Capitolo 12
Il Bottegaio strinse forte il nodo della bisaccia contenente i sui pochi averi di un qualche valore, osservò il filaccio di cuoio squamarsi lievemente, indebolito dagli anni, e appoggiò la borsa di fianco alla sacca delle provviste. Era fermo da troppo tempo, nonostante il fascino che quel villaggio emanava, era ora di riprendere il suo errare. Scese nella sala principale della locanda, dove le figlie della locandiera tentarono nuovamente di persuaderlo a restare. le abbracciò e chiese loro se poteva lasciare i bagagli dietro il bancone, quel tanto che bastava a fare un ultimo giro
del villaggio a salutare quegli sconosciuti che ora teneva in gran stima. Loro acconsentirono con aria triste e lo lasciarono andare.
Una volta fuori, il Bottegaio fu accecato dalla chiarissima luce
del giorno. Chiuse gli occhi ed inspirò a pieni polmoni l’aria pura intrisa
del profumo di pan dolce. Non ebbe bisogno di riflettere oltre, la prima tappa sarebbe stata la Pasticcera. Si era da poco messo in cammino quando notò uno strano movimento nel cielo verso est. Centinaia e centinaia di uccelli di diverse specie si alzavano in volo da una singola porzione di foresta. Come messi in fuga da qualcosa. Il Bottegaio invertì la rotta, rientrò nella locanda e fece le scale a due a due senza dar peso alle figlie della locandiera che lo interrogavano sulle ragioni di tanta fretta.
Spalancò la porta della sua stanza, si precipitò alla finestra e vide uno spettacolo di rara inquietudine. Una colonna di puntini affiorava da quella porzione di foresta che si avvicinava sempre più, puntando dritta verso il villaggio. Le fronde degli alberi dai quali i volatili erano in fuga, si agitavano per diversi secondi prima di arrestarsi e cedere il movimento alle fronde appena più ad occidente, creando una solitaria onda verde simile all’acqua smossa da un grosso cacciatore marino che nuota a pochi centimetri dalla superficie. Qualcosa di enorme e veloce correva verso lo spiazzo dove giaceva la Locanda, qualcosa di tali dimensioni da dover trovare impossibile muoversi in quell’oceano di alberi e cespugli.
Scese nuovamente e con la medesima foga. Tentando di mantenere il controllo, raccontò quanto aveva visto alla Locandiera che ora era nella stessa stanza delle figlie. Questa, ancora in vestaglia, ascoltava con la solita espressione disinteressata. Il Bottegaio si aspettava di veder tale espressione rapidamente modificarsi in allarme. Rimase sbigottito quando, a fine racconto, l’unico commento della donna, subito prima di girarsi per tornare nelle sue stanze, fu: “Va bene…Quanto chiasso, però.”
Il Bottegaio, preso in contropiede, restò un paio di secondi con la bocca e le braccia spalancate. Non sapendo cosa aggiungere, prese la porta e quando fu nuovamente all’aperto si rivolse ad oriente. Qualsiasi cosa fosse, ormai gli era addosso.
Un lontano rumoreggiare indistinto si stava trasformando a velocità sorprendente in un frastuono che copriva qualsiasi altro suono. Animali fuggivano via aria e via terra. Ognuno emettendo un diverso segnale d’allarme. Tonfi simili a quelli di alberi recisi che cadono nella foresta si mischiavano a rumori secchi di legno spezzato. Nel sottobosco si poteva scorgere un branco di cervi correre all’impazzata rincorso da una nuvola di terra e polvere. Il Bottegaio era inchiodato a terra dall’impotenza e restò a guardare quelle bestie avvicinarsi fino a cercare rifugio fra le case
del villaggio. La grossa nuvola marrone arrivò istanti dopo, rendendo l’aria difficilmente respirabile e costringendo il grosso uomo a socchiudere gli occhi e coprirli con le mani per proteggerli. Non poteva credere a quel poco che riusciva a intravedere fra le dita, doveva sbagliarsi.
Una forza invisibile stava sradicando gli enormi alberi al limitare della foresta che, uno ad uno, finivano per scartare di lato e penzolare in aria senza nessun sostegno. Sembrava volessero farsi da parte per permettere a quella cosa oblunga e colorata di passare. Difficile dire cosa quella “cosa” fosse. Poteva sembrare un qualche genere di carrozza ma era troppo lunga. Non aveva ingressi, aveva la forma di un uovo allungato e misurava decine di metri. Sgargianti strisce color rosso e giallo si alternavano nell’adornarlo per l’intera, omogenea, superficie. Correva su grandi ruote di legno che sembravano non volersi fermare davanti a nessun ostacolo.
