Gli articoli di Alun Withey

Il luogo ideale per postare i propri rasoi, e conoscerne la storia

Moderatore: Moderatore Area Tecnica

Rispondi
Avatar utente
Aldebaran
Messaggi: 5929
Iscritto il: 31/03/2010, 18:26
Località: Milano - Chieti
Contatta:

Gli articoli di Alun Withey

Messaggio da Aldebaran »

Buonasera a tutti!

il Gentile Mod.Altus mi ha inviato questo link

http://exeter.academia.edu/AlunWithey" onclick="window.open(this.href);return false;

che rimanda ad una pagina del Dott. Alun Withey, un ricercatore universitario inglese, che ha scritto vari articoli storici sui rasoi a mano libera, l'acciaio per rasoi, il Wetshaving e altri argomenti correlati.
Sono tutti visibili e scaricabili dalla suddetta pagina.
Inizierò a porre delle mie considerazioni, anche per rendere maggiormente fruibili i contenuti in inglese a tutti.
Questa parte introduttiva che mi accingo a redarre non è presente nei suddetti articoli, ma è scritta da me per far capire meglio la situazione storico/tecnica dell'epoca.

La Francia sin dalla fine del Settecento mostrò interesse per la lavorazione dell'acciaio con il metodo " all'inglese".
Il ferro importato dall'Inghilterra proveniva dalla Svezia.
Attraverso i processi che prevedevano l'uso di crogioli e altri sistemi veniva poi prodotto l'acciaio*.
In Francia coloro che diedero un impulso alla produzione dell'acciaio ( francese ) furono Berthollet, Monge e Vendermonde.
Loro capirono che per creare l'acciaio ci voleva il carbonio e non lo zolfo, come invece si riteneva, nel loro paese, prima del XVIII secolo. Seguirono le indicazioni presenti negli scritti di Reaumur. Questo chimico francese visse dal (1683 al 1757). Riusci' a compiere certi studi proprio perché in quegli anni iniziarono a comparire le prime strumentazioni per analisi chimiche analitiche e quantitative degne di nota.
Per farsi una idea leggere qui, se interessati, grazie.
Non a caso, gli studi più approfonditi sugli acciai, si ebbero con l'inglese Henry Clifton Sorby solo dal 1860 in poi.
Un secondo impulso alla produzione dell'acciaio in Francia fu fornito da Gabriel Jars, una spia a tutti gli effetti, che da campioni di acciaio di Sheffield e lime del North East a metà degli anni settanta del XVIII secolo iniziò a creare piccoli quantitativi di acciaio per lap roduzione successiva in larga scala.

