Restauro: giornale di cantiere....

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altus
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Mentre fervono i lavori sul Wostenholm di Ischiapp (le foto a lavoro finito) una pausa per la lappatura delle belghe si impone visto che cominciavano ad essere un po' slivellate :lol:
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paciccio
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da paciccio »

la penultima è da sogno!!!
Spero che la porterai al prossimo aperitivo nazionale, per poterla vedere dal vivo
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

UNA SOLUZIONE INCONSUETA....

Dalla gita al mercatino dei Navigli a Milano avevo riportato, oltre alla stecca in tartaruga, anche un piccolo rasoio cinese fortemente ossidato, un ibrido tra il rasoio "a serramanico" occidentale e il kamisori giapponese con la sezione di un falso frameback... (nella foto è quello in basso, sotto il kamisori generosamente donatomi da Ura)
14220
Dopo la consueta pulizia, mi è venuta voglia di rimetterlo in uso e provarlo. Purtroppo la sua fattura molto approssimativa
1437014371
ha reso l'affilatura un percorso a ostacoli. Rettificato il tagliente che presentava una forma "sorridente" che impediva l'appoggio completo, restava comunque una forte asimmetria del dorso per cui da un lato appoggiava senza problemi e dall'altro no.
Dopo un lungo e inutile tentativo con vari strati di scotch che non avevano risolto i dislivelli di costa di un lato (e conseguente bisello a onde :evil: ) ho deciso di tentare una soluzione drastica e inconsueta: ricostruzione dello spessore della costa in legno e nastro a proteggerla e fermarla
1437414375
1437614377

e finalmente ne sono venuto a capo, anche se il bevel rimane di ampiezza irregolare ora almeno è affilato e testabile :D
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da ura »

Ottimo lavoro. Ora sono curioso di sapere le tue impressioni sulla rasatura.
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Alexandros
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da Alexandros »

altus ha scritto: ricostruzione dello spessore della costa in legno e nastro a proteggerla e fermarla
nulla ti può fermare! ;)
Quando posso, al soffitto di una stanza preferisco un tetto di stelle.
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

W. Ward "Diamond Edge Razor"
manico in avorio e piqué work - bellied hollow - 6/8" - circa 1860-70 Sheffield
Il punzone completo dovrebbe essere "THOMAS. W.WARD & Cos".
probabilmente Thomas Ward - Brightmore street, Sheffield - di professione coltellinaio, nella "The London Gazette" del 19 dicembre 1854.
Il manico è di epoca precedente, circa 1830-40, per lo stile e la decorazione tipica, mentre la lama risale circa al 1860-70, quando si diffuse, proveniente dalla Germania, la moda delle molature hollow e i primi tentativi in area Sheffield furono appunto questi "bellied hollow" solitamente di scarsa qualità come resa nell'uso.


Finalmente il lavoro sul Ward è terminato :D
Il rasoio presentava un gioco eccessivo al pivot dovuto a un foro troppo grande, una piccola crepatura dell'avorio nella guancetta posteriore e le solite ossidazioni centenarie. L'intervento prevedeva quindi il consolidamento dell'avorio con cianacrilato, il riempimento del foro del pivot con l'incollaggio a bicomponente di un tubetto a misura, le solite operazioni di disossidazione partendo dalla grana 1500 fino alla 5000, lucidatura con feltro su dremel e vari polish (pasta da carrozziere, pasta verde Puma, pasta rosa Puma), rimontaggio finale.
Alcune macchie di ossido sono state lasciate per non cancellare la scritta "Diamond Edge Razor" nella concavità superiore della lama.

all'arrivo
144211195811956
smontato
12165
riempimento del foro con un tubetto da 1,6mm e colla bicomponente
14424
finito 8-)
144251442614427

Immagine
Ultima modifica di altus il 10/06/2014, 11:05, modificato 2 volte in totale.
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Wilson - Hull circa 1840

il punzone VR lo indica come prodotto nei primi anni della Regina Vittoria
(dato il suo lungo regno, il punzone venne poi abbandonato dai produttori)

Le ricerche di Neil Miller non hanno dato risultati: molti produttori di nome Wilson a Sheffield ma nessuno a Hull.
"Ci possono essere altri [Wilson] di cui non ho trovato notizie. E altri non particolarmente noti come fabbricanti di rasoi.
... non ci sono marchi di fabbricanti sulla lama - solo un nome. Questo accade soprattutto quando a un rivenditore viene offerta un lotto di rasoi a prezzo ridotto da un rappresentante di un noto produttore di Sheffield (era una pratica comune), con il nome del rivenditore impresso sulla lama. Per cui manca il marchio del reale produttore.
(la cosa è particolarmente frequente nei rasoi francesi della stessa epoca, dato che in Francia era maggiormente frammentata e parcellizzata la produzione di lame n.d.t.)