Arrivata, almeno in parte, nel territorio
del villaggio, la cosa si arrestò. Silenzio. Gli alberi ancora penzolanti in aria, si tornarono a piantare profondi nel terreno creando boati che risonarono in tutta la valle appena acquietata. Alcuni tornarono ad immergere le radici nei medesimi punti dove si trovavano in precedenza, altri dove trovavano spazio.
Le ruote di legno sembrarono cedere di colpo sotto il peso della “cosa”. Si distesero per terra e sopra di esse l’ovale, come fosse un enorme verme spiaggiato. Ci fu un altro attimo di silenzio prima che l’oggetto iniziasse a gonfiarsi. Si allargava ai lati ed in altezza, prese la forma di un enorme disco. Poi una punta iniziò ad alzarsi dal centro
del disco verso il cielo, creandoci sopra un cono. Il materiale di cui era fatta la “cosa” da prima sembrava rigido, ma iniziò lentamente a mollarsi e formare migliaia di piccole pieghe che si muovevano al vento. Una piega più grande, alta quanto tutto il disco, si strappò creando un’apertura scura.
Al limitare della foresta, dove prima c’erano solo alberi e rocce, ora si ergeva un maestoso tendone, a righe gialle e rosse, con una sproporzionata scritta sopra l’entrata che recitava: “Circo Itinerante”.
Dall’apertura presto uscì una figura. Vestita con gli stessi colori
del tendone (tanto da far pensare che il vestito potesse esse stato fatto proprio dalla medesima stoffa), la donna si avvicinò al Bottegaio, unico spettatore. Non era la prima volta in quella giornata e sospettava non sarebbe stata l’ultima: il bottegaio non poté che restare nuovamente con la bocca aperta, senza saper cosa potesse usarla per dire, in una tale occasione. Lei lo guardò brevemente con le sopracciglia alzate e la testa lievemente chinata di lato, poi parlò con voce acuta e nasale: “E tu chi saresti? Dallo sguardo azzarderei il nuovo scemo
del villaggio dovessi indovinare”. Il Bottegaio strizzò gli occhi e scosse velocemente il capo: “No, invero non lo sono” si affrettò a rispondere. “Dubito che uno scemo
del villaggio risponderebbe diversamente, mio buon uomo” ribatté repentina lei.
Il Bottegaio alzò il mento e gonfiò il torace d’orgoglio ferito: “Sono il Bottegaio, viaggio in queste terre da diverso tempo ormai, ma quello…. qualcosa come quella… cosa… oh mia signora, qualcosa come quello non lo avevo visto mai. L’ho vista ora eppur ancora ne dubito l’esistenza”. Lei sghignazzò fra se “Oh, lo credo Bottegaio, lo credo... Scommetto tu non abbia neanche mai visto il fondale dell’abisso più profondo, eppur non dubiti la sua esistenza. Sono la Donna
Del Circo Itinerante. Sono nata per errare, è quello che sono brava a fare ed è quello che faccio da molto tempo… Sicuramente da più tempo di te, mio buon uomo, oppur avrei ancor ad ogni piè sospinto l’espressione torda ch’tu indossi or’ora! La natura mi aiuta nel mio scopo, io la ripago facendo quel che son brava a fare. Viaggiare. Avrai già capito il mio collegamento con questo villaggio dunque” così detto, gli riservò un occhiolino, tre pacchette comprensive sulla spalla e lo superò come se a quella conversazione non avesse senso aggiungere altro.
(Un altro bicolore, sempre mogano e koto. Una forma che credo si presti meglio a creare piacevoli giochi sui fianchi dei pennelli realizzati in questa maniera, come la mandorla bianca ritratta in questa foto.
Grazie alla gentilissima proposta del mitico Emanuele, questo sarà presto un pennello itinerante su Milano. Proprio come sta già succedendo con i bellissimi pennelli Nero Ardesia Luxury Shaving, questo pennello verrà prestato gratuitamente a qualsiasi utente si prenoti per l’occasione su una discussione che verrà creata ad oc e, trascorso un determinato periodo di tempo, lo riporterà alla T.E.V.E del gentile Ema che penserà a farlo avere al prossimo tester.
Mi dispiace rilegare tale iniziativa al solo territorio di Milano, ma l’opportunità ora è nata in questa città, più avanti chi lo sa
)