INTERLUDIO
Come promesso, oggi vi aggiornerò sull'evoluzione del laboratorio. La Bottega è un frutto di questo forum, e visto che ultimamente sto latitando per via di questo periodo intenso, mi sembra giusto rendervi partecipi della crescita del proggetto, tamponando almeno in parte la mancata uscita di nuovi capitoli.
Ma come in ogni ambito dell'esistenza, per apprezzare un traguardo è estremamente funzionale tenere a mente il punto di partenza. Purtroppo non ho alcuna foto della Bottega prima che decidessi di farne il laboratorio che è oggi, e non credo di poter trovare parole sufficienti a descrivere il marasma, il macello e gli aglomerati di pezzi di vita passata che la riempivano... in diversi punti fino al soffitto... Uno spazio simile, a pochi metri dalla casa di famiglia, si è naturalmente trasformato in un magazzino fin dal primo trasloco dei miei. Si è riempito durante il trasloco di mia sorella, si è stipato durante il mio trasloco, e così via fino ai parenti di terzo grado.
La prima foto che vi riesco a riportare come punto di partenza, è una foto nella quale ero già talmente avanti con i lavori di svuotamento del locale (diciamo un buon 90%), da rendermi così euforico da scattare questa foto e mostrarla a testimonianza dell'enorme ordine che regnava a quel punto:
Il Prima
In mezzo a tanto chaos, qualcosa di buono doveva pur saltar fuori, e così è stato. Un funzionale, seppur basilare, tavolo da falegname (destino?)
ed un trapano a colonna ancora imballato
Roba da 50€, intendiamoci, ma per il poco che lo uso fa tutt'oggi il suo sporco lavoro.
Finalmente svuotata da tutto l'eccesso, ho coperto i pochi elementi rimasti, prima di dare 4-5 mani di calce idrata a spruzzo, sia per dare una igienizzata all'ambiente, che per omogeneizzare il colore entro i limiti del possibile.


Dando così vita al primo embrione di Bottega del Borgo che ho presentato all'inizio di questa discussione. Siamo ad un anno e mezzo fa!