Parte tradotta dagli scritti di Whitey

Le macchine tessili e le macchine a vapore richiedevano come materiale da costruzione ferro e acciaio di qualità migliorata e a prezzo più basso rispetto al passato. Questo sviluppo fu possibile grazie ad alcune innovazioni nella tecnologia siderurgica e fu ancora l'Inghilterra che nel 1700, disponendo di carbone e di minerali di ferro, passò all'avanguardia anche nella produzione di ferro.
Un primo passo avanti era già stato fatto nella seconda metà del 1600 con l'impiego del carbon fossile al posto del costoso e sempre più raro carbone di legna nella riduzione degli ossidi di ferro a ferro, ma la svolta fondamentale si ebbe con la scoperta del carbone coke. Nel generale fermento di curiosità per le cose della natura il primo procedimento con cui si analizzava una sostanza naturale consisteva nel sottoporla a distillazione secca e nell'osservare i prodotti che si formavano. Questo procedimento, applicato al carbone, mostrò che il carbone fossile si trasformava, per distillazione secca, in carbone coke con liberazione di sostanze volatili. Il carbone coke risultava più adatto del carbone fossile per la produzione del ferro, avendo un minore contenuto in zolfo rispetto al carbone fossile ed essendo più resistente meccanicamente. La prima produzione industriale di carbone coke e il suo impiego in siderurgia si ebbero nel 1709 nelle fonderie di Abraham Darby (1677-1717). In seguito all'impiego del coke fu possibile costruire altiforni più grandi ed aumentare la produzione del ferro riducendone i costi. A seconda della qualità del carbone impiegato per produrre il coke e quindi a seconda della qualità del coke, l'altoforno forniva ferro dolce o ghisa; il ferro si otteneva soprattutto impiegando il coke ottenuto dai carboni di buona qualità dello Shropshire. Col coke ottenuto da altri carboni si doveva operare a temperature maggiori e il ferro assorbiva carbonio trasformandosi in ghisa. Negli anni successivi la produzione della ghisa si estese. Abraham Darby II (17111763) perfezionò il funzionamento dell'altoforno aggiungendo calcare al coke e al minerale di ferro e ottenendo così delle scorie fuse più facilmente eliminabili. La ghisa però non fece concorrenza al ferro ottenuto col carbone di legna fino a circa il 1750; dopo tale data i forgiatori del Worcestershire cominciarono ad accettarla. Fra il 1760 e il 1765 furono introdotti dei sistemi per insufflare aria nel forno, assicurando una più completa combustione del coke, e le macchine a vapore di Watt trovarono buon impiego nell'azionare le pompe per l'aria. La successiva invenzione fondamentale, che avrebbe portato l'altoforno alla struttura attuale, fu dovuta a Jean Beaumont Neilson (1792-1865) che nel 1828 brevettò l'idea di insufflare aria calda anziché aria fredda nell'altoforno, rendendolo molto più efficiente (7). Il successo di tutte queste innovazioni è dimostrato dal fatto che il prezzo della ghisa scese da 12 sterline per tonnellata nel 1728 a 6 sterline per tonnellata nel 1892. La ghisa tuttavia aveva i suoi limiti: con essa era possibile fabbricare rotaie, ruote, cilindri, ecc., ma non utensili o parti fondamentali di macchine. Dovunque si richiedessero requisiti di tenacia e resistenza doveva ancora essere impiegato ferro fucinabile; se si avevano esigenze di durezza ed elasticità bisognava usare l'acciaio. Già René Antoine Reaumur (16831757) in una celebre pubblicazione sull'«arte» della fabbricazione del ferro e dell'acciaio del 1722 (8) aveva descritto gli esperimenti con cui era riuscito a svelare il «segreto» degli antichi fabbricanti di acciaio: l'acciaio non era altro che ferro con una quantità determinata di carbonio. Egli aveva scoperto anche che era possibile ottenere l'acciaio fondendo insieme ghisa e ferro dolce. Nessuno degli artigiani del tempo aveva capito l'importanza di questa comunicazione scientifica e l'Inghilterra in questo periodo aveva continuato a dipendere dalla Germania per le importazioni di acciaio di buona qualità ottenuto da ghise manganesifere. Soluzioni parziali del problema dell'acciaio si ebbero nel 1740 ad opera di Benjamin Huntsman (1704-1776), un orologiaio che iniziò la produzione di acciaio al crogiolo per la fabbricazione di molle e pendoli. Nel 1784 Henry Cort (1740-1800) ottenne il suo brevetto per la trasformazione della ghisa in ferro dolce per pudellaggio; il ferro pudellato era inferiore come qualità al ferro ottenuto con carbone di legna, ma costava molto meno.


*viewtopic.php?f=8&t=11647
viewtopic.php?f=8&t=269&p=863&hilit=bessemer#p863" onclick="window.open(this.href);return false;
viewtopic.php?f=21&t=271&p=867&hilit=bessemer#p867" onclick="window.open(this.href);return false;
Avatar utente
Aldebaran
Messaggi: 5929
Iscritto il: 31/03/2010, 18:26
Località: Milano - Chieti
Contatta:

Re: Gli articoli di Alun Withey

Messaggio da Aldebaran »

Eccomi qui!

in merito ai documenti del Dottor Withey sugli strumenti chirurgici dell'ottocento, ho trovato un sito in italiano che spiega le medesime cose:

Storia della chirurgia

Consiglio la lettura di tutta la pagina e del sito, veramente interessante!
Degna di nota le considerazioni su un rasoio, i microtome, e una pietra affila bisturi.
Grazie e buona festa della Repubblica.
Avatar utente
Aldebaran
Messaggi: 5929
Iscritto il: 31/03/2010, 18:26
Località: Milano - Chieti
Contatta:

Re: Gli articoli di Alun Withey

Messaggio da Aldebaran »

Buongiorno a Tutti!

questa è un'e-mail che mi è arrivata dal suddetto ricercatore in merito alle mie ricerche condotte sul Wootz con l'aiuto di Altus e alla creazione di un rasoio con questo materiale.
Consultandomi con Altus e altri storici del forum cercherò di aiutare il Professor Alun nelle altre sue ricerche:
Ecco qualche "stralcio" dell'e-mail. Alcune parti non le ho trascritte per privacy.

Dear Andrea,

Thank you for your email and your research and exhibition sound fascinating. I'm especially interested to learn of your reconstruction of a wootz steel razor. I have just looked at the images you sent over, and I must congratulate you on your workmanship; they are beautiful things.

The work that I did on eighteenth-century razor construction finished in 2012,[...] I will probably be writing a chapter (based on my article about steel and razors, which I think you've probably seen - http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1 ... 530.x/full" onclick="window.open(this.href);return false;) looking at the changing technology of razors through the 18th and 19th centuries though, so it would be great to keep in touch.

Thank you so much also for your kind references to my work on your blog/website - it is very much appreciated

With best wishes, and apologies again

Alun


grazie e buon proseguimento,
Andrea
Rispondi

Torna a “Notizie storiche”