Restauro: giornale di cantiere....
Inviato: 20/04/2013, 20:14
Ieri il postino mi ha portato il primo rasoio spedito dagli USA (e senza dogana )
Lo estraggo da innumerevoli strati di pluriboll e si rivela in condizioni migliori di quello che le foto facevano supporre
Di conseguenza... oggi non ho resistito e ho aperto il laboratorio
Fase 1
Visto che non c'erano grossi danni da sanare ho saltato la fase carte abrasive e sono partito subito con la pasta abrasiva e i cuscinetti da strucco della moglie (si fa con quel che c'è in casa, Emidio docet ). Dopo qualche passata la lama era quasi a specchio con l'incisione bene in evidenza, a quel punto sono passato al codolo (pezzo difficile visto che le guancette di madreperla impedivano una comoda lucidatura che ne avrebbe asportato le scritte residue già in parte cancellate. Quindi pasta abrasiva, cotton-fiocc e scovolini in nylon per i denti (recuperati sempre dall'armadietto del bagno). Poi per il punto tra le guance del manico che non riuscivo a pulire bene arriva l'illuminazione : una matita (tipo portamine) con la mina fatta di fibre di vetro che usavo per cancellare (trovata tanto tempo fa tra i prodotti per disegno artistico) della misura giusta per grattare l'ossido in quel punto. C'è voluto più tempo a trovarla in fondo ai cassetti che a metterla in funzione.
Per finire l'opera sono ricorso al simil-dremel (versione cinese da 16 euro venduto in realtà per la pedicure) su cui ho montato un cuscinetto di feltro a forma di cilindro con terminazione a cono (tipo matita insomma) con cui sono andato a scovare gli ultimi punti neri sulla lama bagnandolo nell' Argentil crema e usandolo come un incrocio tra il trapano del dentista e la matita da disegno . Spettacolo. La lama sembrava nuova
Lavaggio, asciugatura e posso metter via la cassetta degli attrezzi.
Fase 2
Con l'oculare da gioielliere fornito di led (sempre dalla bancarella cinese) esame del filo (che tagliava perfettamente solo il burro). In casa c'era solo la combo belga (quando arriverà la Candia le cose cambieranno) quindi decido di avventurarmi (nonostante tutti i saggi consigli dei vostri post accuratamente memorizzati) in un tentativo di affilatura con la sola belga ricorrendo allo slurry in diluizione progressiva. Primo ostacolo: come fare lo slurry senza una bout? Non mi andava di usare le carte abrasive per non "contaminare" la pietra.... mumble mumble pensa e ripensa mi vengono in mente le arkansas sagomate, quelle che si usano per le sgorbie da scultura grana circa 6000 - 8000, 60 x 25 x 5 mm.
Mi reimmergo nelle profondità del solito cassetto e le riporto alla luce. Inizio con la blu e ottengo subito uno slurry denso e cremoso. Visto che la pietra non è larghissima (circa 4 cm) invece dei canonici movimenti con inversione della lama, provo a tracciare degli 8 dove nella corsa di andata il filo è in avanti e con pressione, mentre nel ritorno è la spina in avanti e la lama viene alleggerita per non consumare inutilmente l'acciaio e al tempo stesso ridistribuisce lo slurry sulla superfice. Ogni 15-20 passate inverto la faccia della lama e magicamente comincia ad apparire il bevel
Al lentino però vedo che ci sono un paio di punti neri proprio sul filo, quindi decido di continuare fino a mangiare l'acciaio in modo da eliminarli senza sacrificare più di 1-2 decimo di mm. La cosa si fa lunga ma alla fine ottengo il risultato voluto, e comincio a diluire lo slurry fino a arrivare ad acqua sola.
Lavo rasoio e pietra e passo alla gialla.
Nuovo dubbio se fare lo slurry o meno sul lato "prezioso", poi decido che una piccola quantità ricavata col dorso tondo dell'arkansas a fine pietra avrebbe agevolato le operazioni senza causare troppi danni (il prossimo acquisto una bout da cui ricavare lo slurry con l'arkansas per poi trasferirlo sulla pietra buona).
Visto che la belga è una pietra lenta e che una passata in più non pregiudica nulla ricomincio a tracciare gli 8 a due mani, perché nel frattempo mi sono accorto che se tengo medio e anulare della sinistra sulla spina senza premere mi fanno da sismografo, cioè mi trasmettono le vibrazioni della lama avvisandomi se non sono uniformie rendono più fluido e preciso il movimento. Poi dopo le opportune diluizioni fino all'acqua pura (e una marea di 8 )anche il suono dello sfregamento comincia a cambiare, diventa meno "ruvido" e poi finalmente inizia il risucchio della pietra una senzazione nettissima. Qualche ulteriore passata, lavaggio asciugatura e scoramellata generosa.
Peccato solo che fino a domani non posso fare il test rasatura ma ho una barba sola che cresce con i ritmi della natura e non con la velocità che servirebbe ai test (però un po' di contropelo sulla gola lo ha fatto con dolcezza, falciando quel poco ricresciuto dalla rasatura del mattino)
Domani vi saprò dire (anche se dubito che l'affilatura ottenuta sia definitiva, ma già così è oltre le mie aspettative!) e vi metto anche qualche foto.