Cosa è cambiato in questi 18 mesi? Sicuramente l'impianto elettrico e di illuminazione hanno dato una grandissima svolta alla vivibilità dell'ambiente, ma lasciamo da parte la fuffa, parliamo della ciccia: vi presento l'ingresso alla nuova Bottega del Borgo, foto di ieri.
L'ingresso si presenta così:
Il Dopo
Il banco da falegname non è più ridotto a misero sostegno per il tornio, ma è fulcro e cuore pulsante dell'area dedicata al lavoro a mano libera
Circondato da tutto ciò che necessita, ovvero dalla fiera collezione di morsetti (che non sono mai abbastanza, infatti occupano anche buona parte del ripiano sotto al banco), una prima linea d'aria compressa, dremel ad albero e parete attrezzata con gli attrezzi di uso più frequente.
Subito in parte, troviamo una delle aggiunte di maggior valore al laboratorio: il banco sega (sarebbe munito anche di tupi – o shaper che dir si voglia - , ed ho anche diverse frese... ma onestamente è l'unica macchina che ancora mi mette una paura del diavolo, quindi per ora lo uso solo in modalità sega circolare. In caso di necessità, c'è sempre la piccola fresa verticale, sufficiente per gran parte dei lavori nella mia routine)
Questa avventura in un mondo a me prima così sconosciuto si è sviluppata in maniera tanto rapida da obbligarmi a delle riflessioni. Sopratutto da quando ho deciso di fare della Bottega la mia professione, ho dovuto decidere come affrontare un argomento importante come quello dei macchinari.
Prendere delle cinesate di fascia medio/bassa? Vista la piega degli eventi, evidentemente non era più il caso. A questo punto avevo già fatto questo errore con la sega nastro e non ero intenzionato a ripeterlo.
Macchinari di fascia medio alta? Si parla di una carrellata di soldi... E' vero che sarebbe comunque stato un investimento per il lavoro, ma sarei facilmente finito a spendere oltre i 10.000€ su macchine che non avevo mai visto prima, men che meno utilizzato. Avevo letto molto, ma il rischio di un "errato acquisto" era assai elevato. Mi dovevo costringere a conoscere in prima persona questi mostri di ghisa, sporcarmici le mani e capirne i più profondi principi prima di investire cifre folli.
La decisione è ricaduta quindi su macchinari usati, risalenti ad epoche dove la qualità costruttiva la sentivi a peso, ed a distanza di mezzo secolo ancora la si percepisce. Tutti con un gran bisogno di un po' d'amore e qualche restauro. Restauri dai quali ho imparato a conoscerle intimamente. Sapere la posizione e lo scopo di ogni singolo bullone, sta colmando la mia ignoranza su queste macchine, permettendomi di fare in perfetta autonomia qualsiasi intervento. Tanto di manutenzione ordinaria quanto straordinaria. Una scelta azzeccatissima.
Ad esempio, è inutile dire che questo bel tubolare da idraulica non è quello originale sul quale scorreva il carrello a squadrare. Quando ho acquistato la macchina ne era infatti sprovvista. Così, dopo averla utilizzata senza per diverso tempo, me lo sono costruito.
Non una passeggiata, avevo solo un mucchio di pezzi e nessun manuale a dirmi come metterli assieme. Sono andato avanti a tentativi ma sono molto fiero del risultato. Il tubo è stata sicuramente la parte più ardua. Non trovando nulla del giusto diametro, ho preso un tubo da idraulica in ferro, lungo due metri e grosso poco più di quello che mi serviva. L'ho tagliato e flexato. Ho levigato via un buon mezzo millimetro tutt'attorno e per tutta la lungazza, fino ad ottenere il perfetto scorrimento del carrello. Qualche foro e bullone per fissarlo alla sega, ed il gioco è fatto.
Vicino a questo, andando più veloci, troviamo uno scarno banco da lavoro quadrato, su ruote, che mi sono costruito recentemente, con gli avanzi di costruzione di una pensilina, come prolunga del banco sega. A breve ci aggiungerò un sistema di squadra ed una fresatrice montata sotto. Anche questa aggiunta è stata molto valida. Un banco da lavoro su ruote aggiunge moltissime possibilità diverse di utilizzo.
Dietro al reparto sega, ritroviamo quindi il nostro amico trapano a colonna, sopra al mobile che ospita gran parte degli elettroutensili manuali. In parte a questo, la troncatrice radiale. Niente di speciale, piccole macchine che fanno discretamente il loro lavoro.
Poi troviamo un paio di cassette degli attrezzi contenenti strumenti di più raro utilizzo, ed una serie di contenitori di viteria varia. Di fronte, la sega nastro di cui ho già accennato.
Poco potente e di costruzione decisamente scadente, doveva essere la prima macchina ad essere sostituita, ma le ho apportato talmente tante modifiche e le ho cambiato talmente tanti pezzi, che penso possa restare in bottega ancora un po'. Ha il grande limite dei 12,5cm di altezza di taglio, ma vedendo la precisione con la quale ci ho tagliato questa enorme radica che ha richiesto fino all'ultimo millimetro di capacità...
Si, penso che (salvo qualche grande occasione su un altra macchina vintage), la piccola resterà ancora in zona. Sopratutto addobbata com'è: con il gentile omaggio di Vicio in occasione del raduno nazionale 2015.
Poco oltre, in un mobiletto anonimo, si nasconde il vero tesoro della Bottega: la fonte prima di tanta goduria e piacere per noi tutti appassionati
A breve, finalmente, torneranno assortiti anche i ciuffi sintetici che per tanti mesi mi hanno fatto penare.
(piccolo inciso, ultimamente questo armadietto è particolarmente piacevole da aprire. Ogni volta si sprigionano i mille aromi che accompagnano i sample gentilmente inviati dalla Bottega della Barba, in attesa di essere distribuiti al prossimo aperitivo Triveneto. Ancora grazie del bel gesto

