Recensione Coltello Cucine Zwilling Pure 8"

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Emidio
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Recensione Coltello Cucine Zwilling Pure 8"

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Coltello Zwilling pure, recensione.

SCATOLA:
Come sempre i in Zwilling sono attenti al dettaglio ed alla sicurezza: la scatola potrebbe aspirare a diventare una custodia definitiva coltello, come spesso accade. Il blocco della plastica sul manico è sicuro ed il salva-punta in plastica dura ne fanno una confezione a prova di disattenzione.
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PROFILO E MISURE
il coltello inviatomi è un coltello da cuoco, di foggia tradizionale, da 8'',ovvero 20 cm, di cui uno costituito dal bolster, quindi 19 effettivi di filo. 

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Ha la punta situata a poco meno di 1/10 della larghezza della lama, quindi si lascia al dorso una larghezza sufficiente appena ad ingentilire il disegno della lama con una curva. 4Mm di distanza dal dorso su 48 di larghezza totale della lama al tallone.

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La parte posteriore del filo è quasi dritta, curva il minimo che serve a consentire una rullata in fase di trancio che sia percettibile e definita, ma non eccessiva.
Tutta la curvatura che serve a coprire la distanza di circa 44 mm tra la pancia e la punta viene sfruttata nella parte finale della lama creando una punta con una forma molto tondeggiante e di facile comprensione in uso.

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Una curva pronunciata sulla parte distale della lama ha il fine di concentrare lo sforzo di taglio in una zona più piccola rispetto ad una punta meno arcuata.
Questo comporta però di dover sollevare il manico di parecchio in fase di taglio per permettere al peso di scaricare solo sulla punta e non sulla parte iniziale di lama.
Ciò risulta in un vantaggio in termini di leve, ma in una posizione della mano molto sollevata rispetto la piano di taglio, cosa che si riscontra anche in trancio, dovutamente ad una lama piuttosto larga (manico in alto, distante dal piano, ci vuole un bel controllo).
L'utensile che ne risulta, anche se potrebbe essere più controllabile, ha una caratteristica di taglio intuitiva e semplice: la parte posteriore per battuti e juliennes di piccola taglia perchè l'arcatura “tesa” che serve a queste operazioni è su un tratto di filo lungo circa i 2/3 della lama, e la punta per magari spolpare un pollo o preparare un pezzo di carne pregiata ad una farcitura con un taglio della punta portato con un movimento rotatorio simile a quelli che si fanno per scuoiare
L'arco in punta piuttosto pronunciato ( e in posizione praticamente obliqua oscilla tra 20 e 40, con un punto più stabile a 25 gradi, rispetto ad un asse della lama) consente un taglio deciso e sicuro, forte degli appoggi forniti dal bolster, o stabilizzatore, o guardia, e dal corposo manico, sia in fase di affondo, cioè di taglio su superficie contrastante, sia di scorrimento, come nel caso dello scuoio o dello sfilettare.
Avrei personalmente suggerito una forma più slanciata per simili funzioni, nello specifico realizzabile o con qualche millimetro di lunghezza in più o di larghezza in meno, o ambedue.

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LA SEZIONE DELLA LAMA
la sezione della lama presenta un garbato assottigliamento distale, andando dal manico alla punta, secondo un andamento rettilineo, mentre è leggermente convesso (quasi piatto) il fianco della lama, lungo cui lo spessore della stessa digrada fino dai 3.8 della base del dorso fino a 0.4 mm dietro il filo in 44 mm di larghezza.
Spessore al filo dignitoso per un coltello con questa destinazione d'uso e questo segmento, come quello al dorso, almeno ce ha una destinazione di pubblico generica, non di puristi o esperti.
Infatti il taglio si presenta buono e senza particolari intoppi, malgrado il dorso sia spesso, in prossimità del manico oltre 3 mm: in tal modo la robustezza degli spessori viene temperata da una geometria sapiente, anche se costosa in termini di lavorazioni, eseguite con la solita precisione, a prescindere da quanto possano essere condivise le scelte geometriche e metallurgiche.
La finitura superficiale è buona: non si tratta di lucidatura a specchio, ma le bave superficiali create con una grana da sgrosso e preparazione,sono state molto limitate in fase iniziale, e poi eliminate con scrupolo in finitura: ne risulta una superficie che non intralcia il taglio e che contrasta efficacemente il ristagno di liquidi.. Una lavorazione ordinaria eseguita con perizia straordinaria(in uomini e macchinari) porta sempre un risultato migliore di quello atteso.
Veniamo all'affilatura, parte importante della geometria. L'angolo è di 30 gradi come dichiarato e come detto lo spessore alla base del tagliente è di 0.4 mm, mentre in punta cresce leggermente e senza comunque conseguenze, se non quella di irrobustire una parte delicata.
Il coltello è stato affilato con tecniche industriali classiche, abrasivo e poi lucidatura a feltro, operazione ordinaria ma effettuata in modo preciso, possiamo pertanto dire che si tratta di un coltello bene affilato sin dall'inizio, la tenuta sarà ordinaria, ovviamente se il coltello va incontro ad un uso proprio (non è un disosso, un coltello da colpo, o da pane).
Il metallo della lama è infatti ordinario, un inox a medio tenore di carbonio, che permette di raggiungere durezze non estreme.
Il tipo di processo di forgiatura e tranciatura della lama, dichiarato dalla zwilling nel materiale informativo, a mio avviso non influiscono sulla tenuta del filo: servono solo a formare un ringrosso da cui scavare il bolster, mentre la parte della lama non viene a subire deformazioni apprezzabili. 
Personalmente credo che almeno l'assottigliamento del filo in fase di fucinatura porterebbe a risultati migliori, ma non troppo, se non si decide diversamente per durezza e composizione del metallo usato.
Tutti commettiamo degli errori, la differenza la fa il garbo e la tempestività nel porvi rimedio.


