Appunti di affilatura di Ron Hocks
Ron Hock produce ferri piala di eccellente qualità Per quanto molti falegnami considerino l'affilatura una sorta di meditazione interiore in preparazione alla lavorazione del legno, la maggior parte vuole completare questa operazione alla svelta per dedicarsi al lavoro vero e proprio. Sull'affilatura ci sono ben più cose da dire di quante ne troverete in queste poche pagine. Per questo vi rimando ad alcuni libri specifici sull'argomento. Quello che vi propongo qui in sintesi sono alcune idee e metodi che vi possano facilitare il compito.
Anzitutto l'obiettivo: un tagliente affilato esiste solo dove due piani (p.e. la faccia principale e lo smusso di un ferro pialla o di uno scalpello) si incontrano con un angolo pari a 0°. Chiaramente lo 0° è un valore limite, che però noi dobbiamo sforzarci di raggiungere.
Una lama avrà sempre un raggio, ma è nostro compito rendere questo raggio il più piccolo possibile. Un acciaio a grana fine rende il compito più facile, perchè le particelle essendo più piccole aiutano ad ottenere un raggio più piccolo, cioè una lama più affilata.
Prossimo punto: come ottenere una lama più affilata. Tutti i comuni materiali per affilatura rendono una lama affilata. Quale utilizzare è una vostra scelta. La pregiata pietra ad olio dell'Arkansas è leggendaria e mantiene forma e planarità con poca fatica. La Arkansas è un prodotto naturale ricavato dalla roccia e dura una vita. Le pietre ad acqua artificiali - sempre più di provenienza giapponese negli ultimi tempi - hanno là una lunga tradizione. Queste pietre affilano più in fretta, perchè sono più morbide. Le particelle logore vengono agevolmente lavate via lasciando spazio a particelle fresche e affilate. Ma è proprio questa morbidezza a richiedere una frequente affilatura. Se la pietra è incavata, è impensabile rettificare e affilare.
Molti falegnami utilizzano vari tipi di carta vetrata bagnata come strumento di affilatura. Un pezzo di vetro fa da superficie piana e i fogli di carta abrasiva vengono sostituiti man mano che si procede nell'affilatura. Il basso investimento iniziale, la facilità d'uso e l'ampia gamma di grane disponibili (fino a 2000 e anche oltre attingendo dal settore automobilistico) ne fanno un ottimo modo per iniziare. Esistono poi le pietre diamantate (ideali per il lavoro grossolano), i piani di lappatura (chi li conosce non ne farebbe più a meno), pietre ceramiche, strisce di cuoio (imbattibili per l'ultima finitura), e una vastissima selezione di elettroutensili nati per facilitare questo compito.
Se avete un metodo con cui vi trovate bene continuate a usarlo. I prossimi punti sono piuttosto generici e potete seguirli indipendentemente dalle vostre preferenze nel campo dell'affilatura. Se siete alle prime esperienze e non avete dotazioni di materiale abrasivo, andate in un negozio di prodotti per auto e comprate un paio di fogli di grana per tipo delle grane 180, 320, 400, 600, 1200 a 2000. Alcuni usano la colla numero 77 della 3M per fissare i fogli di carta vetrata; la trovate negli stessi negozi. Poi passate dal vetraio e procuratevi un pezzo di vetro da 40 x 40 cm, spessore 6-7 mm. Una piastrella di marmo o un pezzo di un top di granito vanno altrettanto bene. Adesso fate spazio sul bancone per il vetro o la piastrella. Con una lama nuova partite con la grana 600. Se il retro richiede un intervento più energico, passate a una grana più grossa e guadagnerete tempo. In caso di riaffilatura, se il filo è molto rovinato può essere necessario partire con la 320 o addirittura con la 180.
Le guide di affilatura sono una cosa utile. Se ne avete una è il momento di cominciare a usarla. La maggior parte dei ferri da pialla sono affilati a 25°, ma alcuni credono che sia sufficiente avere aria sotto la lama. In altre parole, visto che il ferro di una bench plane è normalmente inclinato a 45°, qualsiasi angolo di affilatura inferiore a quello sarebbe adatto. E siccome uno smusso più spesso è anche più robusto, il filo dovrebbe durare più a lungo. Le bench plane e le block plane sono sempre state affilate a 25°. Per le nostre lame destinate alle pialle in legno autocostruite James Krenov indica uno smusso di 30°. Per gli scalpelli si utilizzano angoli variabili in funzione del tipo di legno e del vostro modo di lavorare; 25° per legni teneri e lavori leggeri, 30° per legni duri e lavori pesanti. La funzione della guida di affilatura è di determinare e mantenere l'angolo di lavoro. Può anche accelerare l'intero processo consentendovi di aumentare l'inclinazione di un grado o due, così da affilare solo l'estremità della lama. L'angolo del bisello è determinato dalla sporgenza della lama rispetto alla guida.
Questa distanza determina l'angolo di affilatura
Non avete una guida di affilatura? Fa niente; basta fare più attenzione durante l'operazione di affilatura. L'importante è che l'angolo venga mantenuto costante durante tutta l'operazione. Se fate oscillare la lama, il bisello risulterà convesso, "tondeggiante" e l'effettivo angolo di taglio sarà maggiore di quello desiderato. Non è la fine del mondo, ma rende impossibili confronti omogenei tra legni, tipi di acciaio, attrezzi ed angoli di taglio. Potete anche prepararvi una sagoma angolata in legno o altri materiali e usarla come supporto per mantenere l'angolo impostato.