Le guancette del manico sono comunque di qualità - osso intarsiato con perni d'argento - noto come "piquet work" (questa è una variante del "piquet work" effettuato su tartaruga e corno, dove l' oggetto di metallo era riscaldato, il calore fondeva leggermente la guancetta per cui il metallo aderiva ad essa). I fori non penetravano l'intera larghezza della guancetta.
Sembra che un modello - un pezzo di carta o simile con fori - venisse posto sulla guancetta, i fori contrassegnati, perforati superficialmente e un sottile filo d'argento tagliato da una bobina venisse riscaldato, ed inserito.
Un lieve martellamento ampliava poi il perno nel foro.
Alcuni ritengono che fosse usata una colla, altri che si usasse solo l'argento ammorbidito dal riscaldamento e martellato per ingrossarlo leggermente. Ho visto numerosi esempi in cui perni sono mancanti e non sembra esserci alcuna traccia di colla nei fori.
La fabbricazione dei manici era un'attività altamente qualificata, e set di manici venivano di solito acquistati presso fabbricanti specializzati. In realtà sembra che la maggior parte della fabbricazione di manici per rasoi a Sheffield nel 1700 e 1800 sia stata fatta da persone specializzate proprio in questo lavoro - artigiani che segavano madreperla, avorio, ecc mentre altri ottenevano lastrine dal corno e altri che lo modellavano o imprimevano a pressione decorazioni su di esso. Il "setter-in" nelle fabbriche di rasoi poi fissava e lame a questi manici. Occasionalmente troviamo un unico responsabile di tutti gli aspetti del rasoio, dalla forgiatura e molatura al montaggio del manico, ma la fabbricazione dei manici era quasi sempre esternalizzata ad un altra ditta. Le eccezioni si trovano nelle grandi aziende, come Rodgers, che potevano permettersi di mantenere una grande forza lavoro interna per tutti gli aspetti della lavorazione.
(by Neil Miller)



14472 14471

Immagine

Immagine

E' stata volutamente lasciata la molatura antica e un residuo di pitting che avrebbero obbligato a un intervento troppo invasivo sulle lame. Unalama appare aver subito un incidente nella sua più che centenaria vita che ha portato alla modifica della punta da barber notch a quasi irish point. I manici sono in perfette condizioni, nessun pin d'argento mancante e l'intervento principale è stato nella zona dei pivot dove un grosso strato di ruggine attiva ne pregiudicava il movimento e era penetrata macchiandolo nell'osso (ne rimangono delle macchie nella parte interna delle guancette, non eliminabile se non carteggiando e quindi indebolendo proprio la zona soggetta al maggior stress).
Il rimontaggio non presentava particolari difficoltà, visto che i pin erano con rondella, le rondelle di frizione interne in ottone ovviamente sono state sostituite (e finalmente ne ho trovate di spessore minimo adatte ai rasoi :D )
Ultima modifica di altus il 03/06/2014, 13:00, modificato 1 volta in totale.
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

ura ha scritto:Ottimo lavoro. Ora sono curioso di sapere le tue impressioni sulla rasatura.
Immagine

un'immagine vale mille parole ;)
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

J. Gilbert & Sons circa 1840-50
tipici manici a fagiolino in avorio, 6/8" wedge

consuete operazioni di pulizia e lucidatura con sostituzione delle rondelle di frizione.

