Ricetta per finitura naturale

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Aldebaran
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Ricetta per finitura naturale

Messaggio da Aldebaran »

Articolo di Francesco Muci
http://www.tuttocoltelli.it/public/phpB ... &sk=t&sd=a
Prima di iniziare, tengo a precisare che le ricettine che vado a presentare non sono uova di colombo per cui non hanno proprietà migliori di quello che può essere un paraloid o una finitura poliuretanica o fenolica.Pero',dato che vengono usate da secoli per finiture dei coltelli, possono essere usate anche in ambito di restauri di strumenti antichi se vogliamo trattare con riguardo questi pezi pregiati.
Vi svelo un segreto, che molti di voi già conosceranno: non tutti gli olii sono uguali, esistono olii essiccativi, cioè che cristallizzano formando una mini patina che protegge e non unge e olii non essiccativi ovvero che rimangono sempre liquidi e se se ne impregna un legno esso rimane "bagnato", anche se al tatto non si sente ,e questo tenderà a sporcarlo . L'olio di oliva, di camelia, di vaselina sono olii non essiccativi, l'olio di lino e di tung sono olii essiccativi.
Il problema degli olii è che asciugano in tempi molto lunghi se dati in quantità massiccie per cui occorre diluirli.Nello specifico:
1 parte di trementina 2 di olio se si vuole mantenere un certo corpo;
1 parte di trementina e 1 di olio se si vuole dare un'impregnazione più graduale
.


La trementina
La trementina non è un prodotto chimico, ma un prodotto naturale estratto tramite un processo chimico. Si tratta della parte liquida della resina delle conifere, quella stessa resina che ci rimaneva appiccicata ai vestiti quando da bambini ci appoggiavamo ai tronchi degli abeti o dei pini . Dopo l'estrazione della trementina, la resina appare sotto forma di sassi traslucidi color ambra.
I violinisti, che la usano sui crini dell'archetto per creare sufficiente attrito, la chiamano erronamente pece; in realta' si chiama colofonia.

La trementina è composta al 20% di una parte oleosa, chiamata essenza grassa ed è per questo che le due diluizioni che ho sopra citato rendono diversamente a parità di quantità di olio che si vuole dare, dato che l'essenza grassa ha un ottimo indice di rifrazione, ed e' molto trasparente ed essiccativa ,per cui rilasciata sul legno insieme all'olio di lino è uno spettacolo.

La migliore trementina è quella di larice veneto , comunque sono discrete anche con quella comprata dal ferramenta.

Per ottenere l'essenza grassa

Si riempe di trementina un barattolo di vetro a bocca larga (tipo quello del miele da 1 Kg). Si lascia al sole per 3 o 4 mesi, megli se d'estate. Quando la trementina sarà evaporata quasi del tutto rimarrà nel barattolo una sostanza oleosa, molto densa, incolore. Questa è la famigerata essenza grassa. Per renderla di colore ambrato basta introdurre nel barattolo una bella manciata di chiodi arrugginiti prima di metterlo al sole.

La vendono anche già pronta ma:
1) Non costa poco e...
2) Spesso è sofisticata con altre zozzerie per risparmiare e ..
3) Non si trova.

Ora, in questo stato ella è solubile al 100% (significa che non ne rimane non disciolta) sia in trementina (naturalmente) che in alcool. La possiamo usare per arricchire la miscela di olio e trementina per un massimo di 5% ,o la possiamo usare direttamente diluita in alcool con un rapporto di 2 parti di alcol e 1 di essenza. In questa soluzione ha un altissimo indice di rifrazione.
Potete usarla in combinazione, un paio di mani essenza in alcol e poi olio e trementina.

Importante


1. Avendo prima comprato del mastice di Chio, una resina la cui migliore qualità sappiamo provenire dall'isola di Chio, in Grecia, e si presenta in sassetti irregolari di colore giallo limone (diffidate da quello egiziano in sassetti a forma di goccia) prendiamo della trementina e la mettiamo sulla piastra elettrica al minimo ed aspettiamo che scaldi ben bene rimestando spesso in modo che il calore sia abbastanza uniforme.
2. Prendiamo un bicchiere di quelli da laboratorio ,in vetro temperato ovviamente.
3.Quando la sostanza è bella calda (non fatele superare i 100 - 110° che è il punto di fusione del mastice altrimenti perde le sue proprietà) ,cominciamo a buttarci dentro la resina suddetta poco a poco, mescolando continuamente, finchè non si scioglie più.
4.A quel punto, la trementina è satura ed è un ottimo isolante, da dare a pennello e io vi consiglierei...
5.Di non darla a pennellate massicce . Una bella passata a pennello o a tampone è sufficiente a far risaltare le venature prima della finitura anche se a primo acchito non sembra.
Io lo consiglio come mano finale prima della cera perchè se la date prima dell'olio, facendo da turapori, rischiate che quest'ultimo non penetri bene nel legno.
Importante (2)
Gomma arabica. Sapete quei sassetti traslucidi di resina che si vedono attaccati agli alberi da frutto, in particolare il ciliegio da noi, trascorsa la primavera, nelle ferite degli alberi? Beh, quella è gomma arabica.
1. Raccoglietene parecchia. Si diluisce in acqua distillata 10 g su 100 cc di acqua. Diventa un po' schifosa e puzzolente ma è un ottimo turapori. Se vedete che non vi si stende bene diluitela ulteriormente. Si trova in commercio nei suddetti negozi e la migliore è quella dell "acacia senegal" ma quella che troviamo sui ciliegi va benone.
La Cera
Infine ... la cera. Ne troviamo in natura di diversi tipi ovvero cera vergine d'api, la più comune, cera di carnauba, vegetale e più dura di quella d'api ,ed altre tipo la cera di caruba che a me non piace che mi pare rimanga più molla delle altre, ci fanno i lucidi da scarpe.

