Rasoio arrivato e, come promesso, vi illustro le mie impressioni, premesso che quanto leggerete è frutto di mie personalissime impressioni, valide sulla mia faccia e per la mia (modesta) esperienza di tonsore, con unico intento di metterla a disposizione di altri appassionati, senza nessuna pretesa che sia un giudizio definitivo, anzi, invito chiunque a integrare e, eventualmente anche a contraddire quanto dirò, sempre con spirito costruttivo e di utilità verso gli altri.
Il rasoio arriva confezionato in una scatolina di semplice cartoncino con finestrella trasparente ed è contenuto da un involucro in plastica stampata, nient’altro è contenuto nella scatola.
Il peso è di 38 grammi, di cui 28 il solo manico, quindi la sua (piccola) massa risulta decisamente spostata sul manico.
Le tolleranze negli accoppiamenti dei tre pezzi sono molto strette, e non ravviso alcun problema di disallineamento della lametta, che risulta poco esposta.
Sono presenti feritoie sul piatto portalametta per il risciacquo dei ristagni di schiuma.
Io ho scelto la versione, recentemente rilasciata, con manico colorato in rosso. E’ disponibile anche con manico in colore blu, e nero, mentre la testa è, per tutte le versioni, nel solito grigio alluminio satinato, molto gradevole e con la serigrafia del marchio e modello sulla testa.
Il rosso da me scelto è più un bordeaux chiaro piuttosto che un rosso acceso, che comunque, a mio personalissimo gusto, si accorda bene con il grigio della testa.
Dico subito che ho atteso a scrivere queste mie impressioni perché al primo utilizzo il rasoio non mi aveva convinto, ma non ero sicuro di averlo approcciato nella giusta maniera.
Spiego meglio: non essendo uso ad utilizzare rasoi leggeri (prediligo acciaio, ottone, e comunque pezzi di notevole massa) il mio utilizzo era viziato dalla cautela che si utilizza per governare attrezzi pesanti, quindi mano leggera e lasciare guidare il peso, più che la pressione della mano.
Questo tipo di approccio, nel caso del Tritok è quanto di più scorretto, e sarà causa di frustrazione e risultati non all’altezza delle aspettative.
In questo condivido pienamente Ischiap quando dice:
“L'utente che ha superato la fase iniziale, già abituato alla corretta tecnica, magari con un bel rasoio pesante ed aggressivo come normale per chi è alle prime armi, ma ancora non ha molta esperienza, trova in questo modello sicuramente dei cambiamenti di passo che lo possono confondere e scoraggiare.”
E ancora:
“lo sconsiglio a tutti coloro che:
• non hanno pazienza
• non amano la leggerezza”
Detto questo, occorre subito chiarire ai futuri possessori che il Tritok richiede un minimo di applicazione, e mente aperta al cambiamento di abitudini consolidate.
Le prove sono state effettuate su barba di un giorno, per la prima sbarbata ho utilizzato il seguente setup:
Lametta Gillette Nacet
Soap Bignoli Young montato direttamente in viso da pennello in setole di maiale Semogue Excelsior 830
Come dicevo, al primo utilizzo, complice anche un montaggio troppo compatto, l’impressione è stata di scarsa efficacia, con punti in cui la testa tendeva a “sorvolare” la schiuma, lasciando dei punti di scarsa rasatura.
Per superare tali difficoltà, sbagliando, tendevo a insistere, provocando una leggera irritazione della pelle.
La mia prima conclusione quindi è che il Tritok non ama, anche a causa della sua leggerezza, montaggi “a stucco” troppo compatti e protettivi, ma predilige scorrevolezza e schiumaggi molto idratati.
Credo anche che la Nacet forse non avesse nel Tritok il suo abbinamento ideale, perché con la seconda sbarbata, questa volta con lametta Kai, il confort cambiava decisamente in meglio.
Il primo incontro mi lasciava dunque con BBS raggiunto solo sui punti più facili, le guance, ma con le zone più difficili per me, sottomascella e sottogola, decisamente con risultati poco soddisfacenti, e quel che è peggio, in tali punti parecchia irritazione.
Per la seconda sbarbata ho deciso di applicarmi e prendermi tutto il mio tempo per “capire” quale fosse il sistema da adottare, pertanto predispongo il seguente setup:
Lametta Kai
Soap Martin de Candre Agrumi montato con pennello Frank Shaving sintetico G4 con nodo 28
Montaggio effettuato direttamente in viso, e questa volta lascio il montaggio molto più idratato e liquido rispetto alla volta precedente.
Cambio completamente il metodo di impugnatura del rasoio impugnandolo molto più vicino alla testa, come il metodo suggerito da Ischiap “Mantenere il manico con una presa "a penna", vicino la testa”, come illustrato nella foto seguente:
Aggiungo che non ho trovato particolarmente impegnativo trovare il corretto angolo di rasatura adottando questa impugnatura.
Questa volta anziché tenermi leggero e lasciar scorrere il rasoio dal suo peso, sono io a guidarlo, applicando addirittura una sia pur lieve pressione a seguire i movimenti del viso, sempre dosando opportunamente tale pressione, perché la sensazione che mi trasmette il Tritok è quella di aver a che fare, non certo con uno “squalo”, ma pur sempre con una “viperella” pronta a insinuarsi sottile con i suoi dentini accuminati e avvelenati, e regalare sgraditi ricordi.
In questo, forse non concordo con chi descrive questo rasoio come ispirato al confort, e men che meno con chi lo giudica dolce, la sua leggerezza non deve trarre in inganno, anzi è anche il motivo per cui bisogna “saperlo guidare”.
I passaggi, a differenza della prima sbarbata, vengono questa volta anche accompagnati dalla puntuale trazione della pelle in ogni singolo punto di contatto del rasoio, questo apporta un notevole aumento dell’efficacia, non riscontrata nella precedente sbarbata.
Ovviamente nel contropelo non ho usato la stessa impugnatura ma ho comunque cercato di mantenere una certa pressione sulla pelle.
Per i tonsori con “l’orecchio assoluto” rilevo che la lametta tende a essere un po’ canterina, specie in questa fase.
La sbarbata così condotta mi ha regalato un ottimo BBS su tutti i punti del viso, compresi gli angoli più difficili, con poca necessità di ritocchi, che comunque non hanno generato particolari irritazioni.
A sera godo ancora di pelle liscia, cosa che non era sicuramente successa la prima volta.
La seconda conclusione è dunque che il Tritok è un rasoio molto “tecnico”, che sicuramente beneficia di lamette ad alta efficienza, e necessita forse più di altri di una certa cura nel corretto abbinamento con la lametta.
In conclusione, e sempre a mio modestissimo parere, il Tritok nella sua versione Concave sicuramente è:
- un rasoio che richiede un minimo impegno
- un rasoio più “tecnico” rispetto ai classici più diffusi
- moderno, dal design avveniristico, sicuramente originale e ben costruito nella sua semplicità
sicuramente
NON è:
- un rasoio adatto a sbarbate veloci, per i ritardatari cronici
- un rasoio per neofiti
- un rasoio intuitivo
Se siete disposti a dedicare a questo rasoio un minimo di impegno in più, e riuscirete a cambiare prospettiva nelle vostre abitudini, il Tritok versione Concave, saprà ripagarvi con ottime sbarbate.
Se non siete fra questi è preferibile rivolgersi ad altri strumenti.
In ultimo, per chi scrive, il fatto che sia un progetto italiano rappresenta un ulteriore valore aggiunto.
Spero di esservi stato utile, e rimango a disposizione per ogni approfondimento.