1339813397
Immagine
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Marshes & Shepherd c.1837-46

prima
8672
e dopo
14635
14634

Immagine

Sicuramente databile tra il 1837 e il 1846 per via del punzone "V crown R" usato nei primi anni di regno della regina Vittoria (dal 1837) e il cambiamento di nome della società nel 1846.
:::
La storia della ditta è abbastanza confusa, comportando un numero di ditte diverse. William Marsh discendeva da una lunga dinastia di coltellinai. Il suo figlio più giovane, Samuel, fu spedito a Sheffield nel 1731 per imparare il mestiere. William ebbe anche il figlio di Samuel come apprendista. Il suo figlio più vecchio, William fu invece messo a fare apprendistato dal coltellinaio William Staniforth. Le famiglie Marsh e Staniforth erano unite anche dal matrimonio. Il nipote William di William aveva sposato Hanna Staniforth. Una parente, May Staniforth, aveva sposato Samuel Shephers nel 1730.
Samuel Shepherd era il proprietario del famoso marchio "'Y' e Croce Maltese", con una corona su esso, avuto nel 1716. Esso più tardi (1758) divenne il noto marchio Marsh Brothers & Co. Samuel e Joseph Shepherd erano figli di un costruttore di falci. Joseph divenne un mastro coltellinaio. I figli del primo William Marsh furono tutti membri della Cutlers Company. Quando William morì la sua vedova Hanna gestì validamente l'attività. James, il figlio più vecchio di Hanna, prima con sua madre e poi in associazione coi suoi figli sviluppò la società. Dal 1810 James era Assistant della Cutlers Company e prese i suoi figli in società insieme a genero Thomas Shepherd e commerciarono come "James Marsh & Co". Nello stesso periodo si trasferirono da Park Hill al centro della città.
A quel tempo la denominazione di una società e i nomi dei soci non erano fissati formalmente come oggi, e la ditta aveva varie denominazioni usate nel 1815 (forse anche prima nel 1810), come 'James Marsh & Co', e "Marsh & Shepherd' (notare che "Marsh & Shepherd" era l'originale - la "Marshes & Shepherd" era una forma popolare che ha vinto col tempo). Nel 1810 la ditta aveva in dotazione una mola a ruota e sei glazers per molatura e finitura, 18 incudini in pietra e 6 magli da forgia, tre punzoni cavi per marchi; una cote per finitura; quattro forge con ferri da fuoco, mollette, mantici ecc. I più giovani fratelli furono menzionati anche nei conti - loro commerciarono come John, William & Thomas Marsh ed lavorarono per James Marsh & Co.
La ditta prosperò durante le guerre napoleoniche (come la maggior parte delle ditte di Sheffield) e durante la rapida espansione nel dopoguerra. Entro il 1824 il marchio "Marsh & Shepherd" scomparve in favore del più usato "Marshes & Shepherd". La società da ora aveva 11 mole e 11 fucine e molto lavoro stava arrivando dal Nord America. Il più giovane, James Marsh, fu inviato a Filadelfia nel 1817 per aprire un ufficio con magazzini, e continuò a vivere là per il resto della sua vita.
Il più vecchio James Marsh andò in pensione nel 1819, e la società fu riorganizzata. Morì nel 1841. Dopo il 1819 i partner rimanenti (i tre figli e genero) divisero le azioni in parti uguali. Ci fu un altro trasferimento, questa volta a Porter Street. Il mercato americano salì a nuovi livelli. Dal 1825 Thomas Shepherd era il partner più anziano, e fu eletto Assistant della Cutlers Company nel 1826. Apparentemente lui non era incline a divenire Master Cutler, e scelse di pagare una penale piuttosto che accettare l'incarico nel 1835! Morì nel 1845 e la sua quota nella ditta passò a suo figlio, James Marsh Shepherd.
Per molto tempo società usò barre di acciaio fatte da altri per forgiare coltelli, rasoi, ecc; in seguito, per gestire in proprio tutta la filiera con convertitori e forni da crogiolo, laminatoi e magli, acquisirono la Pond Work di John Darwin ad una vendita all'asta nel 1827. Un lungo percorso con processi legali fece sì che la proprietà non venne trasferita fino a 1830, anche se già pagata nel 1828. Il marchio "ROXO" fu accordato nel 1833. . Nel 1839 un'altro James Marsh divenne socio, ma lui rimase solamente fino al 1844. Un altro socio fu ammesso nel 1850, ed un altro nel 1851.
Il nome "Marshes & Shepherd" durò fino al 1846 quando la ditta venne ridenominata "Marsh Brothers & Co". Ebbe quindi una durata abbastanza lunga dal 1810 al 1846. Il che include i sovrani George III, George IV, William IV e Victoria. Io non sono sicuro per quanto tempo dopo la morte dei sovrani vennero usati i marchi della Royal Warrant, ma quello della Regina Madre è scaduto cinque anni dopo che lei morì e quello della Regina Mary dopo 25 anni, così è possibile che un rasoio fatto durante il regno di Victoria abbia un marchio 'Cutlers To His Majesty' così come 'Cutlers to Her Majesty' o anche entrambi!
(by Neil Miller)
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Termino oggi il restauro di un rasoio particolarmente pregevole, affidatomi da un amico del forum la cui amicizia mi onora:

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è un rasoio talmente bello che alla fine non ho saputo resistere nel dedicargli un astuccio a misura :lol:
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I quasi due secoli non erano passati senza lasciare tracce su questa splendida lama inglese databile verso il 1830: l'ossido si era fatto strada sulla lama sfruttando le rigature lasciate da una antica molatura e sull'impugnatura una crosta di ruggine aveva parzialmente cancellato il punzone del fabbricante.
Le belle smussature alla giunzione tra lama e impugnatura (che verranno riprese poi da Mappin in anni successivi) e una delicata anche se molto consunta, incisione lungo i due lati spioventi del dorso, unite allo splendido manico in avorio scolpito ne rivelano l'origine di prodotto di lusso.

Dopo una lunga pulitura alcune lettere superstiti del punzone mi permettevano di iniziare le ricerche e di poterlo quindi attibuire a Henry W. Looker Esq., coltelliere e fabbricante di strumenti chirurgici attivo fin dal 1790 come testimoniato da questa sua pubblicità
15775
e il cui negozio in anni successivi era situato al 42 di Leadenhall street (lo stesso indirizzo che si intuisce anche nel punzone), nel cuore di Londra, come risulta sia nel "Post-Office Annual Directory (Vol. 1814-1815)" che nel "John Tallis's London Street Views-London Shops and Businesses" edito nel 1838-1840.

15774
Leadenhall Street by J. Hopkins 1837

E' stato per me davvero un piacere poter riportare in vita questo pezzo di storia!
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Una coppia di Pitchford, 11/16" near wedge, databili verso il 1850-60, si aggiunge alla collezione.

Il marchio è stato usato dal 1760 al 1945 dalla famiglia Pitchford.

Il primo Jonathan Pitchford registrato come fabbricante di rasoi registrò il marchio nel 1760.
Un elenco del 1787 riporta il suo punzone
15950
Un altro elenco del 1797 annovera come forgiatore di rasoi Jonathan Pitchford di Stumperly. (Stumperly è nel distretto di Upper Hallam, 2-3 miglia a SW di Sheffield). In quest'epoca probabilmente era un indirizzo corrispondente a una abitazione/fattoria, visto che molti dei "piccoli mastri" fabbricanti di rasoi lavoravano presso il proprio domicilio con una piccola fornace nei pressi, più che in un laboratorio vero e proprio.
Nel 1782 Jonathan Pitchford affittò Rowell Bridge Wheel (un mulino ad acqua per azionare le mole).
Il laboratorio era a Stannington, poi a Sandygate, poi a Eldon Street (1841) e quindi a Shude Lane (1907).
John Pitchford e Jonatahan Pitchford furono soci fino al 1852, a Eldon Street, a cui succedettero John Pitchford e William Pitchford fino al 1856 e in questo periodo agenti commerciali di Sheffield e Birmingham diffusero i rasoi Pitchford in tutta Europa.
Un elenco del 1841 registra J. e J. Pitchford, fabbricanti di rasoi al 56 di Eldon Street.
Un elenco del 1846 registra John Pitchford, fabbricante di rasoi al 56 di Eldon Street.
Nell'anno della Great Sheffield Flood (1864) (inondazione), John Pitchford, fabbricante di rasoi attivo a Eldon Street, presenta una richiesta di indennizzo per la perdita di proprietà, il danneggiamento del Rowell Bridge Wheel, per cui nel 1865 gli vennero riconosciute 220 sterline di indennizzo.
Un elenco del 1871 riporta Jonathan e William Pitchford, fabbricanti di rasoi, residenti al 8 di Eldon Street.
Un altro elenco del 1905 riporta J & W Pitchford, fabbricanti di rasoi, residenti al 8 di Eldon Street.
Thomas Pitchford fu il socio principale fino al 1925. Negli anni '30 la ditta fu condotta da Joseph Pitchford e George Stanley Pitchford, George era registrato come fabbricante di rasoi al suo domicilio nel 1945, epoca in cui venne chiuso il laboratorio di Shude Lane e cessò l'attività.
Poiché il marchio non cambiò nei 180 anni di attività della ditta, una eventuale datazione può essere tentata solo prendendo in considerazione le caratteristiche stilistiche delle lame (molatura, forma del codolo, geometria...)