Lo estraggo da innumerevoli strati di pluriboll e si rivela in condizioni migliori di quello che le foto facevano supporre
Di conseguenza... oggi non ho resistito e ho aperto il laboratorio
Fase 1
Visto che non c'erano grossi danni da sanare ho saltato la fase carte abrasive e sono partito subito con la pasta abrasiva e i cuscinetti da strucco della moglie (si fa con quel che c'è in casa, Emidio docet ). Dopo qualche passata la lama era quasi a specchio con l'incisione bene in evidenza, a quel punto sono passato al codolo (pezzo difficile visto che le guancette di madreperla impedivano una comoda lucidatura che ne avrebbe asportato le scritte residue già in parte cancellate. Quindi pasta abrasiva, cotton-fiocc e scovolini in nylon per i denti (recuperati sempre dall'armadietto del bagno). Poi per il punto tra le guance del manico che non riuscivo a pulire bene arriva l'illuminazione : una matita (tipo portamine) con la mina fatta di fibre di vetro che usavo per cancellare (trovata tanto tempo fa tra i prodotti per disegno artistico) della misura giusta per grattare l'ossido in quel punto. C'è voluto più tempo a trovarla in fondo ai cassetti che a metterla in funzione.
Per finire l'opera sono ricorso al simil-dremel (versione cinese da 16 euro venduto in realtà per la pedicure) su cui ho montato un cuscinetto di feltro a forma di cilindro con terminazione a cono (tipo matita insomma) con cui sono andato a scovare gli ultimi punti neri sulla lama bagnandolo nell' Argentil crema e usandolo come un incrocio tra il trapano del dentista e la matita da disegno . Spettacolo. La lama sembrava nuova
Lavaggio, asciugatura e posso metter via la cassetta degli attrezzi.
Fase 2
Con l'oculare da gioielliere fornito di led (sempre dalla bancarella cinese) esame del filo (che tagliava perfettamente solo il burro). In casa c'era solo la combo belga (quando arriverà la Candia le cose cambieranno) quindi decido di avventurarmi (nonostante tutti i saggi consigli dei vostri post accuratamente memorizzati) in un tentativo di affilatura con la sola belga ricorrendo allo slurry in diluizione progressiva. Primo ostacolo: come fare lo slurry senza una bout? Non mi andava di usare le carte abrasive per non "contaminare" la pietra.... mumble mumble pensa e ripensa mi vengono in mente le arkansas sagomate, quelle che si usano per le sgorbie da scultura grana circa 6000 - 8000, 60 x 25 x 5 mm.
Mi reimmergo nelle profondità del solito cassetto e le riporto alla luce. Inizio con la blu e ottengo subito uno slurry denso e cremoso. Visto che la pietra non è larghissima (circa 4 cm) invece dei canonici movimenti con inversione della lama, provo a tracciare degli 8 dove nella corsa di andata il filo è in avanti e con pressione, mentre nel ritorno è la spina in avanti e la lama viene alleggerita per non consumare inutilmente l'acciaio e al tempo stesso ridistribuisce lo slurry sulla superfice. Ogni 15-20 passate inverto la faccia della lama e magicamente comincia ad apparire il bevel
Al lentino però vedo che ci sono un paio di punti neri proprio sul filo, quindi decido di continuare fino a mangiare l'acciaio in modo da eliminarli senza sacrificare più di 1-2 decimo di mm. La cosa si fa lunga ma alla fine ottengo il risultato voluto, e comincio a diluire lo slurry fino a arrivare ad acqua sola.
Lavo rasoio e pietra e passo alla gialla.
Nuovo dubbio se fare lo slurry o meno sul lato "prezioso", poi decido che una piccola quantità ricavata col dorso tondo dell'arkansas a fine pietra avrebbe agevolato le operazioni senza causare troppi danni (il prossimo acquisto una bout da cui ricavare lo slurry con l'arkansas per poi trasferirlo sulla pietra buona).
Visto che la belga è una pietra lenta e che una passata in più non pregiudica nulla ricomincio a tracciare gli 8 a due mani, perché nel frattempo mi sono accorto che se tengo medio e anulare della sinistra sulla spina senza premere mi fanno da sismografo, cioè mi trasmettono le vibrazioni della lama avvisandomi se non sono uniformie rendono più fluido e preciso il movimento. Poi dopo le opportune diluizioni fino all'acqua pura (e una marea di 8 )anche il suono dello sfregamento comincia a cambiare, diventa meno "ruvido" e poi finalmente inizia il risucchio della pietra una senzazione nettissima. Qualche ulteriore passata, lavaggio asciugatura e scoramellata generosa.
Peccato solo che fino a domani non posso fare il test rasatura ma ho una barba sola che cresce con i ritmi della natura e non con la velocità che servirebbe ai test (però un po' di contropelo sulla gola lo ha fatto con dolcezza, falciando quel poco ricresciuto dalla rasatura del mattino)
Domani vi saprò dire (anche se dubito che l'affilatura ottenuta sia definitiva, ma già così è oltre le mie aspettative!) e vi metto anche qualche foto.