogni altra cosa, l'evitare di rimanere privi di vapore nei tratti più impegnativi della linea) con ciò che avevano a disposizione.
Bene.
L'epidermide sottile è una motrice a vapore, quella spessa è l'elettrotreno.
Detto ciò, cosa possiamo fare per raggiungere il nostro ambìto traguardo con ciò che Madre Natura ci ha dato?
1) Riducendo AL MINIMO il numero delle passate.
Chi abbia stabilito CON SICUREZZA, di possedere un epidermide delicata non può, e non deve, indulgere a quadruple passate, doppi contropeli ed altre amenità. A titolo personale, dopo tre anni di manolibera quotidiano, sono ad un' unica passata più ritocchi localizzati.
Occorre però che IN OGNI ZONA del viso la direzione di scorrimento della lama sia quella più confacente a recidere il pelo nel modo più efficace. Inutile dire che ciò presuppone una conoscenza più che precisa del proprio face mapping ed un filo molto ben creato e polito al fine di resecare la superficie dell'epidermide nel modo più netto possibile (la guarigione di una ferita è tanto più rapida ed invisibile quanto più netto è il taglio ovverossia è una funzione diretta della qualità del filo).
2) Scegliendo un sapone che sia un aiuto.
Nonostante il trascorrere del tempo e molti cambi d'opinione in altri aspetti della rasatura, rimango oggi più che mai persuaso che pelli delicate siano fortemente aiutate da saponi "grassi" come Cella, Le Pere Lucien, Martin De Candre, Valobra et similia. Un film lipidico sovrastante la cute è sempre protettivo e non può essere che di beneficio.
3) Realizzando quando si sia ecceduto nel taglio il giorno precedente. Nella mia pratica posso dire che 24 ore di riposo si sono dimostrate sempre insufficienti nei casi in cui abbia percepito di aver ecceduto nei passaggi. La mancata realizzazione di ciò porterà l'utilizzatore ad attribuire le sensazioni ancor più sgradevoli sperimentate la mattina successiva al cambio di rasoio, di sapone od altro. Due o più giorni di riposo, a seconda dell'eccesso compiuto sono imperativi per il ripristino del corretto spessore dello strato corneo dell'epidermide indebitamente asportato dalla lama.
Il modesto scritto che oggi qui propongo era però nei miei pensieri da diversi mesi; come ogni frutto di esperienza esso non è definitivo, è parzialmente in contrasto con quanto ho scritto altrove in passato ed, ovviamente, passibile di revisione quando ulteriore pratica maturi in nuova sapienza tonsoria.
La problematica è difficile a dipanarsi per numerosi motivi: tutti sono inizialmente persuasi che la propria pelle si irriti facilmente, che occorra cambiare lamette, rasoi, pre barba, orari, alimentazione, compagna di vita, alloggio, professione e così via "ad infinitum". Sappiamo dai numerosi Maestri presenti che così non è e che una padronanza di tecnica supplisce praticamente a tutto. A questo proposito ricordo una massima del migliore tra degli aiuti del reparto: "All'inizio ti vengono dati i ferri chirurgici peggiori perchè è da lì che comiciano tutti, quando cominci a capirci qualcosa richiedi i migliori per ottenere guarigioni superiori; quando sei bravo davvero i ferri diventano quasi irrilevanti".
Postulare però da quanto soprascritto che le epidermidi sensibili non esistano sarebbe una logica fallace.
In natura esistono diversi "biotipi" tissutali: sottile, medio e spesso con ogni possibile combinazione di sfumature intermedie. Nella mia professione (odontoiatria) questo è quotidianamente apparente ad ogni infiltrazione di anestestico locale attraverso la mucosa orale. La reazione, mantenendo invariata la tecnica di infissione dell'ago (oramai codificata come quasi atraumatica), le reazioni del paziente vanno da zero (biotipo spesso) a percepito chiaramente (sottile).
In rasatura questo significa che avremo soggetti che potranno ricercare un BBS avendo quasi l'unico limite del tempo a disposizione, ed altri, come chi scrive, che non potranno permettersi più che tanti passaggi.
A questo proposito mi si consenta una piccola digressione: tra le mie passioni annovero la ferrovia e vi ho trovato un parallelo che, a mio giudizio, ben si adatta a questa analisi:
ai tempi delle vaporiere la squadra di guida (macchinista e fuochista) non aveva il lusso presente nei moderni elettrotreni nei quali la richiesta di potenza è limitata dalle sole caratteristiche del motore elettrico montato perchè l'energia è sempre, comunque, disponibile "ad libitum" tramite la catenaria, bensì essi sapevano che la propria macchina, sulla base delle dimensioni della griglia, poteva produrre un certo numero di metri cubi di vapore al minuto e non di più. In aggiunta, a quei tempi il vapore veniva impiegato, oltre che per la forza motrice, anche per l'impianto frenante ed, in inverno, per il riscaldamento delle carrozze. Essi disponevano quindi di un quantitativo limitato di energia da spendere e dovevano raggiungere il risultato loro richiesto (il rispetto del ruolino di marcia, dei limiti di velocità previsti e, sopra ogni altra cosa, l'evitare di rimanere privi di vapore nei tratti più impegnativi della linea) con ciò che avevano a disposizione.
Bene.
L'epidermide sottile è una motrice a vapore, quella spessa è l'elettrotreno.
Detto ciò, cosa possiamo fare per raggiungere il nostro ambìto traguardo con ciò che Madre Natura ci ha dato?
1) Riducendo AL MINIMO il numero delle passate.
Chi abbia stabilito CON SICUREZZA, di possedere un epidermide delicata non può, e non deve, indulgere a quadruple passate, doppi contropeli ed altre amenità. A titolo personale, dopo tre anni di manolibera quotidiano, sono ad un' unica passata più ritocchi localizzati.
Occorre però che IN OGNI ZONA del viso la direzione di scorrimento della lama sia quella più confacente a recidere il pelo nel modo più efficace. Inutile dire che ciò presuppone una conoscenza più che precisa del proprio face mapping ed un filo molto ben creato e polito al fine di resecare la superficie dell'epidermide nel modo più netto possibile (la guarigione di una ferita è tanto più rapida ed invisibile quanto più netto è il taglio ovverossia è una funzione diretta della qualità del filo).
2) Scegliendo un sapone che sia un aiuto.
Nonostante il trascorrere del tempo e molti cambi d'opinione in altri aspetti della rasatura, rimango oggi più che mai persuaso che pelli delicate siano fortemente aiutate da saponi "grassi" come Cella, Le Pere Lucien, Martin De Candre, Valobra et similia. Un film lipidico sovrastante la cute è sempre protettivo e non può essere che di beneficio.
3) Realizzando quando si sia ecceduto nel taglio il giorno precedente. Nella mia pratica posso dire che 24 ore di riposo si sono dimostrate sempre insufficienti nei casi in cui abbia percepito di aver ecceduto nei passaggi. La mancata realizzazione di ciò porterà l'utilizzatore ad attribuire le sensazioni ancor più sgradevoli sperimentate la mattina successiva al cambio di rasoio, di sapone od altro. Due o più giorni di riposo, a seconda dell'eccesso compiuto sono imperativi per il ripristino del corretto spessore dello strato corneo dell'epidermide indebitamente asportato dalla lama.