Il Sapone di Marsiglia

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Aldebaran
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Il Sapone di Marsiglia

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Tradizionalmente, il sapone di Marsiglia è un sapone prodotto con metodo tradizionale con solo olii vegetali e deve contenere almeno il 72% di acidi grassi (il sapone vero e proprio). Inizialmente veniva prodotto esclusivamente con olio d'oliva, ma attualmente sono consentiti altri tipi di olii vegetali.
In Francia si può trovare prodotto con olio d'oliva (colore verde) o con miscele di olio di cocco o di palma (colore bianco).

Purtroppo in Italia si trovano prodotti che sebbene etichettati come sapone di marsiglia contengono anche derivati da altri tipi di grasso.

Storia
A partire dal 1300, la disponibilità d'olio d'oliva prodotto localmente favorì la nascita della produzione del sapone a Marsiglia. La soda (anche se in questo caso non era propriamente soda caustica) veniva ricavata dalle ceneri di salicornia, una pianta perenne ampiamente diffusa in zona.
Crescas Davin, nel XIV secolo, è il primo saponaio ufficiale della città. Nel 1593, Georges Prunemoyr, superò la fase artigianale, fondando la prima fabbrica marsigliese.

All'inizio del XVII secolo, la produzione dei saponifici marsigliesi soddisfaceva appena la domanda della città e del territorio. Il Porto di Marsiglia riceveva anche saponi da Genova ed Alicante. Ma quando la guerra bloccò l'approvvigionamento dalla Spagna, i saponai marsigliesi dovettero aumentare la loro produzione per poter soddisfare i francesi del nord e gli acquirenti olandesi, tedeschi ed inglesi.

Nel 1660, si contavano nella città sette fabbriche la cui produzione annuale toccava quasi 20.000 tonnellate. Sotto il regno di Luigi XIV, la qualità delle produzioni marsigliese è tale che il "Sapone di Marsiglia" divenne un nome comune. Si trattava allora di un sapone di colore verde che si vendeva soprattutto in barre di 5 kg o in pani di 20 kg.

Il 5 ottobre 1688 l'editto di Colbert, Ministro della Real Casa di Luigi XIV, regolamentò la fabbricazione del sapone. Ai sensi dell'articolo III di quest'editto: non si potrà utilizzare nella fabbricazione di sapone, con barilla, soda o cenere, nessun grasso, burro né altre materiale; ma soltanto di puro olio di oliva, e senza mescolanza di grasso, a pena di confisca delle merci. I saponai dovevano cessare la loro attività d'estate poiché il calore nuoce alla qualità del sapone. Questa regolamentazione garantì la qualità del sapone che ha reso rinomati i saponifici marsigliesi.

Frattanto, fabbriche di sapone si installarono nella regione, a Salon-de-Provence, Tolone o Arles. Nel 1786, 48 saponifici producevano a Marsiglia 76.000 tonnellate, impiegando 600 operai e 1.500 forzati prestati dall'arsenale delle galere. Dopo la crisi dovuta alla Rivoluzione francese, l'industria marsigliese continuò a svilupparsi fino a contare a 62 saponifici nel 1813.

All'epoca la soda si otteneva dall'acqua di mare grazie al procedimento inventato da Nicolas Leblanc.

A partire da 1820, nuovi tipi di grassi furono importati e transitarono per il porto di Marsiglia: gli oli di palma, d'arachide, di cocco e di sesamo che furono utilizzati per la fabbricazione del sapone. Il saponifici marsigliesi subrono la concorrenza di quelli inglesi o parigini, questi ultimi usavano il sego che dà un sapone meno costoso.

All'inizio dello XX secolo, nella città di Marsiglia c'erano 90 saponifici. François Merklen fissò nel 1906 la formula del sapone di Marsiglia: 63% d'olio di copra o di palma, 9% di soda o sale marino, 28% d'acqua.

Quest'industria restò fiorente fino alla Prima Guerra Mondiale quando la difficoltà nei trasporti marittimi mise in serio pericolo l'attività de saponai. Nel 1913, la produzione era di 180.000 tonnellate ma precipitò a 52.817 tonnellate nel 1918. Dopo la guerra, i saponifici beneficiano dei progressi della meccanizzazione e la produzione raggiunse le 120.000 tonnellate nel 1938, benché la qualità del prodotto restasse legata ai vecchi procedimenti di fabbricazione.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Marsiglia garantiva sempre la metà della produzione francese, ma gli anni che seguirono furono disastrosi: il sapone fu soppiantato dai detersivi di sintesi ed i saponifici marsigliesi chiusero uno dopo l'altro. Oggi non resta che un pugno di fabbricanti nella regione che producono eccellenti saponi.
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