Cominciate ad affilare il bisello - finchè si comincia a vedere la bava sul retro. La sbavatura può non essere particolarmente visibile e si ridurrà man mano che passerete a grane più fini, ma la potrete sentire con l'unghia. Se l'angolo è ampio (che è un modo raffinato per dire che il ferro è in pessime condizioni), ci può volere un po' prima che si cominci a vedere la bava, ma bisogna riuscirci o il lavoro non è completo. E' la bava che ci garantisce che i due piani si sono incontrati (il solito discorso dell'angolo pari a 0°)
Adesso girate la lama, e lavorate il retro. Lappare il retro è importante come affilare il bisello. Lo ripeto: lappare il retro è importante come affilare il bisello. Pensateci: in una bevel down è il retro della lama che taglia. Quindi dovete lavorare il retro alla perfezione per garantirvi che il filo sia diritto, liscio e affilato. Molti falegnami ritengono che tutto il retro dovrebbe essere spianato e tirato a lucido. Altri ritengono che una striscia di pochi millimetri a partire dal filo sia sufficiente, visto che il rompitrucioli lascia esposto anche meno di quella misura. Valutate voi.
Se potete lasciare la guida attaccata alla lama, fatela sporgere di fianco alla pietra. Se invece intralcia dovrete misurare e riposizionare la lama ogni volta che cambiate grana. Iniziate con la grana grossa che avete usato prima e passate la lama con movimenti prolungati tenendola ben aderente alla pietra. Proseguite finchè i segni sono omogeneamente distribuiti su tutta l'area da levigare. E' del tutto normale che un lama abbia una leggera cavità nella parte posteriore e le prime passate riveleranno un segno di metallo pulito a forma di arco. Potete ampliare quest'area finchè tutto il retro è coperto di segni grossolani. Quando siete al punto che la superficie planare del retro incontra la superficie planare del bisello (angolo zero!) comincerete a formare la bava. Ce l'avete fatta !
Passate ad una grana più fine e ripetete l'intero processo. Una volta completato il retro con la grana più grossa, il tutto diventa molto più facile e veloce. Coinviene angolare la lama quando si lavora sul retro e cambiare angolazione al cambio di grana. In questo modo sarà più facile vedere quando avrete eliminato tutti i segni della grana precedente e che bisogna cambiare nuovamente.
Controllate regolarmente la lama per essere sicuri che sia sempre ad angolo retto! Se così non fosse premete un po' di più sull'angolo sporgente così da recuperare la perpendicolarità. Continuate con le diverse grane fino ad esaurirle. Dopo alcune le superfici levigate cominceranno a sembrare degli specchi: segno sicuro di un'affilatura quasi completa.
Nella maggior parte dei casi la 2000 è più che sufficiente, ma se volete raggiungere la perfezione potete arrivare ad usare una pietra ad acqua da 6000 o un supporto liscio caricato con una pasta a base di ossido di cromo (ossido verde o "verde dell'arrotino"). La pietra all'acqua da 6000 è "morbida" e lavora bene, ma la lama tende ad impiantarsi. Richiede passate lente, nonchè molta acqua e molta pazienza. Il supporto può essere in cuoio, cartone o legno; una superficie piana e liscia che riceva il finissimo abrasivo di cui avete bisogno. E' meglio lavorare tirando la lama, per evitare di tagliare il supporto. Mi raccomando di mantenere il retro piatto rispetto al supporto e il bisello con la giusta angolazione per evitare di arrotondare l'estremità.
Per verificare l'affilatura potete radervi i peli del braccio; una lama affilata ci riuscirà senza fatica. Ma se avete pochi peli o se non vi piace avere una striscia depilata, esistono dei metodi alternativi. Una lama ben affilata farà prese su un unghia o su una penna di plastica, mentre una lama non affilata tenderà a scivolare via.
Un altro modo per verificare su una lama è affilata è quello di esaminarla sotto la luce diretta: se la lama riflette è smussata. (Ricordate il discorso dell'angolo pari a 0°? E' l'angolo del filo della lama che riflette la luce e se non c'è angolo, non c'è riflesso).
Se avete affilato uno scalpello o la lama di una pialla senza controferro, la vostra fatica è finita. Altrimenti adesso dovete affrontare il controferro. Verificate come prima cosa che il suddetto faccia contatto con la lama per tutta la larghezza e non lasci passare luce; se così non fosse i trucioli potrebbero facilmente impigliarsi. A questo punto cominciate a levigare la supeficie esterna. Quanto tempo sarà necessario è strettamente in funzione delle condizioni di partenza e quando l'intervento sarà sufficiente si può valutare solo in base all'esperienza e a una prova d'uso. Utilizzate la stessa serie di abrasivi evitando grane più grosse del necessario. I controferri in genere non sono temprati, per cui il lavoro dovrebbe procedere rapidamente. Passate una ad una tutte le grane finchè i graffi saranno spariti e la superficie sarà liscia alla vista e al tatto. A questo punto avete davvero finito.
Riaffilate spesso e in misura limitata, con abrasivi non troppo grossolani per garantire delle lavorazioni impeccabili e anche per risparmiare tempo alla lunga.