Prima:
15951

Dopo (rimozione dell'ossido, lucidatura, sostituzione dei manici in osso non originali con manici in avorio d'epoca)

15952
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da paciccio »

sono più belli adesso di quando era nouvi ;)
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da Bruconiglio »

A me piacevano i manici in osso :roll:
Però il lavoro è pregevolissimo :D
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Bruconiglio ha scritto:A me piacevano i manici in osso :roll:
Però il lavoro è pregevolissimo :D
I manici in osso troveranno delle lame più adatte ;) soprattutto quello a punta.
Questa coppia di 11/16" (6/8" in origine) meritava di essere finita così :D
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Un altro restauro "su commissione" per un carissimo amico del forum:
una coppia di inglesi, un Mappin & Webb irish point 6/8" in avorio e un Harrison Bros. & Howson dalla bella incisione "The Favorite" sulla lama barber notch. Quest'ultimo presenta inoltre una particolarità: il punzone "V crown R" e la scritta "Cutlers to Her Majesty" abbastanza rara (normalmente si trova "Cutlers to their Majesties"). Visto che detto punzone venne poi abbandonato per lungo regno della Regina Vittoria e che la società Harrison Bros. & Howson venne fondata nel 1846, la sua datazione probabile è nel decennio 1850-1860. Non tragga in inganno la presenza di una doppia spalla: la molatura della lama non va oltre 1/4 hollow, mentre il Mappin è sicuramente più recente, con un hollow più marcato e il dorso diritto anziché inarcato.

L'astuccio presentava i segni di tutti gli anni passati: scollature, consunzione del velluto, logo sulla seta praticamente inesistente e quindi d'accordo con il "cliente" procedevo alla drastica sostituzione dell'interno con una seta adatta a far risaltare i manici in avorio. Per le lame invece, pesantemente attaccate dallo staining e dal pitting, asportazione meccanica dell'ossido e lucidatura con vari polish, accettando il fatto che lo staining e i marchi del pitting impediscono comunque di ottenere un vero effetto-specchio.

prima
1599215987

dopo
1599115990
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Eliminazione di denti, chip e affilatura "a main levé"

Qualche giorno fa un annuncio sulla baia inglese mostrava un Joseph Elliot apparentemente molto rovinato: manico rotto, punta molto consumata e un bel dente a centro lama. In realtà guardando bene la foto si notava che l'usura del dorso era regolare e nemmeno eccessiva. Il sospetto che si trattasse in realtà di un bell'esemplare di "tapered blade" risalente al decennio 1840-50 prendeva corpo e decidevo di puntare.
Il suo arrivo oggi conferma in pieno il sospetto iniziale: punzone "Joseph Elliot silversteel", codolo tozzo, profilo di faux frameback (che cominciarono a diffondersi in Inghilterra appunto verso il 1840), ma soprattutto dorso di 5,5mm al tallone e 4mm alla punta con usura laterale regolare della spina.
16062

Come primo intervento, dopo la rimozione del manico non originale e rotto in bakelite, decidevo di levare il dente abbastanza pronunciato, usando la naturale giapponese Nakato-Ishi (pietra intermedia per i falegnami, grit presumibilmente tra 2000 e 3000) con un metodo alternativo ai canonici "breadknifing" e "spatolamento": si tratta di "affilare" la lama a dorso sollevato, quindi con un angolo lama-pietra sui 30-40°, (ovviamente con la tecnica "rolling" o "a virgola") in modo da poter seguire il profilo fortemente smile di questa lama senza penalizzarlo raddrizzandolo (cosa che poi avrebbe posto notevoli problemi alla successiva affilatura). Inoltre questa tecnica (mediata dall'informazione che spesso nella francia ottocentesca l'affilatura veniva eseguita appunto "à main levé") da applicarsi però preferibilmente a lame consistenti e non certo a full hollow moderni troppo elastici e delicati, permette di ottenere già un abbozzo di bevel, riducendo poi il tempo necessario alla creazione del bevel vero e proprio.
La pietra mi ha assecondato in questa cosa: pur con una superficie liscia si è mangiata l'acciaio rapidamente rispettando la curva della lama. L'ultimo test è stato fatto a lama poggiata con uno strato di nastro a protezione del dorso, provando a creare il bevel: come si vede dalla foto è risultato sottile e uniforme su tutta la lunghezza, ulteriore prova che la geometria di questa lama non è cambiata (salvo la normale usura) dalla sua fabbricazione e che appoggia perfettamente per tutta la sua lunghezza sulla pietra.
1608216083

Ora passa alla fase restauro per poi tornare sulle pietre per l'affilatura.

