Composizione Chimica del Legno

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Aldebaran
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Composizione Chimica del Legno

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La composizione chimica del legno è quella delle sue pareti cellulari.

In un legno secco il carbonio rappresenta circa il 50%, il restante 50% è formato da ossigeno (43-44%), idrogeno (5-6%) e piccolissime percentuali di altre sostanze, come l'azoto, variamente legati a formare composti chimici con molecole più o meno lunghe e complesse, come la cellulosa e la lignina.

Il legno di un tronco in vita contiene molta acqua che circola nei vasi conduttori e mantiene le funzioni vitali del citoplasma cellulare.

In un tronco appena abbattuto la percentuale di acqua raggiunge circa la metà del suo peso. Venendo a mancare il collegamento radici-foglie e con l'esposizione all'aria, il tasso di umidità si riduce notevolmente, fino al 30% del peso secco, senza che però si modifichi il volume.

Quando il legno, già ridotto in assi, comincia a perdere anche l'acqua più intimamente presente nelle strutture cellulari, si verifica un cambio di volume: il legno si ritira. Tale modificazione non è omogenea: è poco sensibile in senso radiale, cioè nella direzione perpendicolare all'asse del tronco, molto in senso tangenziale, nella direzione inclinata rispetto all'asse del tronco, in pratica inesistente in senso assiale (direzione parallela all'asse del tronco).

Le modificazioni avvengono perciò in modo diseguale secondo le direzioni e portano come conseguenza visibile l'imbarcamento del legno. Questa deformazione è tanto più evidente quanto più il taglio delle tavole avviene in senso tangenziale. Per ridurlo occorre perciò effettuare tagli molto prossimi alla direzione radiale e sottoporre il legno a stagionatura.

Il legno destinato alle lavorazioni non può essere preso dalle piante appena abbattute, causa il suo alto tenore in acqua, e deve essere sottoposto a stagionatura. mobile antico

Il periodo di stagionatura, che serve per togliere umidità al legno e renderlo conservabile, avviene in ambienti in cui la circolazione dell'aria è continua. A stagionatura ultimata, il legno avrà raggiunto un tenore in umidità utile per una lunga conservazione, adatto alle condizioni ambientali del luogo dove sarà messo in opera.

Per la stagionatura naturale il legno, ridotto in tavole, viene impilato in cataste, all'aperto o sotto ripari. Affinché la base della catasta non vada incontro a marciume, ci deve essere un buon isolamento dal suolo.

La stagionatura naturale può durare alcuni mesi.

Con l'essiccazione artificiale l'allontanamento dell'umidità è molto più veloce. Le tavole sono messe in forni o essiccatoi, dove subiscono alcuni trattamenti.

Inizialmente il legno è sottoposto all'azione di vapore ad alta temperatura, che serve ad allontanare alcune sostanze, come le gomme, che potrebbero in seguito rendere il legno alterabile.

Dopo, viene fatta circolare aria calda secca, che gradualmente toglie l'eccesso di umidità. Trattandosi di un procedimento veloce - pochi giorni - il grado di essiccamento deve essere costantemente controllato.

Il legno, anche se stagionato, mantiene sempre la tendenza ad equilibrare il proprio grado di umidità con quello ambientale. Per questo motivo, mobili, pavimenti e infissi molto stagionati posti in ambiente ad elevata umidità, tendono comunque a rigonfiarsi, modificando le proprie dimensioni ed aumentando di peso.

L'umidità del legno dipende dall'umidità dell'ambiente in cui viene conservato: in ambiente secco è bassa - circa l'8% del peso secco - e può crescere fino al 20% se l'aria ambientale è piuttosto umida.
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