1.Prendiamo un barattolo, lo riempiamo di pezzetini di cera, io consiglio 50% api e idem di carnauba per avere un prodotto resistente ma non impossibile da tirare.
2. Lo riempiamo con la nostra ormai inseparabile amichetta essenza di trementina e aspettiamo alcuni giorni che essa sciolga la cera agitando di tanto in tanto. Non è necessario aspettare, possiamo passare direttamente alla fase successiva appena versiamo la trementina ma in questo modo si scioglie più facilmente e facciamo meno fatica.
3.Bagnomaria, perchè altrimenti la cera pirogenizza (brucia) e la sua qualità si abbassa notevolmente non indurendo mai completamente.
4. Mescoliamo in continuo finchè non è completamente sciolta. Ci muniamo di barattolino basso tipo quello del tabacco Dunhill o vi fate un barattolo basso di legno al tornio... fate un po' come vi pare basta che è basso e largo altrimenti quando con lo straccetto andate a prenderla quando stà a metà , le mani si incastrano nel barattolo.
5. Prendiamo una calza precedentemente buttata dalla nostra ragazza o dalla nostra mamma o dal nostro ragazzo gay e la usiamo per passare la cera appena tolta dal fornello, questo è utile se la cera l'avete presa da un apicultore.
6.Ora è pronta e la possiamo usare a caldo a pennello, sempre sciolta a bagno maria o a freddo con un panno, stendendola ed attendendo un'oretta che indurisca e poi tirandola finchè non diventa lucida la superficie.

La tecnica della calza la useremo per passare tutti i prodottini sopracitati (immaginate che ci puo' essere nell'essenza grassa dopo che ci abbiamo messo i chiodi arrugginiti?).

Un piccolo appunto sull'essenza grassa

Nel barattolo dopo l'evaporazione ne rimane proprio il fondo ed è estremamente densa ed appiccicosa, per cui:
A. O ci versiamo subito altra essenza che la scioglie per farla evaporare poi in un recipiente più grande in modo che il livello finale aumenti,
B. Oppure usiamo un recipiente basso e largo (che permette di accelerare il processo un po') e poi è più facile da prendere, poi una volta sciolta la passiamo con la calza.

Ricordiamo che prima di applicare cotanti prodotti, il legno va rifinito bene e non basta arrivare a carte molto fini, bisogna, dopo la 220, bagnare il legno con acqua abbastanza calda (non il pernambuco, il castagno ed il rovere), far asciugare e poi passare alla carta più fine, in questo modo si alzano subito i "peli" del legno puliticon la carta più fina (non completamente) e ripetendo il processo con ogni passata, alla 600 abbiamo una superficie perfetta e senza graffi. Questo trucco serve anche a far rinvenire dei bozzetti dove magari abbiamo sbattuto ed il legno si è schiacciato: il buco si trasformera' in una montagnetta!
Dopo questo procedimento, qualsiasi liquido passiamo sul legno, esso rimarrà liscio e senza peli.

Comunque, i vari prodotti possono essere colorati con coloranti a loro volta naturali, indico principalmente l'ebano e il palissandro (trucioli o polvere) in alcol .Questi potete lo usare per diluire magari l'essenza grassa se la volete colorare. Il paduk, sempre in alcol, dà un rosso molto acceso in alta concentrazione, la radice di curcuma da un giallo intenso.
In trementina sono solubili la gomma gutta (anche in alcol, giallo intenso), il sangue di drago (anche in alcol, rosso bruno) e l'alcanna o ancusa (anche in alcol, rosso bruno) e sono tutte sostanze naturali.
Il sangue di drago è una resina di una pianta e si presenta in sassetti rotondi, è uno dei miei preferiti.

I vari prodotti si possono abbinare, ad esempio, a:
1.Ad un paio di mani di gomma arabica e gommalacca oppure
2. Due o tre mani di essenza grassa in alcol,
3. Poi una o due mani di essenza di trementina saturata con mastice e cera oppure essenza grassa,
4. Due - tre mani di olio di lino diluito in trementa, trementa masticiata e cera.
Tra una mano e l'altra, se si creano rigature di prodotto, colature, imperfezioni, paglietta d'acciaio la più fine dell'universo (credo sia la 0000) con delicatezza, perchè se asportiamo la patina è un casino, se invece si crea un minimo di spessore allora le venature si trasformano in fantasmi che cambiando angolo di rifrazione di luce si muovono e vi assicuro che succede.
Con l'acero marezzato è la norma ma con i legni più semplici può capitare inaspettatamente e vi assicuro che nei legni tranquilli si nascondono a volte segreti inaspettati...
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