Cannibalizzando un manico in corno pressato con la scritta "Silversteel razor" 8-) di un Wostenholm ridotto a 3/8", appena arrivato dall'Ungheria, l'Elliot viene definitivamente rimanicato 8-)
1612316122

Pare che queste lame così accentuate nel profilo siano ideali per la tecnica di rasatura "a falce" nella zona laterale del collo e sotto il mento


Esempio di "tapered blade" dal testo del Giudice Henry T. Lummus (lettera T)
Immagine

Altri esempi di "tapered blade" (grazie a Voidmonster su SRP) (il terzo e quarto dall'alto sono due Joseph Elliot come quello oggetto del post)
16087

La storia di joseph Elliot
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Terminato un altro restauro per conto di un utente del forum.... Un cofanetto in quercia con intarsi in ebano, con 4 rasoi John Heiffor - Paradise Square - Sheffield, 6/8", 1/2 hollow, manicati in avorio.

1509115100
1509915095
1510315105
15097
Le lame presentavano ossidazione diffusa e chip lungo il filo, 3 manici con una crepa nella zona dello spaziatore (problema abbastanza diffuso con l'avorio),un "dente" in legno del cofanetto per spaziare i codoli mancante, la vernice del legno macchiata e graffiata dal tempo.....

L'intervento:

smontaggio
16211

sverniciatura e smontaggio completo dell'astuccio, ricostruzione del particolare mancante
1621316212

rettifica del filo con rimozione dei chip e dell'ossido sul bevel, pulizia lame (carteggiatura con grane da 800 a 5000) e manici con consolidamento delle fessurazioni dell'avorio
16214 16215

lucidatura delle lame con pasta abrasiva e polish su feltro; mordenzatura e verniciatura a gommalacca e cera dell'astuccio
162171621616218

Rimozione dei chip su Nakato-Ishi giapponese con il metodo a dorso sollevato.
15654
Affilatura (con manico provvisorio e microfastener)
formazione del bevel su Nakato-Ishi a dorso appoggiato -protezione con nastro;
perfezionamento del bevel su Creta con slurry -protezione con nastro;
affilatura iniziale su Creta ad acqua senza nastro;
15655
lucidatura del filo su belga vintage (la n°6 della foto) metodo dilucot,
lucidatura finale su belga vintage (la n°2 della foto),
15653
scoramellatura finale su cuoio)
Data l'altezza piena delle lame che inibiva la formazione di un bevel troppo ampio e il fatto che l'utente intende usarli (e quindi per semplificarne la futura manutenzione), dopo le prime fasi con la protezione del nastro sul dorso, ho preferito completare l'affilatura senza nastro di protezione.

riassemblaggio totale (sostituzione rondelle di frizione, nuovi pin in alpacca con rondelle esterne per ridurre la pressione sull'avorio).
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dettaglio delle lame
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saggiomo1
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da saggiomo1 »

...sti rasoi hanno una faccia conosciuta....
Complienti! non vedo l'ra che arrivino!
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Alexandros
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da Alexandros »

Un gran bel quartetto tornato a nuovo!! :o

Non so perchè.. ma scommetto che l'avorio è il tuo materiale preferito.... ;)
Quando posso, al soffitto di una stanza preferisco un tetto di stelle.
Larry Yuma
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altus
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Alexandros ha scritto:Non so perchè.. ma scommetto che l'avorio è il tuo materiale preferito.... ;)
Più o meno.... certo che anche il corno.....
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a volte è proprio una difficile scelta :lol:
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Supermomo
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da Supermomo »

Altus, userai anche pin strani ma resterai per sempre il maestro del restauro :D
È incredibile la nuova vita che hai dato a quei 4 Rasoi.
Mandi Frus, da Massimo
Old Spice l'originale. Se tuo nonno non lo avesse usato, tu non esisteresti.
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altus
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da altus »

Supermomo ha scritto:Altus, userai anche pin strani.....
In realtá uso i pin piú tradizionali.. Quelli in uso da oltre 200 anni :lol:
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Gene
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Re: Restauro: giornale di cantiere....

Messaggio da Gene »

Complimenti Altus , dei restauri impeccabili
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