)
Avvicinandoci alla zona tornitura, troviamo il sistema ciclonico da me costruito per l'aspirazione centralizzata delle polveri (un po' nascosto dietro la pila di sedie sempre pronte ad ospitare gli aperitivi in Bottega). Sostanzialmente un insieme di tubi che corrono per tutto il laboratorio, collegandosi a tutte le macchine, attivabile da telecomando, che utilizza la forza di aspirazione di un vecchio aspirapolvere per coinvogliare tutte le polveri di lavorazione in quei secchi neri, tenendo pulito il filtro motore e mantenendo quindi la forza di aspirazione sempre costante. Ultimo upgrade alla bottega, questo, in ordine cronologico. Di enorme utilità, ha totalmente rivoluzionato la qualità dell'aria nel laboratorio.
Ed eccoci finalmente alla nuova zona tornio! Vicino alla cuccia del cane, ovviamente. Vuoi mai che mi stia troppo lontano...
Tutto ha un suo posto. Durante le sessioni più lunge di tornitura, i trucioli sono talmente tanti da ricoprire il tavolo per diversi centimetri d'altezza. Prima di creare queste mensole così specifiche, passavo più tempo a frugare fra i trucioli in cerca di un detto utensile che ad usarlo. Ora si lavora che è una meraviglia.
porta sgorbie ed una seconda linea d'aria compressa
barra magnetica per utensili più piccoli e chiavi di servizio

dispositivi di sicurezza

e così via
Lasciando il tornio, questa fantastica foto fuori fuoco mostra il lavandino che sto rimettendo in funzione in questi giorni, ed il mobiletto contenente i prodotti chimici di uso frequente (principalmente impregnanti e finiture).
E finendo il giro, tornando quindi alla porta d'ingresso, dove troviamo un altro grande pezzo forte d'annata. Un gioiellino di pialla filo/spessore
Meccanicamente quasi rimessa interamente in funzione, ha (come il banco sega, d'altronde) bisogno di una buona ripulita, ma funziona che è una meraviglia. Fra questi fantastici piani in ghisa corrono lame lunghe 30 Cm mosse da un potente motore ad induzione da 2,2kw. Un mostro che ho già utilizzato molto (a filo) con enorme soddisfazione. Sto faticando a trovare una trasmissione per rimettere in funzione anche la parte a spessore
ma apparte questo è una macchina esemplare. Non saprei neanche ipotizzarne il peso, in due abbiamo fatto una fatica folle a spostarla, seppur smontata in due parti. Di gran lunga l'acquisto più azzeccato fin ora.
E questo è lo stato attuale della mia e vostra Bottega del Borgo.... C'è ancora tanto da fare. Quest'estate sicuramente farò una gettata di cemento, pareggiando il pavimento che versa in condizioni tragiche. Darò una mano di bianco con qualche prodotto più azzeccato, per ovviare lo sgretolamento dei vecchissimi intonaci e malte che compongono le pareti. Inoltre, sicuramente, andrà riaperta una canna fumaria e installata una stufa a legna di moderna concezione. Il freddo quest'inverno mi ha veramente colpito come non avrei mai immaginato.
Mi sono illuso che qualche stufetta elettrica sarebbe bastata a tenrlo a bada, che al massimo mi sarei dovuto vestire un po' di più... tragico errore che ha significato un sostanziale rallentamento dei lavori per tutta la stagione appena terminata. Colle che non si asicugavano, finiture che non catalizzavano, olii in forma solida... un disastro. Farò di tutto per non arrivare al prossimo inverno e trovarmi nella stessa situazione.
Spero vi abbia fatto piacere questo piccolo tour, a me ha emozionato portarvi tutti nel mio piccolo fantastico covo. Vi offrirei un buon taglio di vino virtuale, ma preferisco aspettare mi passiate a trovare di persona. Come i Triveneti ben sanno, la Bottega è sempre fornita di una buona bevanda e le porte sono sempre aperte agli appassionati come voi.
Ora non mi resta che mettermi dalla mattina alla sera davanti al tornio e recuperare tutti gli ordini accumulati mentre facevo questi ed altri lavori. Vi ringrazio tutti per la pazienza che mi concedete, e vi riservo il solito, caro, saluto
A presto
Tommaso