Il MANICO.
Il manico è la parte più sperimentale del coltello, e personalmente credo il suo punto debole.
Chiariamoci: qualitativamente è molto ben fatto sia nelle lavorazioni che nel materiale.
La plastica usata per iniettare il manico è elastica e durevole, non rigida in modo da non scheggiarsi negli anni e nelle cadute, ed è resistente pur offrendo una presa sicura. Non è un prodotto resistente all'abrasione come la classica resina nera rivettata, ma nemmeno vulnerabile alle spaccatura come quest'ultima.
Il manico, collaudato allantica...... forse un pò troppo all'antica....

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É importante considerare in questo coltello il bolster, che è une elemento che compare specialmente per sicurezza su coltelli destinati ad un uso domestico, o che presuppone un fruitore non esperto. Sui coltelli di fascia alta o destinati ad un pubblico esperto va lentamente scomparendo.
Di mio chiarisco che lo trovo un elemento inutile, e controproducente in quanto appesantisce notevolmente il coltello e allunga il processo di affilatura, poiché ogni volta che si affila la lama ( che ovviamente si restringe) va pareggiato ad essa perchè nel caso in cui arrivasse a sporgere oltre la lama ne impedirebbe l'uso ad esempio nel caso dei battuti, dove la lama deve rullare sul supporto di taglio per tutta la sua lunghezza.
Dunque, la lama è rastremata dall'alto verso il basso, così il bolster viene ad assumere una forma ovale, garbata, certo, rassicurante perchè mette del metallo tra la lama e le dita, ma risulta anche pesantissimo venendo da un blocchetto di metallo che misura 48mm x 20 mm x 25 mm all'incirca. 
Il problema poi è che il manico viene ricavato da una sezione ottenuta da una figura geometrica che risulta “allineata” al bolster, tale sezione porta ad un manico con il dorso piatto e che si assottiglia verso la pancia (dove le dita vanno a serrare con forza maggiore e più localizzata) quindi è come impugnare un prisma triangolare con la base al palmo e il vertice sulle dita, per capirci.

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In mano il manico è molto poco impugnabile, oltre che a causa di di una ergonomia di bassa qualità , a causa di un perimetro troppo generoso e.
Io ho una mano taglia 10, sottile e lunga, e tuttavia lo sento ingombrante e scomodo già nella impugnatura “a manubrio” , per capirci, con il pugno serrato: con la pancia che concentra la pressione delle dita sulle falangi mediane e gli spigoli del dorso che scaricano su una linea trasversale al metacarpo (palmo). E' troppo panciuto e grosso, in sintesi.

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Nelle varie impugnature più tecniche per tagliare, fendere, fare battuti, affettare, pungere, l'impugnatura risulta poco confortevole, e stancante, specie con un coltello così largo e pesante.


SINTESI
Il coltello viene venduto a circa 80 euro, viene da una realizzazione accurata e senza esitazioni e da una progettazione che punta ad un finale rassicurante, elegante e non troppo esuberante, anche per non insidiare il dominio delle fasce superiori. Insomma è per un pubblico di entusiasti, , ma non di esperti o di appassionati.
Per questo è dotato di caratteristiche, come lo spessore al filo di 0.4 mm, l'acciaio ad una durezza che permette al filo di essere ravvivato anche con un normalissimo acciarino rigato, l'angolo di affilatura non troppo acuto, un manico corposo, e spessori generosi: perchè questo coltello, una volta spesi i suoi 80 euro deve servire bene senza chiedere troppo in cambio, e facendo anche una bella figura, piuttosto che servire in modo eccellente ma richiedere la mano di un esperto sia in cucina che in manutenzione.
Pesante è affidabile. E devo dire che stavolta il peso importante d questo oggetto non è nemmeno così germanico: risente infatti, come tutta la linea della Zwilling di un respiro più internazionale e multiculturale. Anche la linea, si vede contesa tra un desiderio di rinnovamento e la consapevolezza del peso della tradizione, a cui in finale, si vede cedere.
In sintesi si tratta di un coltello ordinario realizzato da una entità con capacità straordinarie, ma senza troppa ambizione al livello fattuale. Il costo è imputabile essenzialmente alla difficoltà di realizzazione di un tale oggetto, e ad alcune scelte stilistiche, più che alla obiettiva qualità del taglio che offre, e che si riscontra anche in linee più economiche dello stesso marchio.
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